[RSF] Iran: battaglia per la democrazia

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Author: forumroma@inventati.org
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Subject: [RSF] Iran: battaglia per la democrazia
Condivido molto l'articolo. Se il "movimento" e l'Europa non si muovono
per una giusta lotta per la democrazia in Iran, logicamente succeder=E0 c=
ome
per i curdi, si appoggeranno a chi li sostiene. Lo sto facendo girare. Vi=
ttorio
Parola

>-- Messaggio originale --
>To: <forumroma@???>
>From: "albion" <albion@???>
>Subject: [RSF] Iran: battaglia per la democrazia
>Reply-To: forumroma@???
>Date: Mon, 30 Jun 2003 07:19:53 -0000
>
>
>http://newbrainframes.org/journal/art.php?id=3D507&tid=3D34&anno=3D2003
>
>L'Iran e' il piu' estremo dei paesi del medioriente. Estremo per
>posizione geografica, per dimensioni, per sistema politico.
>
>Da quando l'ex Persia ha preso questa denominazione e' stato inserito
>nel novero di quei paesi nemici dell'Occidente. Con la recente guerra
>al terrorismo di Bush e dopo l'invasione dell'Iraq l'Iran e' divenuto
>l'altra faccia della medaglia mediorientale.
>
>Se in Palestina si giocano le ultime carte di una partita che deve
>avere una sola possibile fine, in Iran sta succedendo qualcosa di
>altrettanto importante.
>
>Dal 10 giugno scorso gli studenti, ma poi anche gli operai, sono scesi
>in piazza contro il progetto di privatizzazione delle universita', ma
>da subito contro il regime degli ayatollah giudicato inadeguato a
>guidare una societa' civile ormai rivolta al futuro.
>
>Una societa' civile che e' si occidentalizzata per consumi e bisogni,
>ma e' fortemente radicate nella cultura iraniana ed islamica. Il vero
>attrito non e' tanto tra globalizzazione e cultura locale, ma
>piuttosto tra chi vuole separare nettamente politica e religione e chi
>invece insiste per volerle unite.
>
>Solo 2 settimane fa il noto opinionista del NewYork Times, William
>Safire, sosteneva che il regime iraniano non poteva venire a patti, o
>per lo meno rispondere all'ondata di contestazione studentesca,
>perche' la societa' e' spaccata in due tra fondamentalismo e modernita'.=


>Aprire alle istanze progressiste avrebbe portato comunque ad una
>probabile rivolta ben piu' ampia di quello che vediamo oggi.
>
>D'altronde sempre il NewYork Times ci informa (Student Arrests Spark
>Defiance in Iran, 29/06/03) che il regime degli ayatollah ha scelto la
>via della repressione, forse convnvito che si possa riportare indietro
>in eterno le lancette della storia ad un improbabile status quo.
>
>4.000 fermi, dei quali 2.000 ancora in essere, dimostrano il terrore,
>ormai panico, del regime per una protesta che coinvolge probabilmente
>molto piu' degli 8.000 studenti dichiarati.
>
>Allahbadashti, uno dei pochi leader studenteschi non ancora
>incarcerati, sottolinea come in questa crisi il regime di Khamenei
>abbia completamente perso la propria legittimita'. Considerazione che
>ci fa supporre che la strada intrapresa con queste proteste e' senza
>ritorno ed il tentativo di ripristinare l'equilibrio fondamentalismo
>vs modernismo e' ormai una pia speranza.
>
>D'altronde Ali Ghaderi, leader dell'opposizione Fedaian in esilio,
>intervistato dal sito informationguerrilla.org parla di regime allo
>sbando e protesta ancora viva e sostenuta da settori economici
>importanti quali quello petrolifero e tessile.
>
>Ghaderi e' convinto che ormai la protesta sia incontrollabile e
>rimarca con forza che non e' una rivoluzione eterodiretta e finanziata
>dagli USA, ma lo sbocco di 10 anni di continui attriti (ed
>aggiustamenti) tra la societa' civile e gli ayatollah.
>
>La posta in gioco pero' e' molto piu' alta di un semplice
>avvicendamento al potere: una teocrazia non puo' sopravvivere in
>presenza di due verita'. Non sorprende infatti che nella preghiera del
>27 giugno l'Imam di Teheran abbia accusato gli studenti e gli operai
>in lotta di essere negatori di Dio dando mano libera ai pasdaran.
>D'altronde tra i 4.000 studenti arrestati, non si sa piu' nulla di
>560, che macabramente si inizia a chiamare desaparecidos.
>
>Anche se la repressione da' l'impressione di aver fiaccato le
>proteste, tutti sanno che e' il 9 luglio la data cruciale.
>L'opposizione ha gia' detto che, con o senza autorizzazioni, sara' in
>corteo a Teheran. Il 9 luglio del 1999 il regime iraniano affogo' nel
>sangue una delle piu' imponenti ondate di proteste studentesche, la
>commemorazione di questa data rischia di essere la miccia che
>inneschera' una serie di eventi il cui esito rimane difficilmente
>ipotizzabile.
>
>Il silenzio dei media, dei governi e dei movimenti occidentali non
>puo' spiegarsi flebilmente con la sosta dell'attivita' politica nei
>mesi estivi.
>Non e' possibile perdere un appuntamento con la storia di questa
>portate solo perche' gli USA guardano favorevolmente al cambio di regime=

.
>
>Un movimento internazionale capace di smuovere le coscienze
>occidentali e di dare un appiglio all'incerto Khatami, leader sinora
>dell'ala modernista del regime, non solo e' necessario, ma doveroso.
>Un Iran capace di uscire dal fondamentalismo religioso con le sue sole
>forze puo' essere un esempio, un modello per tutte le giovani
>democrazie islamiche.
>
>Un Iran che si modernizzasse a seguito di moti di piazza e di spinte
>sociali sarebbe la piu' forte risposta al disegno conquista e modella
>con cui Bush tenta di trasformare l'Iraq.
>
>Se un altro mondo e' possibile questo non deve tollerare i
>fondamentalismi religiosi, economici ed ideologici.
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