[ssf] Fw: Un italiano su due si ritiene povero

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Author: Enzo Arighi
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Subject: [ssf] Fw: Un italiano su due si ritiene povero
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From: "Newsletter di Rassegna" <newsletter@???>
To: <attacchighi@???>
Sent: Friday, July 11, 2003 10:48 PM
Subject: Un italiano su due si ritiene povero


> LA NEWSLETTER DI RASSEGNA
> www.rassegna.it
>
> Le ultime notizie di Rassegna Online
> 11 luglio 2003
>
>
> Indagine Isae sulla "povertà soggettiva"
>
> Un italiano su due si ritiene povero
> di Davide Orecchio
>
> Un italiano su due si guarda nelle tasche e pensa di essere povero. O

comunque di non guadagnare abbastanza. Alla domanda "ritiene che il suo
stipendio sia sufficiente per vivere senza lussi ma senza privarsi del
necessario?", il 51,4% dei nostri connazionali risponde "no". E' quanto
emerge dalle rilevazioni dell'Isae (l'Istituto di studi e analisi
economica), realizzate su un campione di 24 mila famiglie su base annua (2
mila intervistati ogni mese). Attenzione: quel 50 e passa per cento di
persone che si dichiarano povere non lo sono oggettivamente, non rientrano
negli standard di povertà "assoluta" e "relativa" fissati dall'Istat, ma
questo non impedisce loro di percepirsi come tali. E' il fenomeno della
cosiddetta "povertà soggettiva", cui l'Istituto dedica la sua nota mensile
di luglio. L'Isae sottolinea come l'indagine non miri a "individuare una
fascia di indigenza, o un gruppo di soggetti che versa in una condizione
economica significativamente peggiore della media della popo
> lazione", ma come faccia emergere, al contrario, "il grado di

insoddisfazione rispetto ai propri livelli di reddito". Insoddisfazione che
risulta in crescita: dal 50,1% dell'anno scorso al più recente 51,4%. Il
disagio maggiore è percepito al Sud e nelle isole (con tassi intorno al
57%); al Centro la povertà soggettiva si attesta al 52% circa, mentre al
Nord non supera il 47%.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/statosociale/articoli/povsogg.htm
>
>
> Eurispes / Economia senza governo
>
> Crollano redditi e investimenti, il governo non fa nulla
>
> Da oltre due anni spirano venti di crisi sull'economia italiana e i

redditi si contraggono a vista d'occhio, ma il governo ha fatto molto poco
per arginare il problema, che proprio per questa inazione sta diventando
sempre più grave. E una delle indicazioni più rilevanti che emergono
dall'indagine realizzata dall'Eurispes, su richiesta dell'Udeur, sui
principali aspetti dell'economia italiana negli ultimi due anni, con
particolare attenzione agli aspetti congiunturali e di breve periodo.Nel
2002 - rileva l'Eurispes - il reddito disponibile reale delle famiglie, che
dopo le contrazioni degli anni 97 e 98 (dovute all'ingresso nell'Euro) aveva
mostrato segni di ripresa nel 2000 ed in gran parte dello stesso 2001, ha
subito una brusca flessione (-3,1%). Le cause sono due: la modesta crescita
del PIL da un lato e la decisa crescita dei prezzi dei prodotti di consumo
abituale delle famiglie a basso e medio reddito, dall'altro. A ciò vanno
aggiunti i rendimenti dei titoli a reddito fisso, c
> he come è noto hanno subito un tracollo e sono una causa non piccola della

riduzione delle entrate dei risparmiatori.
>
> L'Eurispes critica anche duramente la gestione dell'economia da parte del

governo e in particolare del ministro Tremonti, che si sarebbe mostrato
gravemente disattento di fronte al disimpegno delle imprese dagli
investimenti, senza esercitare "nessuna funzione di supplenza". "In nessuno
dei settori ai quali si può attribuire una responsabilità della crisi - nota
l'Eurispes - si è visto un intervento deciso e consapevole del governo. Si
ha l'impressione che al di là di una serie di espedienti di natura
tributaria il governo si disinteressi della gestione dell'economia. La
disattenzione del governo è dimostrata dal fatto che nel comparto
costruzioni che ha avuto tra il 2002 ed il 2001 un modestissimo aumento
dello 0,3%, molto vicino quindi allo zero, il settore "Costruzioni per
abitazioni", dominato per la sua totalità dal mercato privato, ha registrato
un incremento piccolo ma sensibile e vicino ad un punto percentuale (+0,9%),
mentre il comparto "Altre costruzioni", nel quale ricadon
> o i lavori pubblici da qualunque ente commissionati, mostra un lieve ma

comunque significativo calo rispetto all'anno precedente (-0,3%)".
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/statosociale/articoli/eurispes.htm
>
>
> Competitività del sistema Italia
> di Patrizio Bianchi, Marcello Messori, Paolo Onofri
>
> Da quasi un quinquennio il sistema economico italiano sta affrontando il

«cambiamento di regime», indotto dalla partecipazione all'Unione mone-taria
europea e dalla conseguente crescita nell'integrazione dei mercati
continentali. Tra pochi anni questo processo di cambiamento subirà una nuova
accelerazione, grazie al progressivo allargamento dell'Unione eu-ropea a
molti paesi dell'Europa orientale, usciti in tempi recenti dalla fase di
transizione da economie pianificate a economie di mercato. È quindi utile
tentare un primo e sommario bilancio di come l'economia italiana abbia
reagito a tali mutamenti strutturali, e di come si stia attrezzando per
fronteggiare le prossime novità. La risposta più ovvia, ma anche più
rispondente alla realtà, sembra es-sere: con difficoltà evidenti. Sul piano
macroeconomico, tali difficoltà hanno incominciato a manifestarsi fin
dall'inizio degli anni novanta. Il processo di rientro dal debito pubblico,
avviato dal governo Amato nel 1992 e (almeno parzia
> lmente) concluso dal governo Prodi nel 1998 con la partecipazione al varo

dell'euro, ha avuto l'enorme merito di correggere strutturali disequilibri
nei fondamentali della nostra economia e di mante-nere l'Italia nel cuore
dell'evoluzione europea. Ciò ha consentito al no-stro paese di evitare il
ripudio del debito pubblico - che nel 1994 illustri economisti americani
consideravano l'unico rimedio possibile -, di af-frontare negli anni più
recenti situazioni di crisi internazionale senza riflessi finanziari
significativi, di assorbire - senza ulteriori oneri da inte-ressi per i
nostri conti pubblici - la linea di finanza pubblica creativa che si sta
attualmente adottando.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/granditemi/articoli/bianchi-messori-onofri.htm
>
>
> Ires congiuntura flash / A cura di Aldo Eduardo Carra
>
> Niente luce in fondo al tunnel
> di Marigia Maulucci
>
> E la crisi continua: il grafico 3 mostra la relazione tra la crisi

attuale e quella del 1992-93. Dieci anni fa, dopo 23 mesi di difficoltà,
iniziò la risalita. Oggi, siamo al 28° mese di andamenti negativi e ancora
non si vede "la luce in fondo al tunnel". La recessione combina più fattori
negativi: la crescita ferma, intorno allo 0,4%, e la produzione industriale
(come si vede dal grafico) in caduta costante, una caduta che coinvolge
quasi tutti i settori. Particolarmente delicata la situazione nei settori
meccanico, elettronico, tessile, pelli, in quelli della gomma e del legno.
L'inflazione stabile intorno al 2,7%, in questo contesto, è un dato negativo
perché troppo alta rispetto a quella europea (il confronto Italia-Europa,
vedi grafico 1, viene fatto con indici "armonizzati" e quindi l'inflazione
italiana risulta un po' più alta del dato diffuso dall'Istat, ndr) . Siamo a
ben otto decimi di punto di distanza e questo, con l'euro forte e la
difficoltà della nostra bilancia d
> ei pagamenti, renderà ancora meno competitiva la nostra economia e ancora

più penalizzato il reddito e le stesse condizioni di vita dei lavoratori
dipendenti. L'attuale inflazione, com'è noto, è pari a quasi il doppio di
quella programmata in Finanziaria 2003.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/attualita/articoli/economia/maulucci2.htm
>
>
> Sicilia / Economia e occupazione ferme, e i guai giudiziari del presidente
>
> La crisi del modello Cuffaro
> di Stefano Iucci
>
> Chi bacerà più Cuffaro, il popolare "vasa vasa" da due anni al governo

della Sicilia? Gli elettori cominciano ad abbandonare il centro-destra: dal
dorato 61 a 0 delle scorse politiche al ben più misero raccolto della
tornata amministrativa di giugno; gli imprenditori protestano per i ritardi
della Regione nei pagamenti dei mandati e per gli scarsi investimenti nei
lavori pubblici (sono dati da un'indagine recente Isae-Banca d'Italia);
l'Istat, poi, gli gioca un altro brutto tiro: annuncia un aumento
occupazionale per il 2002 dello 0,9 per cento, che è pur sempre poca cosa
rispetto all'1,5 nazionale, ma l'ossigeno artificiale si spegne presto,
quando si scopre che un errore di rilevazione ha "regalato" a Ragusa 5.000
occupati in più. Come se non bastasse, ci si mette anche la magistratura che
il 26 giugno consegna a Cuffaro un avviso di garanzia per concorso in
associazione mafiosa. I destini delle ricorrenze: quasi esattamente due anni
prima, il 25 giugno del 2001, Cuffaro trionfava
> alle elezioni regionali su Orlando, con il 60 per cento di voti.
>
> Cala il sipario sul volto vincente del centro-destra meridionale? È presto

per dirlo. Ma certo a fare giustizia, a metà mandato, del sistema Cuffaro
non sono i colpi della magistratura, ma quelli più sottili e acuminati dei
numeri. Che parlano chiaro e indicano, spiega Carmelo Diliberto, segretario
della Cgil siciliana, "del fallimento di un sistema fatto di clientele,
assistenzialismo e mancanza di progettualità".
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/attualita/articoli/sicilia.htm
>
>
> Sicilia
>
> Artioli (industriali): più risorse per lo sviluppo
>
> Pronti al tavolo. La Confindustria siciliana accetta la proposta della

Cgil di costruire un luogo di confronto e impegno per affrontare la crisi di
sviluppo della Regione. "Nel momento in cui il Sud sembra finalmente tornato
a imporsi come tema nazionale è indispensabile che trovi come protagonisti
d'azione anche i destinatari di questo interesse", dice Ettore Artioli,
presidente degli industriali isolani.
>
> Rassegna Condividete anche voi il giudizio fortemente negativo che la

Cgil dà del governo regionale?
>
> Artioli Più che sull'azione del governo i giudizi vanno espressi sui

dati. Rallenta l'economia generale e un territorio debole come il nostro
risente della crisi più degli altri.
>
> Rassegna Le imprese hanno qualche responsabilità di questa debolezza?
>
> Artioli Certamente. Il sistema si è affidato per troppi anni alle

committenze locali, in forme improprie di mercato che tolgono energia per
affrontare i mercati più ampi. In questo, il governo regionale dovrebbe
cambiare rotta: meno spesa assistenziale e più risorse per lo sviluppo.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/attualita/articoli/sicilia2.htm
>
>
> Pubblico impiego / Il rinnovo dei contratti
>
> Salta l'incontro tra il ministro e i sindacati
>
> L'incontro tra i sindacati e il ministro Mazzella è saltato. La trattativa

per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, che riguardano un milione
e mezzo di dipendenti tra Sanità ed Enti locali, è stata rinviata.
Inevitabile, e preannunciata, la reazione dei sindacati: martedì i gruppi
dirigenti confederali e di categoria di Cgil Cisl e Uil si incontreranno per
decidere nuove iniziative di mobilitazione. Per Cgil, Cisl e Uil questo
rinvio "sta a significare che, dopo quasi due anni, il governo continua a
non essere in grado di garantire il rispetto degli impegni assunti per tutti
i contratti pubblici contenuti nel protocollo del 4 febbraio 2002". Questo
il commento unitario dei segretari confederali Gian Paolo Patta, Antonino
Sorgi e Antonio Foccillo, 'Cgil, Cisl e Uil, e le categorie del pubblico
impiego - affermano in una nota congiunta - riuniranno martedì prossimo i
gruppi dirigenti per decidere le ulteriori iniziative di mobilitazione e
lotta generali per il rinnovo dei c
> ontratti di lavoro della Sanità, degli Enti locali, della Presidenza del

Consiglio, delle Agenzie Fiscali. Il Governo, negando il diritto al
contratto per un milione e mezzo di persone - concludono - mette in
discussione pesantemente l'intero sistema delle relazioni sindacali di
questo Paese'.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/vertenze/articoli/impiego2.htm
>
>
> Metalmeccanici / Le vertenze pre-contrattuali della Fiom
>
> Già 27 accordi
>
> Già 27 accordi, gli ultimi dei quali a Bologna firmati con le aziende

Caterpillar Mec-Track, Cmp elettronicame e Bmb srl. 6500 i lavoratori
'coperti' dalle intese. Questi i primi dati di sintesi forniti dalla Fiom
riguardo l'apertura di vertenze aziendali pre-contrattuali finalizzate al
rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici e alla riapertura del
tavolo di confronto. Alla firma dell'accordo separato due mesi fa da parte
di Federmeccanica, Fim e Uilm, la Fiom ha risposto avviando in ogni azienda
una serie di vertenze che 'hanno lo scopo di raggiungere accordi funzionali
alla riapertura del tavolo nazionale e si sviluppano a partire da una serie
di proposte - sul salario, sui diritti, sulla continuità delle parti
normative del Contratto del luglio 1999 - che vengono presentate allo stesso
modo in tutte le aziende interessate dall'iniziativa. Accanto a questi
temi - si legge in una nota della Fiom -, si chiede alle aziende un impegno
per un accordo nazionale sottoscritto da
> tutte le organizzazioni sindacali'.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/vertenze/articoli/metalmeccanici/precontratti.htm
>
> Cooperative: la Fiom non firma /

http://www.rassegna.it/2003/contratti/articoli/metalmeccanici/coop.htm
>
>
> Telecomunicazioni / Secondo biennio economico
>
> Il primo accordo per il settore
>
> E' stata siglata l'intesa per il rinnovo della parte economica del

contratto di settore delle telecomunicazioni. Il contratto interessa il
periodo che va dal 1 gennaio 2003 al 31 dicembre 2004, ed è il primo rinnovo
a due anni dall'istituzione del settore contrattuale unificato delle tlc. I
sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, firmatari con Asstel
dell'ipotesi di intesa, lo definiscono 'un primo accordo importante dopo la
firma di due anni fa. L'ipotesi si rivolge ad un settore già oggi di oltre
110.000 lavoratori, comprendente tutte le maggiori imprese (Telecom, Tim,
Omnitel, H3G, Wind, Cosmed, Albacom, ecc.), imprese non aderenti ad Asstel
ma che già applicano questo contratto e tutte le piccole e medie imprese del
settore'. L'intesa raggiunta prevede un aumento al quinto livello di 91
euro, con un incremento percentuale sullo scorso contratto del 6,4%,
comprensivo del recupero sul biennio precedente del 2,3%. Gli scaglioni di
aumento sono previsti in 47 euro dal 1 luglio
> 2003 e 44 euro dal 1 luglio 2004. E' prevista inoltre una 'una tantum'

pari a 250 euro. Slc, Fistel e Uilcom sottolineano come 'le parti abbiano
convenuto che gli incrementi concordati, significativamente superiori al
tasso di inflazione programmato, sono stati determinati secondo i criteri
del Protocollo del 23 luglio 1993, confermando così una impostazione
contrattuale legata al recupero dell'inflazione prevista'.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/contratti/articoli/telecom3.htm
>
> Anche le Poste rinnovano il contratto:

http://www.rassegna.it/2003/contratti/articoli/poste.htm
>
> Giornalisti / Biennio economico
>
> Intesa tra editori e sindacato
>
> E' stato raggiunto l'accordo tra Fnsi e Fieg per il rinnovo biennale della

parte economica del contratto nazionale dei giornalisti. L'intesa tra
federazione della stampa ed editori è stata siglata nella notte. Tra le
novità, più 180.000 di vecchie lire al mese per il redattore ordinario in
due anni (parametrate secondo le qualifiche), e un maggior sostegno degli
editori agli istituti di categoria. L'aumento complessivo (che sfiora i 6
punti percentuali) supera l'inflazione reale prevista nel biennio. Il
trattamento minimo tabellare del redattore ordinario è stato incrementato di
93 Euro, pari a £ 180.073, suddiviso in tre tranche: la prima, di 46 Euro,
entrerà in busta paga con la retribuzione del corrente mese di luglio. La
seconda, di 21 Euro, partirà dalla retribuzione di aprile 2004. La terza, di
26 Euro, da settembre 2004. L'aumento tabellare per il redattore ordinario è
riparametrato per le qualifiche superiori: l'aumento per il capo redattore
sarà di 118,13 Euro pari a £. 228
> 750. Sulla base degli aumenti tabellari saranno rivalutati tutti gli

istituti economici contrattuali (aumenti biennali di anzianità, indennità
per lavoro straordinario, notturno, festivo, ecc.). Con le stesse
percentuali di aumento e con le stesse scadenze sono stati incrementati i
trattamenti tabellari minimi per i collaboratori fissi (art. 2), i
corrispondenti (art. 12) e i pubblicisti part time (art. 36).
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/contratti/articoli/giornalisti.htm
>
>
> Informazione / La "Gasparri" in aula al Senato
>
> Un'altra legge su misura
> di Fulvio Fammoni
> Segretario generale Slc Cgil
>
> Avevamo chiesto al governo e alla sua maggioranza un atto di

responsabilità sulla legge di riforma del sistema di comunicazione. L'ottava
commissione del Senato ha invece ripristinato, peggiorando ulteriormente i
punti relativi a Rai e pubblicità, il testo originario che tante critiche
aveva sollevato, non solo nostre ma dell'opposizione, dell'associazione
degli editori, di esperti, di commentatori internazionali. Questa arroganza,
anche dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale e le non smentite
indiscrezioni su valutazioni attribuite alle più alte cariche istituzionali
di incostituzionalità della legge, conferma e rafforza il problema e il
giudizio di fondo. Il problema è rappresentato dal conflitto d'interessi del
presidente del Consiglio, sempre più evidente e pericoloso.
> ARTICOLO

INTEGRALE:http://www.rassegna.it/2003/attualita/articoli/leggegasparri.htm
>
>
> Settore tessile / La crisi del sistema moda
>
> Svaluta il dollaro, paga il lavoro
> di Marco Togna
>
> Ma è possibile che se cade un vaso di fiori qui, dove siamo adesso, il

braccio che l'ha urtato sta migliaia di chilometri lontano? È possibile:
anzi, è sicuro. Il tessile italiano ha perso negli ultimi due anni 38 mila
posti di lavoro (come se a Nuoro o Gorizia o Vibo Valentia si ritrovassero
tutti "a spasso", vecchi e bambini compresi). A dirlo è uno studio della
Hermes Lab (società di ricerche economiche), presentato nei giorni scorsi a
Milano. Il braccio, cioè: la causa? È a Washington: è il dollaro, la sua
debolezza. "C'è innanzitutto una coincidenza dei tempi - spiega Marco
Ricchetti, amministratore delegato della Hermes - tra gli inizi delle
difficoltà italiane e le forti oscillazioni della moneta americana, entrambi
databili nella seconda metà del 2001. La svalutazione del dollaro ha
provocato la crisi della fiducia dei consumatori e il crollo delle
esportazioni: le imprese, per reazione, hanno accelerato i processi di
delocalizzazione, spostando i posti di lavoro dall'Italia
> in altre parti del mondo". A dimostrare la tesi, intervengono le cifre:

"Nel 2002 la produzione italiana è scesa dell'8,7 per cento, mentre il
fatturato è addirittura aumentato di 1.264 milioni di euro. Questo vuol dire
che le aziende hanno venduto, ma l'approvvigionamento dei prodotti è stato
fatto all'estero".
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/lavoro/articoli/tessile/sistemamoda.htm
>
>
> Edilizia e immigrazione / Rapporto della Fillea-Cgil
>
> I cantieri degli immigrati
>
> Rappresentano il 12 per cento della forza lavoro nel settore e la loro

presenza è cresciuta con la sanatoria prevista dalla legge Bossi-Fini. Sono
ormai 140.000 i lavoratori immigrati impiegati nel settore edile, ma a una
presenza così diffusa non corrisponde un adeguato riconoscimento
professionale né adeguati diritti: la maggior parte di loro, infatti, è
impiegata nelle mansioni più "basse" (apprendisti e operai generici) e una
reale tutela in materia di sicurezza è ancora lontana. I dati emergono dal
rapporto della Fillea Cgil "Edilizia e immigrazione", presentato il "8
giugno a Bologna in occasione dell¹attivo dei lavoratori immigrati. La
presenza di addetti extracomunitari nel comparto tocca punte anche del 30
per cento in alcune grandi città come Roma, Genova e Milano. A livello di
macro regioni, nel 2002 questa presenza ha raggiunto il 18% nel Nord Ovest e
il 14% nel Nord Est. I dati sull¹occupazione in edilizia elaborati
dall¹Istat nel mese di aprile 2003 sullo stesso mese de
> ll¹anno precedente rilevano una crescita di 112 mila occupati (+6,5%). Un

dato, questo, che risente ovviamente dell¹effetto sanatoria: le domande di
regolarizzazione sono state ben 43.324. Sono in particolare gli ultimi mesi
del 2002, a seguito dell¹introduzione della Legge Bossi ­ Fini
sull¹immigrazione, ad aver fatto registrare un vertiginoso aumento delle
iscrizioni alle Casse Edili di lavoratori stranieri.
> ARTICOLO INTEGRALE:

http://www.rassegna.it/2003/lavoro/articoli/edilizia2.htm
>
>
> Stati Uniti / La crisi colpisce anche il mercato del lavoro qualificato
>
> Precarietà senza frontiere
> di Ornella Cilona
>
> La lotta allo sfruttamento dei lavoratori si tinge negli Stati Uniti di

nuovi colori. L'avvento della globalizzazione e lo sviluppo delle tecnologie
informatiche hanno creato un mercato del lavoro qualificato che ha ormai
dimensione planetaria e che è sempre più a uso e consumo dei grandi gruppi
multinazionali. Cresce la domanda di giovani tecnici e laureati dell'Est
europeo e dell'Asia, sia che lavorino nei call center in India o in
Ungheria, sia che si trovino negli Usa con un regolare visto di lavoro. Il
motivo è sempre lo stesso: a parità di specializzazione costano molto meno
di un lavoratore statunitense, senza contare il fatto che non hanno alle
loro spalle un sindacato che li protegga. Quando si parla di immigrati negli
Stati Uniti il pensiero corre ai clandestini latino americani, che
costituiscono l'esercito invisibile degli addetti meno qualificati nei
cantieri o negli alberghi. In realtà, a partire dalla metà degli anni 90,
sono approdati sulle coste degli States un milio
> ne di informatici, medici e ingegneri, in possesso di un regolare visto di

lavoro. La maggior parte di loro proviene dai paesi europei al di là dell'ex
cortina di ferro o da uno dei paesi asiatici più avanzati sul piano delle
nuove tecnologie (India, Malesia, Corea del Sud). Ad attrarli erano il mito
di Internet e la crescita a due cifre dell'economia statunitense. Accolti a
braccia aperte dalle aziende hi-tech, che lamentavano penuria di personale
qualificato, per loro non è stato difficile trovare un lavoro nella Silicon
Valley o in qualche clinica per ricchi in Florida. La parola magica che ha
schiuso per questi lavoratori le porte di un ufficio o di un laboratorio ha
un suono un po' misterioso: H1-B. È il visto speciale che il governo
statunitense accorda agli immigrati in possesso di un titolo di studi
universitario e di un'esperienza professionale nei settori avanzati.
> ARTICOLO INTEGRALE: http://www.rassegna.it/2003/lavoro/articoli/usa2.htm
>
>
>
> Rassegna sindacale, è uscito il nuovo numero (n.27, 10-16 luglio 2003)
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