Autore: Pkrainer Data: Oggetto: [Cerchio] oggi gli ultrà, domani tutti quanti
Sono passati anche sotto le nostre finestre, e sia gli slogan sia tutto
l'insieme trasmetteva una sensazione davvero simpatica, anche perché il
disgusto manifestato contro celerini, carabinieri, lega calcio, giornalisti
e televisioni, mi pare davvero che cogliesse alcuni nodi rilevanti della
modernità sfigata
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Milano, un corteo di quattromila persone protesta contro le pay-tv
e le nuove leggi antiviolenza: "Sono contro la libertà individuale"
"No al calcio moderno"
tifosi in marcia contro la Lega
La manifestazione si è svolta senza incidenti
MILANO - "No al calcio moderno": uniti sotto questo slogan che ha aperto il
corteo su uno striscione, circa quattromila di tifosi venuti da ogni angolo
d'Italia in rappresentanza delle tifoserie di ben 72 squadre hanno pecorso,
sotto un sole fortissimo, le vie di Milano per raggiungere la sede della
Lega Calcio.
A sfilare 2.400 tifosi venuti dalle varie parti d'Italia e circa 1.500
milanesi di Inter e Milan. Il calcolo è stato fatto dagli stessi
organizzatori ed è piuttosto preciso perché frutto di un censimento di tutte
le delegazioni che hanno partecipato alla manifestazione di protesta, che si
è svolta senza incidenti.
Tifosi della serie A, della B e delle serie minori, tifosi storicamente
rivali e oggi affiancati, tifosi arrivati dalla Calabria come dal Friuli, e
persino dalla Francia (ci sono le rappresentanze del Nizza e del
St.Etienne). Tutti insieme contro le cosiddette "leggi speciali"
antiviolenza ma soprattutto contro il calcio moderno fatto di alti costi e
di asservimento alla tv. In testa al corteo, partito da Piazza Duca d'Aosta,
c'era un rappresentante per ogni tifoseria. Seguivano poi i gruppi, ciascuno
rappresentato dal suo gonfalone.
All'altezza di via Vittor Pisani, il serpentone si è fermato e tutti i
manifestanti hanno osservato "un minuto di silenzio per il funerale del
calcio che è stato". Il tutto alle 15 in punto, "l'ora - hanno spiegato - in
cui tutte le partite dovrebbero essere giocate".
La protesta dei tifosi si è limitata a questa manifestazione pacifica e
simbolica, un corteo dalla stazione Centrale ai Bastioni di Porta Nuova e
ritorno. Ma a fine agosto, all'inizio del campionato, potrebbero scattare
altre inziative. Per esempio i tifosi potrebbero disertare le curve o
boicottare in massa gli abbonamenti alla pay-tv.
Anche se c'è da sottolineare che la rivolta è portata avanti dalla
maggioranza dei tifosi delle curve - censiti tra i 150 mila e i 200 mila,
quasi il 20 per cento degli spettatori degli stadi italiani - cioè la
frangia più attiva del tifo. Difficilmente la maggioranza dei tifosi aderirà
ad atti di protesta clamorosi come il boicottaggio delle partite a
pagamento.
Ma un fatto va comunque registrato. Che la protesta unisce capi ultrà di
tifoserie divise da rivalità storiche: bresciani e bergamaschi, sampdoriani
e torinisti, milanisti e interisti. Rivalità sportive e politiche sono state
messe da parte per raggiungere il duplice obiettivo della lotta contro la tv
che detta i tempi del campionato e la legge sulla violenza negli stadi.
Questo secondo punto è ancora più controverso del primo. La nuova legge, che
estende la flagranza di reato alle 36 ore successive al fatto, viene
considerata dai tifosi il primo passo verso successive restrizioni alla
libertà personale. Si parte dagli stadi, argomentano gli ultrà, per poi
passare alle discoteche e ai concerti.