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Szerző: albion
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un paio di riflessioni, spero costruttive, post-Genova.

zac
> dal SecoloXIX:
>
> Genova. Oltre diecimila persone per ricordare Carlo Giuliani (...)
> Poi la marcia silenziosa, cerotto alla bocca, per «non

archiviare e non dimenticare» la tragedia del ragazzo ucciso durante
gli sconto del G8 genovese.

prima di tutto il focus della settimana: una 7 giorni direi riuscita
sia in termini quantitativi che qualitativi. La manifestazione ne e'
lo specchio.
Pero' Genova 2003 arriva dopo Genova 2002, dopo la guerra in Iraq, che
veniva dopo quella in Afghanistan e dopo l'allargamento della UE etc
etc C'e' quindi un percorso e lungo questo percorso e' bene fermarsi
ogni tanto e guardare indietro per vedere oltre.

zac
> Ma

tra le decine di anime del movimento noglobal, crescono le richieste
di rinnovamento (...) E rende meno amara la constatazione inevitabile:
il movimento no global arriva al secondo anniversario del G8 sull'orlo
della crisi. Sgretolato nella sua composizione, litigioso, con le
varie anime a cercare di marcare - o smarcare - la propria presenza.

la crisi dei movimenti come li abbiamo conosciuti in questi ultimi 3
anni c'e' e se non e' gia' un decorso e' comunque un febbrone.
L'articolo del Secolo e' molto acuto, considerato che viene da un
media mainstream.
Ho evidenziato 2 passaggi che centrano IMHO le principali difficolta'
del momento:

zac
> Queste stesse anime hanno visto il 20 luglio 2003 come una via

crucis, attraverso le stesse strade e gli stessi incroci camminati da
"Carletto" due anni fa. Un funerale silenzioso, commemorativo.

repetita (non) iuvant
La riproposizione rituale di alcune scadenze e date ha creato uno
scollamento tra il fare e l'essere. Gia' l'anno passato (ma a guardare
bene da sempre) da molte parti si levavano cori di disapprovazione per
l'incapacita' di concentrarsi solo in alcuni momenti (cortei e forum)
e poi sparire "carsicamente".
Il limite piu' evidente e' l'incapacita' di trovare tempo per
l'analisi e la diffusione/confronto delle eventuali conclusioni. Al
contrario la riproposizione del forum o peggio della manifestazione
come unico momento aggregante impoveriva il messaggio plurale dei
movimenti assoggettandolo alla logica dello slogan o del soundsystem.

zac
> Emerge invece che il movimento

ha registrato oggi un passo indietro: «Ci siamo fermati mentre tutto
attorno a noi è cambiato».

Forse sono piu' ottimista, forse no, ma IMHO nulla si e' fermato,
semplicemente le strade si sono biforcate: da un lato gli eventi,
dall'altra la visione discendente da una lettura ormai datata.

Un caso su tutti: il WTO. La posizione del 2000, ancora maggioritaria,
e' che il WTO rappresenta il primo strumento di imposizione del
neoliberismo nel mondo. Ha quindi un ruolo meramente oppressivo e,
cosi' come e', va eliminato. Al massimo lo si puo' ripensare con un
nuovo ruolo: come agenzia ONU (e quindi sottoposta alla Dichiarazioni
dei Diritti dell'Uomo, del Fanciullo etc etc).

Bene, oggi come oggi questa posizione non ha piu' alcun senso! Gli USA
a Cancun porteranno un diktat al mondo intero (ma soprattutto alla
UE): o si cede su alcune questioni (tipo gli OGM) oppure faranno
fallire il WTO e faranno solo accordi bilaterali partendo dai paesi
piu' poveri. Tanto per dare concretezza alla cosa hanno gia' iniziato.

La questione quindi e' molto stringente: a Cancun difenderemo il WTO o
ci schiereremo a fianco degli USA? La risposta e' boh, perche' manca
completamente un'analisi "di movimento". Il Tavolo della Campagna Not
For Sale sta facendo un grande lavoro, ma quanta parte dei 10mila di
Genova hanno in mente questo cambio di scenario? Non basta vedersi in
20, bisogna far circolare l'informazione, aprire spazi di dibattito e
di incontro. Questi momenti in questo movimento non esistono: ci sono
piccoli gruppetti iperinformati, che cercano di influenzare i
gruppetti politici che decidono se c'e' il corteo o se si fara' il
controvertice, ma non c'e' alcun movimento, inteso come spostamento,
di idee.

I movimenti proseguono d'inerzia sui binari degli slogan, aspettando
che Toni Negri o Vandana Shiva scrivano un altro libro. Siamo un
movimento popolare o editoriale? Non lo so piu': all'ultima festa'
dell'Unita' l'unico stand politico era la libreria...

ciao
Stefano
aka Albion
--
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