[movimento] Re: [Cerchio] Azione diretta contro il mobbing

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Autore: Tuula Haapiainen
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Oggetto: [movimento] Re: [Cerchio] Azione diretta contro il mobbing
----- Original Message -----
From: "Pkrainer" <pkrainer@???>
> be', solo se i tuoi problemi o quelli di altri si risolvessero, ammazzando
> la gente; il che di solito non é.


^^^marco valli non la pensa evidentemente così..

Se l'azione diretta ha un limite é quello
> di risalire alle cause partendo dagli effetti, dai sintomi, e non sempre é
> facilissimo.


Infatti, per questo motivo rischia di restare un fatto privato.
Come tutte quelle ennesimi uccisioni che fanno i mariti nei confronti delle
mogli. Anche quelle sono azioni dirette..di certi uomini che si sentono
padroni anche della vita della loro donna..e non accettano essere sostituiti
o lasciati..
Insomma se l'azione diretta vuol essere politica non può essere una
esercizio di condanna a morte di chicchessia....seppure dei bastardi/e..
Sarebbe come sostituire l'azione privata a quella pubblica, di condanna a
morte, e nulla di più..

Non c'era alcun atto di liberazione nel gesto disperato del "pazzo" che ha
fatto a pezzi il vecchio fetente con la mannaia..se ora sta in carcere...

tuula



Anche nel caso da cui prendiamo le mosse: in fine dei conti il
> custode avrebbe potuto, e forse fatto meglio, a prendere e andarsene per i
> cazzi propri. Da un lato questo avrebbe creato meno problemi a lui, alla
> moglie, oltre che al padrone bastardo; ma ne avrebbe creati di più a chi

lo
> avesse sostituito nell'incarico. Oggi invece il Laganà lo custodisce il
> guardiano dell'obitorio, e domani quello del cimitero, e non potrà
> tiranneggiarli più che tanto...
> Il problema insomma é che molte azioni, sono in effetti semplicemente
> reazioni, cioè non hanno la capacità di scegliere il proprio luogo, il
> proprio momento, il proprio terreno, ma rimangono semplicemente

all'interno
> dell'esistente sia pure per negarlo. Pensa a quella che é stato l'abbozzo

di
> azione diretta più degno degli ultimi anni, l'assalto al carcere di

marassi
> nel luglio 2001. Metti pure che riuscisse: l'impatto sarebbe stato

immenso,
> certo, anche perché sarebbe stato ben leggibile per tutti che cosa

significa
> la parola libertà. Ma, se nel contempo lla capacità di liberare i
> prigionieri non acquisti la capacità di
> non carcerare te stesso e gli altri, se non agisci sulla richiesta di
> carcere e di legge che quasi tutti rinnovellano, sarebbe comunque stato

più
> un segnale che un fatto. Ma é ancor più vero che tu puoi fare tutta

un'opera
> profonda a ecapillare di rovesciamento di prospettive, ma se non trovi la
> forza, al momento giusto, di aprire quei portoni e svuotare galere,
> manicomi, fabbriche e scuole, l'ipnosi che le rinnova troverà sempre modo

di
> rinascere.
> Uccidere i padroni non é sufficiente; e, per assurdo, nel momento in cui
> davvero fosse sufficiente, forse non sarebbe più necessario. Ma oggi,

quando
> tutti subiamo come nessuno aveva mai accettato di subire prima, quando ci
> vuole ci vuole.
> Era vissuto sfruttando gli operai, poi é arrivato Corbari: e la platea
> applaudiva (chi se lo ricorda quel bel film che non si trova più da

nessuna
> parte?)
>
>
>
>