[Cm-roma] Il rigore al volante di MICHELE SERRA

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Szerző: Luca Ciclico
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Tárgy: [Cm-roma] Il rigore al volante di MICHELE SERRA
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Rinunciare al volante, per gli italiani, una vera privazione
Forse la gravit della pena far riflettere sulla gravit della colpa

Il rigore al volante
di MICHELE SERRA

ROMA - Nello spensierato clima di deregulation sociale, e di condonismo
allargato, l'introduzione della patente a punti in confortante controtendenza.
D'ora in poi la vecchia multa, che mordeva le tasche ma lasciava indenne la
licenza di nuocere degli automobilisti irresponsabili, sar affiancata da un
provvedimento ben pi ficcante e risolutivo: dopo un certo numero di infrazioni
gravi, che si sommeranno sulla fedina di guida del reo, la patente verr
ritirata. E per riaverla, passati i termini della punizione, bisogner rifare
l'esame di guida, da bravi ripetenti. Particolarmente alto il punteggio di
demerito per chi viaggia senza cinture di sicurezza, passa con il rosso,
sorpassa in curva e infrange platealmente i limiti di velocit.

bene ricordare, quando si parla di codice della strada, che la questione non
di costume, anche se il costume italiano, almeno dal "Sorpasso" in avanti,
sapidamente influenzato dalla nostra condotta al volante, che alimenta infinite
barzellette e conversazioni quasi inesauribili, da casello a casello.

- Pubblicit -
No, qui si sta parlando di migliaia di morti all'anno, in larga parte morti
provocate dal menefreghismo e dal bullismo su strada. Si sta parlando di
famiglie distrutte, di vite cancellate, di invalidit permanenti, di una strage
implacabile che non riesce a trovare sui media, e nemmeno nella coscienza dei
cittadini, una sua evidenza permanente. Si parla molto di pi, per esempio, e
con miglior presa pubblica, dell'emergenza fumo, che pure colpisce pi
direttamente i consapevoli italiani che inalano a proprio rischio nicotina e
catrame, e assai meno i cosiddetti "fumatori passivi". Bene, la morte su strada
invece molto pi spesso a carico degli innocenti, falciati o schiacciati per
colpa della condotta omicida d'altre persone.

Non ha neanche la "giustificazione" d'esser principalmente autolesionista, il
vizio di guidare spericolatamente. un dolo eterodiretto, una violazione
brutale dell'altrui diritto all'incolumit. Ed per giunta un dolo fortemente
assolto, per esempio nella cultura giovanile, dall'equivoco viriloide (e
parecchio latino) della "guida sportiva", come se la condotta spericolata fosse
un segno d'esuberanza e destrezza.

Dunque ben venga, la patente a punti, se riesce a porre un limite pi credibile,
pi realistico alla cattiva guida. Rinunciare al volante, per molti italiani,
una vera e propria privazione, psicologica ancor prima che logistica, ma a mali
estremi, estremi rimedi: chiss che la gravit della pena non faccia riflettere
meglio sulla gravit della colpa.

Naturalmente, sar necessario che le maglie delle nuove leggi siano
sufficientemente strette da non consentire scappatoie. Gi si immaginano
autodenuncie di congiunti dalla patente immacolata ([ab]Ero io che guidavo, non
mio marito![bb]) pur di proteggere altre patenti gi al limite del sequestro. O
altre manfrine giustificazioniste, nelle quali noi italiani siamo quasi
virtuosi, vedendo nelle leggi un'imposizione astratta della quale dare una
pragmatica e comoda applicazione. Non chiarissime e non rassicuranti, in questo
senso, le nuove disposizioni del codice che affidano sostanzialmente ai singoli
concessionari delle autostrade il compito di stabilire i limiti di velocit
(fino a un massimo di 150 chilometri all'ora) a seconda del tracciato, dello
stato dell'asfalto, delle condizioni meteo e di altre (troppe) variabili.

Possibili estenuanti contenziosi, ricorsi e controricorsi, da parte di
automobilisti che valutano un temporale come una innocua pioggerella. La
discrezionalit, al volante, gi applicata dagli automobilisti con abituale
disinvoltura, e gi il concetto (nevralgico) di distanza di sicurezza, per
esempio, interpretato dai frettolosi e dai maleducati come un pressing
ossessionante a pochi metri dal paraurti di chi precede. Limiti di velocit
cangianti non sono di buon esempio per un paese di guidatori presuntuosi,
convinti (lo dice anche un recente sondaggio) che l'abilit di guida sia pi
importante, ai fini della sicurezza, dello scrupoloso rispetto del codice della
strada. Bisognerebbe, per molti automobilisti, introdurre anche una specie di
punteggio civico, che ne misuri il comprendonio, e il livello di saggezza...

Ci si accontenti, per ora, della patente a punti, che almeno in teoria dovrebbe
far cessare l'antipatica discriminazione di censo tra gli automobilisti
indigenti, per i quali la multa comunque un colpo al portafogli, e
automobilisti doviziosi, per i quali la multa equivale appena a un pedaggio in
pi, piccola seccatura da regolare (quando la regolano) con poche banconote, e
poi si torna a guidare esattamente come prima.

Ma questo non bisogna dirlo troppo ad alta voce, perch qualcuno, nella
maggioranza di centrodestra, potrebbe considerare sconveniente e vagamente
"comunista" un sistema d'incentivi e disincentivi che colpisce tutti, per una
volta, in eguale misura.

(28 giugno 2003)


http://www.repubblica.it/online/cronaca/patentepunti/serra/serra.html








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Rinunciare al volante, per gli italiani, una vera privazione
Forse la gravit della pena far riflettere sulla gravit della colpa

Il rigore al volante
di MICHELE SERRA

ROMA - Nello spensierato clima di deregulation sociale, e di condonismo
allargato, l'introduzione della patente a punti in confortante controtendenza.
D'ora in poi la vecchia multa, che mordeva le tasche ma lasciava indenne la
licenza di nuocere degli automobilisti irresponsabili, sar affiancata da un
provvedimento ben pi ficcante e risolutivo: dopo un certo numero di infrazioni
gravi, che si sommeranno sulla fedina di guida del reo, la patente verr
ritirata. E per riaverla, passati i termini della punizione, bisogner rifare
l'esame di guida, da bravi ripetenti. Particolarmente alto il punteggio di
demerito per chi viaggia senza cinture di sicurezza, passa con il rosso,
sorpassa in curva e infrange platealmente i limiti di velocit.

bene ricordare, quando si parla di codice della strada, che la questione non
di costume, anche se il costume italiano, almeno dal "Sorpasso" in avanti,
sapidamente influenzato dalla nostra condotta al volante, che alimenta infinite
barzellette e conversazioni quasi inesauribili, da casello a casello.

- Pubblicit -
No, qui si sta parlando di migliaia di morti all'anno, in larga parte morti
provocate dal menefreghismo e dal bullismo su strada. Si sta parlando di
famiglie distrutte, di vite cancellate, di invalidit permanenti, di una strage
implacabile che non riesce a trovare sui media, e nemmeno nella coscienza dei
cittadini, una sua evidenza permanente. Si parla molto di pi, per esempio, e
con miglior presa pubblica, dell'emergenza fumo, che pure colpisce pi
direttamente i consapevoli italiani che inalano a proprio rischio nicotina e
catrame, e assai meno i cosiddetti "fumatori passivi". Bene, la morte su strada
invece molto pi spesso a carico degli innocenti, falciati o schiacciati per
colpa della condotta omicida d'altre persone.

Non ha neanche la "giustificazione" d'esser principalmente autolesionista, il
vizio di guidare spericolatamente. un dolo eterodiretto, una violazione
brutale dell'altrui diritto all'incolumit. Ed per giunta un dolo fortemente
assolto, per esempio nella cultura giovanile, dall'equivoco viriloide (e
parecchio latino) della "guida sportiva", come se la condotta spericolata fosse
un segno d'esuberanza e destrezza.

Dunque ben venga, la patente a punti, se riesce a porre un limite pi credibile,
pi realistico alla cattiva guida. Rinunciare al volante, per molti italiani,
una vera e propria privazione, psicologica ancor prima che logistica, ma a mali
estremi, estremi rimedi: chiss che la gravit della pena non faccia riflettere
meglio sulla gravit della colpa.

Naturalmente, sar necessario che le maglie delle nuove leggi siano
sufficientemente strette da non consentire scappatoie. Gi si immaginano
autodenuncie di congiunti dalla patente immacolata ([ab]Ero io che guidavo, non
mio marito![bb]) pur di proteggere altre patenti gi al limite del sequestro. O
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virtuosi, vedendo nelle leggi un'imposizione astratta della quale dare una
pragmatica e comoda applicazione. Non chiarissime e non rassicuranti, in questo
senso, le nuove disposizioni del codice che affidano sostanzialmente ai singoli
concessionari delle autostrade il compito di stabilire i limiti di velocit
(fino a un massimo di 150 chilometri all'ora) a seconda del tracciato, dello
stato dell'asfalto, delle condizioni meteo e di altre (troppe) variabili.

Possibili estenuanti contenziosi, ricorsi e controricorsi, da parte di
automobilisti che valutano un temporale come una innocua pioggerella. La
discrezionalit, al volante, gi applicata dagli automobilisti con abituale
disinvoltura, e gi il concetto (nevralgico) di distanza di sicurezza, per
esempio, interpretato dai frettolosi e dai maleducati come un pressing
ossessionante a pochi metri dal paraurti di chi precede. Limiti di velocit
cangianti non sono di buon esempio per un paese di guidatori presuntuosi,
convinti (lo dice anche un recente sondaggio) che l'abilit di guida sia pi
importante, ai fini della sicurezza, dello scrupoloso rispetto del codice della
strada. Bisognerebbe, per molti automobilisti, introdurre anche una specie di
punteggio civico, che ne misuri il comprendonio, e il livello di saggezza...

Ci si accontenti, per ora, della patente a punti, che almeno in teoria dovrebbe
far cessare l'antipatica discriminazione di censo tra gli automobilisti
indigenti, per i quali la multa comunque un colpo al portafogli, e
automobilisti doviziosi, per i quali la multa equivale appena a un pedaggio in
pi, piccola seccatura da regolare (quando la regolano) con poche banconote, e
poi si torna a guidare esattamente come prima.

Ma questo non bisogna dirlo troppo ad alta voce, perch qualcuno, nella
maggioranza di centrodestra, potrebbe considerare sconveniente e vagamente
"comunista" un sistema d'incentivi e disincentivi che colpisce tutti, per una
volta, in eguale misura.

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