[Forumumbri] PRECARI DALLA SCUOLA: VERSO LA SOLUZIONE FINALE…

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Autor: franco coppoli
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Assunto: [Forumumbri] PRECARI DALLA SCUOLA: VERSO LA SOLUZIONE FINALE coord naz precari cobas
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PRECARI DALLA SCUOLA: VERSO LA SOLUZIONE FINALE

Continua lo smantellamento della scuola pubblica e l¹espulsione dei precari da parte del MIUR spalleggiato dai soliti confederali.

In particolare assistiamo:

- all’¹improvvisa ricomparsa sulle tematiche del precariato dei sindacati confederali. Questi sono gli stessi che durante i governi precedenti hanno spalleggiato la precarizzazione permanente dei precari docenti ed ATA nella scuola, con esternalizzazioni e tagli che hanno creato le condizioni per il passaggio all’attuale fase: infatti dalla precarizzazione permanente che ha rappresentato il barbaro paradigma lavorativo negli anni ’90 con il nuovo millennio l’attuale esecutivo (complici i sindacati firmatari dell’indecente contratto) è passato ad una sorta di “soluzione finale”: all’espulsione di decine di migliaia di lavoratori precari della scuola dopo anni di servizio.

L’ultimo contratto infatti subordina aumenti da fame -ben lontani comunque dai salari europei e sotto i tassi di inflazione reale- ai tagli del personale senza che, da parte dello stato, si siano incrementati i finanziamenti per la scuola pubblica (lo stesso non può dirsi per quella privata, in una contraddizione che viola -a nostro avviso- l’art. 33 della costituzione e che i cultori del libero mercato dovrebbero spiegarci).

I sindacati ex concertativi, corresponsabili dell’¹attuale precarizzazione dei lavoratori della scuola, come di tutti gli altri settori, non hanno perso l¹occasione di organizzare l¹ennesima beffa, convocando una manifestazione-spettacolo a Roma il 16 giugno scorso , dopo aver lasciato passare, senza proclamare una sola ora di sciopero durante l¹ultimo anno scolastico, i tagli agli organici e tutte le misure che restringono ulteriormente le possibilità di accedere ad incarichi a tempo determinato nella scuola.


- alla conclusione, già abbondantemente annunciata, dell’¹iter parlamentare del disegno di legge che prevede l¹immissione in ruolo nella scuola pubblica di circa 18 000 IRC già reclutati dalla curia vescovile con criteri eterogenei e insindacabili per insegnare una materia facoltativa. Tutto questo non solo configura un ulteriore attacco alla laicità della scuola, ma è uno schiaffo in faccia ai precari che scontano ora, per il secondo anno consecutivo e dopo aver subito il taglio di circa 40 000 cattedre a seguito delle più recenti leggi finanziarie, il blocco delle assunzioni pur a fronte di 107 000 posti vacanti. Peraltro il reclutamento diretto da parte dello Stato degli insegnanti di religione non solo azzera il numero di posti disponibili per le immissioni in ruolo del 2003-2004, numero già risibile di fronte alle aspettative dei precari, ma costituisce un nuovo canale preferenziale per i neo-assunti, che si troveranno in condizione di trasferirsi, una volta inseriti nei ruoli
dello Stato, sui posti vacanti attualmente occupati dai precari.



- a un esame di stato conclusivo del ciclo di istruzione secondaria che, già svuotato dalla riforma delle commissioni, scade ora in una volgare e arrogante farsa di regime e di fatto deprime la dignità degli allievi a cui si richiede, come mai nel passato, una prova di piatto conformismo anticomunista, compreso l¹immancabile contorno grottesco dell¹inserimento, tra i documenti per il saggio breve/articolo di giornale, di un pensiero edificante e originale del presidente del consiglio in carica. Servilismo di funzionari di basso profilo o suggerimento dall’¹alto, comunque dimostrazione che il signor Berlusconi, con l¹aiuto di Lady Moratti, tenta di trasformare la scuola in un luogo deputato al puro e semplice consumo di nozioni in stile mediaset.

Lottiamo allora per una campagna a tutto campo di riconquista dei nostri diritti, per l’immediata assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari della scuola su tutte le cattedre in organico di fatto e di diritto; per lo sblocco del turn over, per la pari dignità di tutte le abilitazioni; per la garanzia dello stipendio nei periodi di non lavoro; per un salario sociale a precari e disoccupati, per la garanzia ai precari degli stessi diritti assicurati ai docenti a tempo indeterminato, per la salvaguardia del diritto alla deroga per gli insegnanti di sostegno, contro le riduzioni e la flessibilizzazione del personale ata e per il mantenimento del posto di lavoro anche per tutti quei lavoratori in "ruolo" che sono a rischio di sovrannumerarietà.

Contro questo ulteriore attacco alla scuola pubblica, contro la mercificazione dell’¹istruzione e della cultura, contro le immissioni in ruolo di 18 000 insegnanti di religione cattolica, i Precari Cobas, dopo gli scioperi, le mobilitazioni e le occupazioni realizzate durante questo anno scolastico invitano tutti/e a riprendere la parola e la lotta.



COORDINAMENTO NAZIONALE PRECARI COBAS
in rosso integrazione al comunicato...

PRECARI DALLA SCUOLA: VERSO LA SOLUZIONE FINALE
Continua lo smantellamento della scuola pubblica e l¹espulsione dei precari da parte del MIUR spalleggiato dai soliti confederali.

In particolare assistiamo:

- all’¹improvvisa ricomparsa sulle tematiche del precariato dei sindacati confederali. Questi sono gli stessi che durante i governi precedenti hanno spalleggiato la precarizzazione permanente dei precari docenti ed ATA nella scuola, con esternalizzazioni e tagli che hanno creato le condizioni per il passaggio all’attuale fase: infatti dalla precarizzazione permanente che ha rappresentato il barbaro paradigma lavorativo negli anni ’90 con il nuovo millennio l’attuale esecutivo (complici i sindacati firmatari dell’indecente contratto) è passato ad una sorta di “soluzione finale”: all’espulsione di decine di migliaia di lavoratori precari della scuola dopo anni di servizio.

L’ultimo contratto infatti subordina aumenti da fame -ben lontani comunque dai salari europei e sotto i tassi di inflazione reale- ai tagli del personale senza che, da parte dello stato, si siano incrementati i finanziamenti per la scuola pubblica (lo stesso non può dirsi per quella privata, in una contraddizione che viola -a nostro avviso- l’art. 33 della costituzione e che i cultori del libero mercato dovrebbero spiegarci).

I sindacati ex concertativi, corresponsabili dell’¹attuale precarizzazione dei lavoratori della scuola, come di tutti gli altri settori, non hanno perso l¹occasione di organizzare l¹ennesima beffa, convocando una manifestazione-spettacolo a Roma il 16 giugno scorso , dopo aver lasciato passare, senza proclamare una sola ora di sciopero durante l¹ultimo anno scolastico, i tagli agli organici e tutte le misure che restringono ulteriormente le possibilità di accedere ad incarichi a tempo determinato nella scuola.


- alla conclusione, già abbondantemente annunciata, dell’¹iter parlamentare del disegno di legge che prevede l¹immissione in ruolo nella scuola pubblica di circa 18 000 IRC già reclutati dalla curia vescovile con criteri eterogenei e insindacabili per insegnare una materia facoltativa. Tutto questo non solo configura un ulteriore attacco alla laicità della scuola, ma è uno schiaffo in faccia ai precari che scontano ora, per il secondo anno consecutivo e dopo aver subito il taglio di circa 40 000 cattedre a seguito delle più recenti leggi finanziarie, il blocco delle assunzioni pur a fronte di 107 000 posti vacanti. Peraltro il reclutamento diretto da parte dello Stato degli insegnanti di religione non solo azzera il numero di posti disponibili per le immissioni in ruolo del 2003-2004, numero già risibile di fronte alle aspettative dei precari, ma costituisce un nuovo canale preferenziale per i neo-assunti, che si troveranno in condizione di trasferirsi, una volta inseriti nei ruoli
dello Stato, sui posti vacanti attualmente occupati dai precari.



- a un esame di stato conclusivo del ciclo di istruzione secondaria che, già svuotato dalla riforma delle commissioni, scade ora in una volgare e arrogante farsa di regime e di fatto deprime la dignità degli allievi a cui si richiede, come mai nel passato, una prova di piatto conformismo anticomunista, compreso l¹immancabile contorno grottesco dell¹inserimento, tra i documenti per il saggio breve/articolo di giornale, di un pensiero edificante e originale del presidente del consiglio in carica. Servilismo di funzionari di basso profilo o suggerimento dall’¹alto, comunque dimostrazione che il signor Berlusconi, con l¹aiuto di Lady Moratti, tenta di trasformare la scuola in un luogo deputato al puro e semplice consumo di nozioni in stile mediaset.

Lottiamo allora per una campagna a tutto campo di riconquista dei nostri diritti, per l’immediata assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari della scuola su tutte le cattedre in organico di fatto e di diritto; per lo sblocco del turn over, per la pari dignità di tutte le abilitazioni; per la garanzia dello stipendio nei periodi di non lavoro; per un salario sociale a precari e disoccupati, per la garanzia ai precari degli stessi diritti assicurati ai docenti a tempo indeterminato, per la salvaguardia del diritto alla deroga per gli insegnanti di sostegno, contro le riduzioni e la flessibilizzazione del personale ata e per il mantenimento del posto di lavoro anche per tutti quei lavoratori in "ruolo" che sono a rischio di sovrannumerarietà.

Contro questo ulteriore attacco alla scuola pubblica, contro la mercificazione dell’¹istruzione e della cultura, contro le immissioni in ruolo di 18 000 insegnanti di religione cattolica, i Precari Cobas, dopo gli scioperi, le mobilitazioni e le occupazioni realizzate durante questo anno scolastico invitano tutti/e a riprendere la parola e la lotta.



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<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; mso-bidi-font-size: 10.0pt"><FONT size=3>L’ultimo contratto infatti subordina aumenti da fame -ben lontani comunque dai salari europei e sotto i tassi di inflazione reale- ai tagli del personale senza che, da parte dello stato, si siano incrementati i finanziamenti per la scuola pubblica (lo stesso non può dirsi per quella privata, in una contraddizione che viola -a nostro avviso- l’art. 33 della costituzione e che i cultori del libero mercato dovrebbero spiegarci).<o:p></o:p></FONT></SPAN></P>
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<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; mso-bidi-font-size: 10.0pt"><BR></SPAN><FONT size=3><SPAN style="mso-bidi-font-size: 10.0pt"><FONT face="Times New Roman">-</FONT></SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; mso-bidi-font-size: 10.0pt"> alla conclusione, già abbondantemente annunciata, dell’¹iter parlamentare del disegno di legge che prevede l¹immissione in ruolo nella scuola pubblica di circa 18 000 IRC già reclutati dalla curia vescovile con criteri eterogenei e insindacabili per insegnare una materia facoltativa. Tutto questo non solo configura un ulteriore attacco alla laicità della scuola, ma è uno schiaffo in faccia ai precari che scontano ora, per il secondo anno consecutivo e dopo aver subito il taglio di circa 40 000 cattedre a seguito delle più recenti leggi finanziarie, il blocco delle assunzioni pur a fronte di 107 000 posti vacanti. Peraltro il reclutamento diretto da parte dello Stato degli insegnanti di
religione non solo azzera il numero di posti disponibili per le immissioni in ruolo del 2003-2004, numero già risibile di fronte alle aspettative dei precari, ma costituisce un nuovo canale preferenziale per i neo-assunti, che si troveranno in condizione di trasferirsi, una volta inseriti nei ruoli dello Stato, sui posti vacanti attualmente occupati dai precari.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
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<I>mediaset.</I><BR><BR><FONT color=#ff007f>Lottiamo allora per una campagna a tutto campo di riconquista dei nostri diritti, per l’immediata assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari della scuola su tutte le cattedre in organico di fatto e di diritto; per lo sblocco del turn over, per la pari dignità di tutte le abilitazioni; per la garanzia dello stipendio nei periodi di non lavoro; per un salario sociale a precari e disoccupati, per la garanzia ai precari degli stessi diritti assicurati ai docenti a tempo indeterminato, per la salvaguardia del diritto alla deroga per gli insegnanti di sostegno, contro le riduzioni e la flessibilizzazione del personale&nbsp; ata&nbsp; e&nbsp; per&nbsp; il mantenimento del posto di lavoro anche per tutti quei lavoratori in "ruolo" che sono a rischio di sovrannumerarietà.</FONT></FONT></SPAN></P>
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<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT size=3><SPAN style="mso-bidi-font-size: 10.0pt"><FONT face="Times New Roman">-</FONT></SPAN><SPAN style="FONT-FAMILY: Arial; mso-bidi-font-size: 10.0pt"> all’¹improvvisa ricomparsa sulle tematiche del precariato dei sindacati confederali. Questi sono gli stessi che durante i governi precedenti hanno spalleggiato la precarizzazione permanente dei precari docenti ed ATA nella scuola, con esternalizzazioni e tagli che hanno creato le condizioni per il passaggio all’attuale fase: infatti dalla precarizzazione permanente che ha rappresentato il barbaro paradigma lavorativo negli anni ’90 con il nuovo millennio l’attuale esecutivo (complici i sindacati firmatari dell’indecente contratto) è passato ad una sorta di “soluzione finale”: all’espulsione di decine di migliaia di lavoratori precari della scuola dopo anni di servizio. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
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religione non solo azzera il numero di posti disponibili per le immissioni in ruolo del 2003-2004, numero già risibile di fronte alle aspettative dei precari, ma costituisce un nuovo canale preferenziale per i neo-assunti, che si troveranno in condizione di trasferirsi, una volta inseriti nei ruoli dello Stato, sui posti vacanti attualmente occupati dai precari.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
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<I>mediaset.</I><BR><BR>Lottiamo allora per una campagna a tutto campo di riconquista dei nostri diritti, per l’immediata assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari della scuola su tutte le cattedre in organico di fatto e di diritto; per lo sblocco del turn over, per la pari dignità di tutte le abilitazioni; per la garanzia dello stipendio nei periodi di non lavoro; per un salario sociale a precari e disoccupati, per la garanzia ai precari degli stessi diritti assicurati ai docenti a tempo indeterminato, per la salvaguardia del diritto alla deroga per gli insegnanti di sostegno, contro le riduzioni e la flessibilizzazione del personale&nbsp; ata&nbsp; e&nbsp; per&nbsp; il mantenimento del posto di lavoro anche per tutti quei lavoratori in "ruolo" che sono a rischio di sovrannumerarietà.</FONT></SPAN></P>
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