Autor: schizOperator Data: Assumpte: R: [Cm-milano] Re: "STOP GLOBAL WAR-M"
luzzi <dtdesign@???> writes:
> Non deve diventare una bandiera o un partito.
cioe', in sostanza, una forma identitaria...
un soggetto.
> la massa =C2=81=C3=A8 di per se una manifestazione, liberissimi tutti di = partecipare o > meno ad altre manifestazioni ma non nel nome di c.m.
:)
ecco,
io gia' qui mi sbellico...
dunque,=20
in nome di cm=20
non nominiamola invano=20
dato che non puo' essere nominata.
fazziamo ridere i polli :)
ma se ci ingarbugliamo anche noi!
a me' sembra che, pur con tutti i distinguo,
noi stess* abbiamo una percezione della massa critica
che viene spesso criticata quando si trasforma in pensieri/concetti.
> la massa =C2=81=C3=A8 di per se una manifestazione...
x me', ad es., non lo e'...
e' semmai una forma d'azione che puo' essere vissuta/intrapresa
da vari punti di vista
e questa varieta' non e' relativa solo alle diverse entita' che vi partecip=
ano,
ma e' da trovare diffusa negli spazi e nei tempi=20
ogni volta che si presenta una situAzione di quel tipo
(e l'interpretazione di questo "tipo"=20
e' da ricercarsi tra i termini massa & critica).
cmq,
ammettiamo pure che > la massa =C2=81=C3=A8 di per se una manifestazione... cosa manifesta?
_ bici contro auto?
_ strade x le bici?
_ strade + socializzate?
_ spazi pubblici finalmente considerati come parte del territorio?
_ sensualita' dell'urbano?
_ ...
si capisce bene che le sfumature portano verso una globalita' dell'esistenza
che non puo' essere rinchiusa.
del resto, se la vogliamo buttar sugli slogan,
quello che e' + vicino al mio sentire recita=20
"la bicicletta non e' nulla,
ma e' gia' qualcosa".
la bici e' un mezzo x vivere in maniera + sensuale lo spazio/movimento
e non e' che e' da usare x qualsiasi cosa,
ad es. io non dormo seduto sulla bici;
'nzomma, non intendo dire che non esistano
"usi impropri" (anche se cmq molto soggettivi)
xo' il suo utilizzo quale mezzo critico=20
non puo' essere confezionato neppure in un bellissimo packetto.
> Se non si sta' attenti i nomi=20
> dagli altri [e non solo, n. mia]
> vengono usati alla cazzo, tipo "aderisce anche critical mass", "critical = mass aprir=C2=81=C3=A0 il corteo, occupandone la testa",=0D > "critical mass ha sede in 7 citt=C2=81=C3=A0", "i membri di critical mass= arriveranno...",=0D
boh!
a me' sembra riduttivo limitare le nostre visioni/aspettative
su questo tipo di esperienza=20
xche' se no gli altri non interpretano bene;
se 'sti altri=20
(che poi, come ho gia' accennato, anche noi ci sguazziamo nelle identita' a=
ppioppateci)
interpretano male e discutono peggio,
beh!=20
evidentemente,
se non c'e' sufficente il motivo della banalita' dell'esistente,=20
ci siamo spiegati e/o abbiamo agito male noi.
magari ci siamo buttati come un altro prodotto mediatico/controculturale
sul piano liscio dell'assimilazione/conoscenza mediatica del dissenso...
di qui una perdita di spessore
e una diffusa superficializzazione dell'elaborazione concettuale.
x me' critical mass, almeno qui in italia,
ha un'impronta troppo spettacolare
(la nostra visibilita' e' data, volenti o nolenti dai mass-media
e non da forme di comunicazione che nascono spontanee al nostro interno)
e questo comporta che=20
anche il nostro elaborare concettualmente l'esperienza psicofisica=20
si appiattisce sulla sua spettacolarizzazione=20
(indottaci subdolamente dal blatericcio mainstream).
questo, diciamo, inciampo
mi sembra cmq abbastanza attutito
dal fatto che chi si trova coinvolt* nella massa critica
esperisce una situazione che, mettendol* in contatto diretto coi propri sen=
si
complessifica la sua precedente concezione mediata.
allontanandosi un po' dal si dice
e spulciando un po' l'esperito
mi sembra che il problema non sia non dire=20
(che c'ha la sua bella differenza rispetto al "nominare"
che gia' sottende un'interpretazione reazionaria)
critical mass, bensi' comprenderla come esperienza/azione.
immagino che questa elaborazione porterebbe alla formulazione di proposte
che contemplano cm non come soggetto ma, appunto, come azione;
x quanto riguarda poi quello che "gli altri" dicono/capiscono
beh!, questa e' n'altra storia e potrebbe essere un argomento d'analisi
(e le azioni che si possono fare sulla costruzione della realta' semplifica=
ta=20
da parte della comunicazione di massa sono delle + diverse)
che cmq non impone definizioni=20
alla libera esperienza della massa e della critica.
io, cmq, direi... tuffo nel naviglio :)
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-> ognun* di noi e' parecchi <-
-> ecco di che cosa si parla quando si parla di rivoluzione <-
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