<html>
<head>
<title>Un E-mail Quattro informazioni.</title>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=iso-8859-1">
</head>
<body>
Un E-mail Quattro informazioni.
<p><br>
1 Un invito a un dibattito pubblico organizzato dal Collettivo Bellaciao.<br>
2 Un comunicato della commissione artistica e culturale sulla nostra censura/esclusione.<br>
3 Un comunicato della coordinazione per un nuovo cinema, contro la scelta vergognosa
della direzzione nazionale di ATTAC dei luoghi per fare la riunione per esempio
del Forum sull'acqua nel multisala di Vivendi, Pathé e Gaumont<br>
4 Un comunicato di Attac Svizzera.</p>
<p></p>
<p><br>
==========================================================================</p>
<p>CAFFE ALTERNATIVO</p>
<p>In Francia come in Italia<br>
Risposte sociale e alternative politiche<br>
Dibattito cooanimato dai militanti del collettivo della sinistra italiana BELLACIAO
e i militanti degli ALTERNATIVI</p>
<p>Giovedi 3 luglio alle ore 20h al BABAL CAFE<br>
109bd Menilmontant. Parigi 11eme<br>
Metro: Pere- Lachaise ou Menilmontat</p>
<p>Il dibattito sara' seguito da della musica.</p>
<p></p>
<p>==========================================================================</p>
<p><br>
Commissione artistica e culturale SFE 2003</p>
<p>Le 24 juin 2003</p>
<p>All'attenzione di Laurent Jesover, web master delle liste di discussione per
la preparazzione del FSE 2003</p>
<p><br>
Signore,<br>
Siamo stati informati dal Collettivo Bellaciao della su aimpossibilita di spedire
sulle liste SFEFRANCIA, FSE-ESF.org<br>
(liste nelle quali sono iscritti)</p>
<p>Questa informazzione ci allarma.</p>
<p><br>
Il Collettivo Bellaciao fa parte integrante della commisssione artistica e
culturale del SFE 2003 e lavora attivamente alla sua preparazione.<br>
Vi domandiamo di chiarirci su questo punto e di fare tutto quello che e' possibile
in vostro potere per rimettere l'indirizzo di Bellaciao sulle liste di discussione
il piu' presto possibile.</p>
<p>La Commisssione Artistica e Culturale riafferma, con la presente lettera,
che la CENSURA non puo' esistere all'interno di un Social Forum e che l'insieme
dei suoi membri resteranno vigilanti davanti il processo ANTIDEMOCRATICO che
e' in antitesi di quello che vogliamo costruire.</p>
<p>Aspettando la vostra risposta, vogliate acettare, Signore Jesover, i nostri
saluti.</p>
<p>La commissione artistica e culturale.</p>
<p></p>
<p><br>
==========================================================================</p>
<p><br>
IL SOCIAL FORUM DA VIVENDI</p>
<p>Coordinamento "Per un altro cinema"<br>
Nel quadro della preparazione del Forum Sociale Europeo di novembre 2003, il
coordinamento "Per un altro cinema", che lavora da molte settimane
all'organizzazione di seminari di riflessione e di una programmazione, ha
appreso, costernato, che la segreteria organizzativa del Forum Sociale Europeo
ed i rappresentanti degli Enti locali hanno concluso un accordo con le multisale
Pathé e Gaumont. Le ragioni di questa scelta si basano su criteri
di pura praticità... Ma, attenzione! É evidente che prestando
gratuitamente le sue sale di Ivry-sur-Seine agli organizzatori del forum
sull'acqua, la società Pathé spera di trasmettere, senza spendere
niente, l'immagine di un gruppo aperto alle idee nuove ed alle proccupazioni
politiche dei suoi potenziali spettatori. Questo paravento permette di mascherare
meglio la mercantilizzazione generale della cultura, dei media, del cinema,
dell'acqua etc… e consente alle multinazionali di fare profitti considerevoli
in futuro dissimulando abilmente la loro strategia di potere e di esclusione.</p>
<p>Il nostro coordinamento é nato dalla necessità evidente di far
vedere i numerosi film che pongono questioni sociali e politiche ai delegati
europei ed a quelli dell'Ile de France che verranno ad incontrarsi ed a dibattere
a St Denis, Parigi, Ivry e Bobigny a novembre. I film che vogliamo far vedere
sono tutti frutto di strutture di produzione e diffusione indipendenti. Queste
strutture artigianali animate da registi, produttori, distributori, programmatori,
tutti motivati da una certa idea di cinema, sono indispensabili alla diversità ed
all'indipendenza delle espressioni cinematografiche. L'uniformità delle
produzioni delle multinazionali é in totale contraddizione con la concezione
del cinema indipendente que vuole esser libero, culturalmente ricco e socialmente
utile. Imbrigliare questa forza creativa significa fare un cinema che non tiene
più conto delle differenti culture, dei diversi modi di vedere e di
capire il mondo. Le multisale sono il simbolo dell'uniformizzazione e della
formattazione di un cinema il cui solo scopo é di attirare un massimo
di spettatori-consumatori in questi templi dell'industria dello spettacolo.</p>
<p>Eppure nella regione parigina esiste ancora una straordinaria rete di sale
indipendenti e pubbliche che consente ai cinefili di scoprire film del mondo
intero. In uno spirito di cultura e comunicazione, dei direttori di cinema
fanno un lavoro di accompagnamento molto pertinente per sensibilizzare il pubblico
a film d'arte, di essai e di ricerca. Sono film che propongono uno sguardo
diverso sul mondo che volevamo progettare in una programmazione specifica per
il FSE.</p>
<p>D'altronde, come interpretare il fatto che tutte le iniziative culturali devono
funzionare sul principio del volontariato mentre la multisala Gaumont di St
Denis beneficierà di una parte del finanziamento della manifestazione?
Constatiamo indignati che la firma di un accordo fra il Forum Sociale Europeo
e delle multinazionali non ha apparentemente sollevato nessuna questione etica
o politica in seno alla segreteria organizzativa. Ecco perché chiamiamo
gli addetti ai lavori a mobilitarsi per:</p>
<p> Denunciare l'accordo fra il FSE e Pathé-Gaumont.<br>
Difendere la diversità culturale mediante la creazione, la produzione
e la diffusione.<br>
Opporsi alla mercantilizzazione della cultura, alla censura economica ed alle
logiche delpotere.<br>
Programmare film (fiction, documentari, sperimentali etc…) che pongano
interrogativi al mondo.<br>
Reagire organizzando un seminario sulla problematica dei cinema indipendenti.<br>
Approvare risoluzioni per la produzione e la diffusione indipendente europea.</p>
<p>HANNO PROMOSSO L'INIZIATIVA: Commissione interna della Caisse d'Epargne-Centro
culturale La Clef - Voir & Agir - L'Associazione dei Ferrovieri Cinefili
- Canal Marches - Le Magic Cinema di Bobigny - Il cinema le Luxy di Ivry-sur-Seine
- il Cinema Images d'Ailleurs - Attac Parigi 9/10 - La Rivista Documentaires
- La Cathode - Il Cinema Le trianon di Romainville/Noisy-le-sec - A D D O C
- Cinema Public - Co-errances - Collettivo Bellaciao - Gli Ecrans documentaires
- Alliance Ciné …</p>
<p>Fate circolare questo testo il più possibile. Grazie.</p>
<p></p>
<p><br>
COMUNICATO DI ATTAC-SVIZZERA SUL FCM E LA PARTECIPAZIONE A QUEST'ULTIMO DI
J. NIKONOFF, PRESIDENTE DI ATTAC-FRANCIA.</p>
<p>Losanna, 30 giugno 2003</p>
<p>La 15° edizione del Forum di Crans Montana si é conclusa. Questo
forum, che ha fra i suoi obbiettivi primari l'integrazione e la promozione
dei Paesi del Sud e di quelli dell'Est nell'economia di mercato, ha riunito
una volta di più intorno allo stesso tavolo soggetti economici privati
e dirigenti di Paesi con scarse preoccupazioni democratiche.<br>
Sponsorizzata fra l'altro da Syngenta, da Tamoil, dalla BP, ma sostenuta altresi'
dalla Banca Mondiale e dall'ONU, questa edizione ha messo insieme il Signor
Ravalomana, multimilionario dello yogurt e presidente del Madagascar, il Signor
Obasanjo, presidente della Nigeria (Paese membro del NEPAD) ed il Signor Gutierrez,
presidente dell'Equador, che si é fatto notare per le sue politiche
di austerità.<br>
Un momento atteso di questo vertice é stato quello della visita del
Signor KarzaÎ, ex consulente di Unocalm, paracadutato oggi alla presidenza
dell'Afghanistan. D'altronde quest'arrivo ha fatto seguito alla visita in Afghanistan
di una delegazione del FCM composta dal Signor Carteron (organizzatore del
Foruim) e da rappresentanti di grandi imprese, fra le quali Syngenta, ufficialmente
per consegnare al Signor Karzaî il premio della fondazione per i suoi
sforzi nella ricostruzione del Paese.<br>
Tuttavia, il punto forte di questa edizione resterà senza dubbio la
giornata dedicata all'Iran. Già fortemente presenti nelle precedenti
edizioni, i dirigenti iraniani hanno esibito la disponibilità del loro
Paese ad applicare le direttive del FMI in previsione di una domanda di adesione
all'OMC. Rispondendo alle domande dei giornalisti sulle ultime manifestazioni
degli studenti nel suo Paese contro il progetto di privatizzazione delle università,
Mohammed Hossein Adelj, vice-ministro iraninao degli Affari Economici, ha dichiarato: "Il
problema é risolto in modo sodisfacente. Il presidente Khatami era d'accordo
con loro ed il governo ha risposto positivamente alle richieste che gli erano
state avanzate. L'espressione popolare esiste in Iran, come in Francia ed altrove
in Europa". Più di 4000 studenti sono stati arrestati durante questa
rivolta. Attualmente il governo dice di detenere ancora più di 80 persone,
che sono nelle mani del Ministero dell'Informazione. Certi studenti rischiano
la pena di morte. <br>
Tuttavia, il Signor Adelj ha ragione, suo malgrado, su un punto: l'espressione
popolare esiste in Iran, come in Francia ed altrove in Europa. L'espressione
popolare esiste e deve esistere. Di fronte ai progetti di zone di libero scambio
(come quella proposta per il Medio Oriente all'ultimo WEF in Giordania ), di
fronte alla mercantilizzazione del mondo a favore di un'infima minoranza, l'espressione
popolare deve esserci e ci sarà malgrado le repressioni.<br>
Per questo Attac-Svizzera é sorpresa di apprendere dalla stampa che
il presidente di Attac-Francia, Jacques Nikonoff, ha partecipato al Forum di
Crans Montana. Attac-Svizzera tiene a chiarire che non é stata coinvolta
in questo intervento, dal quale prende le distanze.<br>
Il fatto che dei dirigenti di Paesi del Sud partecipino a questo forum non
significa necessariamente che essi rappresentano gli interessi e le speranza
dei loro popoli.<br>
Contrariamente alle valutazioni del Signor Nikonoff, noi non pensiamo che il
forum di Crans Montana non abbia niente di paragonabile ad un G8 o ad un forum
di Davos. Al contrario, vi vediamo una certa continuità nella volontà di
estendere i meccanismi di mercato, di garantire le condizioni di libero sfruttamento
e di libero profitto.<br>
Se, come dice il Signor Nikonoff, "a Davos i Paesi del Sud sono solo degli
ostaggi", a Crans Montana é esattamente la stessa cosa, almeno
per i loro popoli. I recenti avvenimenti in Iran sono là per ricordarcelo.<br>
Attac-Svizzera tiene dunque a riaffermare che, nelle condizioni attuali, ai "dialoghi" orchestrati
dal Global Leaders preferisce la ricerca del dialogo con i movimenti che vengono
dalle regioni colpite dalla mondializzazione neoliberale e dalla guerra e la
ricerca del dialogo e dell'azione con le organizzazioni che partecipano ai
contro-forum.</p>
<p>Contatto per la stampa: Alessandro Pellizzari 0041 78 600 70 93</p>
<p>02.07.2003<br>
<a href="http://bellaciao.org">http://bellaciao.org</a></p>
<p><br>
</p>
</body>
</html><a href="http://bellaciao.org/liste/listes.php?action=desinscription&code=1bfd61e6da102a9c&liste=45">http://bellaciao.org/liste/listes.php?action=desinscription&code=1bfd61e6da102a9c&liste=45</a>