[NuovoLaboratorio] dai Edda Cicogna

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Autor: norma
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Manifesto del Movimento Sociale Nicaraguense "Otro Mundo es Posible"


Noi siamo un Movimento Sociale conformato da organizzazioni, collettivi,
gruppi e comitati di solidarietà coscienti della grave situazione in cui
questo sistema neoliberlista ci ha portato.

Alziamo la nostra voce alternativa di fronte alla nuova guerra contro i
poveri, dichiarata dalle multinazionali e dai banchieri (Fondo Monetario
Internazionale, Banca Mondiale, il BID, l'Organizzazione Mondiale del
Commercio) con la complicità di servili governi nazionali.



Vediamo come ogni giorno questo sistema provoca maggiore miseria, povertà,
violenza ed esclusione in tutto il mondo. Gli Stati Uniti, al servizio delle
multinazionali, pretendono consolidare questo nuovo disordine mondiale e
costituirsi nell'unica potenza planetaria.



Di fronte a questo tentativo di globalizzazione neoliberista, noi proponiamo
una globalizzazione alternativa partendo dai popoli, di carattere umano,
dove la ricchezza venga condivisa tra tutti gli esseri umani, senza
esclusione di persone, né di paesi. Proponiamo la costruzione di una nuova
società, orientata verso una relazione armoniosa tra gli esseri umani e tra
questi ultimi e la natura. Siamo convinti che questo ALTRO MONDO, E'
POSSIBILE.



Non siamo soli in questa lotta, siamo milioni quelli e quelle che crediamo
che questo mondo diverso è possibile. Come Movimento Sociale Nicaraguense
siamo uniti ai movimenti di resistenza globale in tutto il pianeta e
condividiamo con essi gli ideali di lotta e speranza. Facciamo nostra la
dichiarazione di principi del Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre,
Brasile, come uno spazio pluralista e diverso, non confessionale,
non governativo e non partitico, che articola in modo decentrato e in reti
varie entità e movimenti coinvolti in azioni concrete, locali o
internazionali, per la costruzione di questo altro mondo. Chiediamo il
rispetto ai Diritti Umani, la pratica di una democrazia vera e partecipata,
relazioni ugualitarie, solidali e pacifiche tra le persone, le etnie, i
sessi e i popoli, condannando tutte le forme di dominazione o di
sottomissione di un essere umano su un altro.

















A livello internazionale:



Le gravi conseguenze provocate da questa globalizzazione neoliberista sono
ovvie: povertà, miseria, disoccupazione, fame, corruzione, tra le altre, che
dimostra la profonda crisi di tutto il sistema. A partire dall'11 settembre
del 2001, gli Stati Uniti utilizzano il pretesto della lotta anti terrorista
per consolidare il loro potere globale (economico, politico, militare e
ideologico) e in questo modo, cercare un'uscita alla crisi e alla recessione
della loro economia.



Questa strategia espansionista ha la pretesa di basarsi non solo sul
controllo delle riserve mondiali di petrolio (guerra contro l'Irak), ma
anche sul controllo delle risorse naturali del pianeta (acqua, biodiversità,
risorse minerarie, etc.). Tale controllo è uno strumento fondamentale all'
interno della concorrenza con gli altri blocchi economici dominanti (Unione
Europea e Giappone).



Una altro strumento di controllo e dominazione sul terzo mondo da parte dei
paesi sviluppati è il debito estero, che consideriamo illegale, illegittimo
e immorale. Per questo esigiamo la cancellazione incondizionata di questo
debito e chiediamo il pagamento del debito (debito storico, debito
ecologico, debito sociale) che i paesi sviluppati del nord devono ai paesi
impoveriti del sud.



In America Latina:



Il Trattato di Libero Commercio tra Stati Uniti, Messico e Canada (TLCAN), l
'auspicato Trattato di Libero Commercio con il Centroamerica (CAFTA), il
Plan Puebla-Panama (PPP) e l'Area di Libero Commercio per le Americhe
(ALCA), rispondono primordialmente a questa strategia di Washington di
assicurare la supremazia delle sue multinazionali e rendere più profondo, a
livello politico e economico, il controllo sul nostro continente, in
detrimento della possibilità dei nostri paesi di determinare un proprio
modello di sviluppo e di società. Questi trattati costituiscono pezzi
importanti per l'imposizione delle politiche dell'Organizzazione Mondiale
del Commercio, che danno nuovi apporti al ruolo che giocano i programmi di
revisione strutturale imposti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla
Banca Mondiale, che non hanno portato altra cosa che non sia fame e povertà
per i nostri popoli.



Questi trattati di "libero commercio" promuovono il colonialismo economico,
la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali (energia elettrica,
acqua, telefonia, sanità, educazione, trasporti, etc.), la dipendenza
alimentare dei nostri popoli, il saccheggio delle nostre risorse naturali, l
'introduzione di sementi geneticamente modificate, il furto delle conoscenze
indigene, la distruzione del settore rurale e dell'ambiente, l'irrispetto ai
diritti umani dei lavoratori e lavoratrici e in termini generali, l'aumento
del divario tra ricchi e poveri.



La crescente rimilitarizzazione che soffre il nostro continente forma parte
di questa logica di espansione imperialista. Il Piano Colombia non è altro
che una strategia destinata a interferire a livello militare, nella politica
e nell'economia della Colombia e di tutta la regione, includendo la
destabilizzazione del governo di Hugo Chàvez in Venezuela. Manifestiamo la
nostra solidarietà con l'eroico popolo cubano e condanniamo il vergognoso
embargo commerciale con il quale gli Stati Uniti hanno sottomesso l'isola
caraibica da ormai quasi mezzo secolo.



Mandiamo un saluto e ci sommiamo alle lotte che importanti settori popolari,
contadini e indigeni stanno portando avanti in molti paesi della nostra
Patria Grande Latinoamericana (Ecuador, Bolivia, Perù, Messico, Colombia,
Guatemala, El Salvador, Honduras e Costa Rica) contro le privatizzazioni e
le politiche neoliberiste propugnate con la complicità dei loro governi. A
questo proposito, e anche se lontano dal nostro continente, non possiamo non
menzionare il nostro saluto solidale alla giusta lotta del popolo
palestinese.



In Nicaragua:



Le politiche neoliberiste sviluppate in Nicaragua a partire dagli anni 90,
rispondono ai menzionati interessi economici delle grandi multinazionali
che, attraverso i programmi di revisione strutturale imposti dalla Banca
Mondiale e dal FMI, non hanno fatto altra cosa che preparare la strada ai
trattati di libero commercio che stiamo denunciando.



Le conseguenze di queste politiche neoliberiste le abbiamo già menzionate:
privatizzazioni dei servizi basici, riduzione delle spese sociali come la
sanità e l'educazione, aumento della disoccupazione, crisi nelle campagne,
congelamento dei salari, aumento nei servizi principali e nel Paniere. Gli
effetti sono stati e continuano a essere devastanti: un crescente
deterioramento della qualità della vita della popolazione, la decomposizione
famigliare e sociale, la corruzione nelle istituzioni dello stato, la
mancanza di lavoro, la mancanza di rispetto ai diritti umani da parte dello
stato, la mancanza di fiducia nel potere legislativo e giudiziale, la
mancanza di speranze nella gioventù, la droga, la delinquenza, etc. In
definitiva una maggiore povertà e miseria per la maggioranza dei
nicaraguensi.

















Conclusioni:



Questa realtà esige da noi la ricerca di nuovi principi etici e morali sui
quali sostentare la nostra lotta per un altro mondo possibile. Ci chiama a
una ribellione di pensiero e di azione alternativa, solidale, popolare e
internazionalista.



E' per questo che lanciamo un appello a tutti e a tutte i/le nicaraguensi, a
tutti e a tutte i/le cittadini/e del mondo affinché continuino a
globalizzare la resistenza contro il neoliberismo e contro l'imperialismo
statunitense, a rifiutare lo svendersi dei governi, delle cupole
imprenditoriali e partitiche nei nostri paesi e a potenziare l'articolazione
di sforzi organizzativi e di proposte alternative elaborate dalle
organizzazioni sociali, contadine, popolari, operaie, indigene,
studentesche, giovanili, delle donne, etc.



Sono invitati e invitate a unirsi al nostro Movimento tutte quelle
organizzazioni e tutti quegli uomini e donne che hanno deciso di non
accontentarsi di essere un numero in più all'interno della gigantesca borsa
del potere, che hanno deciso di non accontentarsi di essere schiavi e
schiave del sistema, che hanno deciso di non vendersi né di arrendersi.sono
benvenuti e benvenute quelli e quelle che hanno deciso di ribellarsi, di
rompere le vesti che il conformismo gli ha tessuto e che il cinismo gli ha
colorato di grigio.sono benvenuti e benvenute tutti quelli e quelle che
hanno deciso di non rinunciare alla propria dignità di essere umani e che si
afferrano alla speranza e alla lotta per fare parte della propria stessa
storia e alzano la propria voce per gridare che:





UN ALTRO NICARAGUA E' POSSIBILE

                                     UN'ALTRA AMERICA E' POSSIBILE



UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE



(traduzione Giorgio Trucchi - Managua)