[Cpt] I: [fori-sociali] Guerra ai migranti!

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著者: fabio raimondi
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題目: [Cpt] I: [fori-sociali] Guerra ai migranti!
-----Messaggio originale-----
Da: Carlo [mailto:carlo@sconfini.net]
Inviato: martedì 1 luglio 2003 11.16
A: Fori Sociali
Oggetto: [fori-sociali] Guerra ai migranti!

Ieri, lunedì 30 giugno, anche la tranquilla città di Pordenone è finalmente
ed ufficialmente entrata in guerra contro i migranti: Piazza Risorgimento,
luogo di convegno abituale di locali e di migranti è stata posta in stato
d'assedio, le strade adiacenti bloccate da una quindicina di mezzi dei
carabinieri e una cinquantina di carabinieri. Non era mai successo prima,
non in questa forma, almeno. Chi fermavano i solerti militi dell'arma? Non
cittadini italiani che pure erano presenti, ma persone dalla pelle un po'
più scura di quella di Bossi e Fini, e magari di "aspetto mediorientale":
insomma, migranti. Dotati di eleganti ed asettici guanti bianchi (perché, si
sa, i migranti sono portatori di malattie strane), li fermavano e li
trattenevano presso un furgoncino fino a mezz'ora per identificarli. La
brillante operazione si è conclusa con l'accompagnamento di tre di loro al
comando, da dove sono stati poi rilasciati. Qual era l'obiettivo del
dispiegamento di tanta forza? "Normale controllo", ha detto un agente
dell'arma.

Al di là dell'indignazione - sempre giusta -, è bene riflettere sia su
questa definizione che sulle modalità e tempi dell'operazione. E' avvenuta
nel mezzo di una campagna forsennata e ignobile della Lega contro i
migranti. In difficoltà dopo le ultime elezioni, il cancro leghista e le
metastasi fasciste tentano di recuperare terreno colpendo i migranti, quelli
che hanno più difficoltà a difendersi, oppressi come sono già da una
legislazione speciale e repressiva. In questa campagna il migrante è il
nemico.

L'operazione non aveva nessun obiettivo preciso, solo "normale controllo"
dei migranti: certo, per i migranti il controllo è normale, non poter stare
tranquillamente in una piazza un giorno d'estate è normale, non poter
circolare indisturbati è normale, non poter entrare e uscire dall'Italia
senza lunghe trafile e pacchi di documenti timbrati e bollati è normale, non
avere gli stessi diritti di tutti è normale. E' la normalità di una società
che si vuole civile e ricca, ma che per esserlo ha bisogno sempre di più di
uomini e donne da relegare nei lavori più duri e malsani e, per ottenere
questo, deve sottoporli a leggi discriminatorie e speciali. Le politiche
restrittive sull'immigrazione - la legge Turco_Napolitano prima e la legge
Bossi-Fini adesso- determinano le condizioni per il consolidamento di un
gruppo sociale costantemente marginalizzato, inferiorizzato e costantemente
sotto controllo. E tali politiche hanno bisogno di rappresentarsi i migranti
come portatori di un pericolo, un pericolo che essi costituiscono in quanto
tali, non come singoli individui determinati, ma come appartenenti a una
categoria di soggetti considerati "a rischio": i migranti. Non solo i
migranti pericolosi sono oggetto di controllo, ma i migranti in quanto tali;
pericoloso è il migrare in quanto tale.

E' anche significativo che a compiere l'operazione siano stati i
carabinieri, un corpo speciale, un corpo militare con funzioni di polizia:
questo chiarisce bene anche la nuova dimensione che la guerra ha acquistato
dopo il Kosovo, l'Afganistan e l'Iraq: il poliziesco diviene militare e il
militare diviene poliziesco. Le guerre esterne sono chiamate operazioni di
polizia internazionale, mentre le attività di polizia interna assumono
sempre di più la forma di vere e proprie operazioni militari, per mezzi e
per modalità. Non è un caso che in Italia e altrove si mobiliti la marina,
si centralizzi il comando della lotta all'immigrazione, si facciano accordi
di pattugliamento del territorio e dei mari, si costruiscano Centri di
permanenza temporanea, che al di là della definizione gentile ed
alberghiera, sono veri e propri campi per prigionieri di guerra. Della
guerra a bassa intensità , direbbero gli esperti, che si combatte ogni
giorno contro i migranti, e che proprio nei giorni passati ha avuto un
rigurgito di morti annegati, e che continuerà ancora con altri morti e altri
prigionieri. Ma per fortuna succede anche, come è successo nei giorni
scorsi, che qualche prigioniero fugga: il diritto di fuga del prigioniero
non è contemplato dalle stesse leggi militari? Così come succederà che i
migranti continueranno a sbarcare in Italia, in cerca di una vita migliore,
di possibilità di emancipazione, nel tentativo di infrangere le barriere che
vorrebbero confinarli in certe parti del mondo perché così va bene a chi ha
interesse che il pianeta sia ancora diviso tra ricchi e poveri ben
differenziati nello spazio.

E' a questa normalità che vogliono abituarci e quanto è accaduto ieri impone
a ogni persona semplicemente dotata di buon senso di opporsi in ogni modo a
questa follìa così perfidamente piena di metodo.



Pordenone, 1 luglio 2003
ASSOCIAZIONE IMMIGRATI di Pordenone
--
Carlo
http://www.sconfini.net

"Alla fine della guerra tra i vinti faceva la fame la povera gente, tra i
vincitori faceva la fame la povera gente ugualmente" (B. Brecht).


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