Auteur: cm-roma@inventati.org Date: Anciens-sujets: [Cm-roma] salento Sujet: [Cm-roma] Due di notte
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I lampioni illuminano inutilmente l'asfalto. I bar e le caffeterie nei
giardini ospitano ancora gli ultimi ritardatari. Le camionette della
polizia presidiano le ambasciate come fosse giorno. Coppiette approfittano
dell'ora tarda per trovarsi e riconoscersi ai bordi della strada che porta
al Gianicolo.
Stiamo facendo l'amore. Ho il respiro pesante, le gocce di sudore si
appoggiano su di lei. La stringo con le mani per controllarne le mosse, mi
aiuta piegandosi ai movimenti del bacino. Mi asseconda, e' una danza di
strada, una follia notturna. Piu' ci avviciniamo alla meta piu' ci
stringiamo nell'abbraccio. La cima. Raggiunto l'apice della collina, le
gambe smettono di spingere per riposarsi sui pedali, la cicala del neutro
rompe il silenzio del piazzale. I bar sono chiusi. Quattro coppiette
vegliano dal parapetto del belvedere sulla citta' che dorme. Nel buio la
statua di Garibaldi suggerisce cavalcature ardite. Parentele tra noi e la
coppia guerriero destriero. Dipingiamo larghi volteggi sul piazzale
alternandoli a pochi colpi di pedale. Poi, all'improvviso, il ritorno, la
discesa. Buttati a valle come acqua che scorre nel letto del fiume
d'asfalto. Quasi si precipita. Il rapporto piu' corto che ci sia, le mani
sul manubrio ad accarezzare le manigie dei freni. Assecondare le curve
senza forzarle, piegarne i bordi, riprendere velocita' e raggiungere la
successiva. La fine della discesa ci riporta a casa in un quartiere
deserto e virato in giallo dai lampioni. Due di notte.
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<br><font size=4 face="Verdana">I lampioni illuminano inutilmente l'asfalto.
I bar e le caffeterie nei giardini ospitano ancora gli ultimi ritardatari.
Le camionette della polizia presidiano le ambasciate come fosse giorno.
Coppiette approfittano dell'ora tarda per trovarsi e riconoscersi ai bordi
della strada che porta al Gianicolo. </font>
<br><font size=4 face="Verdana">Stiamo facendo l'amore. Ho il respiro pesante,
le gocce di sudore si appoggiano su di lei. La stringo con le mani per
controllarne le mosse, mi aiuta piegandosi ai movimenti del bacino. Mi
asseconda, e' una danza di strada, una follia notturna. Piu' ci avviciniamo
alla meta piu' ci stringiamo nell'abbraccio. La cima. Raggiunto l'apice
della collina, le gambe smettono di spingere per riposarsi sui pedali,
la cicala del neutro rompe il silenzio del piazzale. I bar sono chiusi.
Quattro coppiette vegliano dal parapetto del belvedere sulla citta' che
dorme. Nel buio la statua di Garibaldi suggerisce cavalcature ardite.
Parentele tra noi e la coppia guerriero destriero. Dipingiamo larghi volteggi
sul piazzale alternandoli a pochi colpi di pedale. Poi, all'improvviso,
il ritorno, la discesa. Buttati a valle come acqua che scorre nel letto
del fiume d'asfalto. Quasi si precipita. Il rapporto piu' corto che ci
sia, le mani sul manubrio ad accarezzare le manigie dei freni. Assecondare
le curve senza forzarle, piegarne i bordi, riprendere velocita' e raggiungere
la successiva. La fine della discesa ci riporta a casa in un quartiere
deserto e virato in giallo dai lampioni. Due di notte.</font>
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