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Sent: Sunday, June 22, 2003 12:34 PM
Subject: [movimento] Re: LA RAPINA IN BANCA Storia Teoria Pratica
ricevo e inoltro (volantino dato alla presentazione di cui sotto):
LA RAPINA IN TASCA
Come dice un diffuso adagio, "Chi sa fa, chi non sa insegna". In questa
briciola di saggezza è già contenuta la ragione per cui i professori
sono sempre stati oggetto di scherno e disprezzo. Al di là dei pregi o
difetti dei singoli, questa genìa è composta irrimediabilmente da
cretini incapaci di comprendere la differenza che intercorre fra
un'esperienza di vita ed una materia di studio. Uno di loro, tale
Klaus Schonberger, ha da poco pubblicato in Italia un libro intitolato
La rapina in banca. Storia. Teoria. Pratica, per conto di una casa
editrice di sinistri recuperatori, DeriveApprodi.
Come avrete già intuito, Schonberger non è un rapinatore, bensì un
cattedratico. Per la precisione un "docente di cultural studies", come
ci tiene a specificare. Cis significa che i soldi che ha nelle proprie
tasche non provengono dalla critica pratica alla proprietà privata, ma
da una certa pratica di genuflessione e dalla partecipazione
all'Accademia di Stato. Per arrotondare lo stipendio, Herr Schonberger
non svaligia banche ma organizza "eventi di controcultura". Il fatto
che per portare avanti questa anodina attività (un evento, per essere
tale, deve saltare addosso a chi lo vive lasciandogli cicatrici
indelebili, altrimenti si tratta solo di una pagliacciata
preconfezionata) si sostenga che costui "deruba" banche, è una
esilarante prova della cattiva coscienza che dilaga in queste pagine.
Il rapinatore, rischiando la vita e la propria libertà, strappa con la
forza il denaro che gli occorre. Il cretino, esibendo il proprio
pedigree universitario, chiede un finanziamento per organizzare una
performance. Il primo deruba le banche, il secondo viene pagato dalle
banche. Capita la differenza? Certo, a questo cretino non si chiede di
ripulire casseforti. Dopo tutto, si sta parlando solo di un libro. E
per scrivere, si sa, non bisogna saper usare la pistola ma talvolta la
penna.
Questione di stile a parte, rimane il fatto che un libro del genere, se
non vuole essere una insignificante merce culturale, dovrebbe dare voce
alle ragioni dei nemici della proprietà. Compito che va al di là delle
possibilità di Schonberger (e degli altri babbei che hanno partecipato
alla stesura del libro), il quale forse saprà tenere una penna in mano
ma la cui intelligenza striscia rovinosamente sotto i suoi piedi. Ed il
problema principale non è tanto l'ignoranza e la superficialità che lo
affliggono (basta scorrere il capitolo dedicato alla cosiddetta "Banda
Bonnot" per trovarvi alcuni grossolani errori). Il problema è che,
letteralmente, non sa di cosa sta parlando. "Diventare ricchi senza
fatica" sarà pure il suo "sogno", nonché quello dei suoi editori, ma di
certo non è MAI stato il sogno di molti dei rapinatori che hanno avuto
la sventura di destare la sua attenzione. Il cretino è cretino, non sa
che esiste un abisso fra l'essere ricchi ed avere tanti soldi. Mesrine,
per fare un esempio, non aveva problemi economici ma i ricchi li odiava
a morte. Per le mani di Durruti passarono milioni e milioni di pesetas
ma lui rimase povero per tutta la vita. Checché se ne dica, i soldi non
piacciono affatto a tutti. A molti fanno schifo. Il fatto che siano
necessari per la sopravvivenza non significa che sono necessari per la
vita. Un ricatto lo si subisce, non lo si ama. Il denaro serve per
acquistare merci, ma non può comprare la libertà. Ecco perché un mondo
senza denaro è e rimane il sogno più dolce che abbia mai sconvolto
l'umanitl, un sogno condiviso da molti rapinatori.
Di questo sogno, in questo insulso libro, non c'è praticamente traccia.
Solo il suo spettro affiora, qua e là, ma viene subito allontanato
dagli esorcismi del cretino. Insomma, si accenna sì a "casseforti
ripulite, diligenze assaltate, banche svaligiate, furgoni portavalori
distrutti", ma il tutto unicamente per far correre un brivido estetico
lungo la schiena piegata dal lavoro dei lettori, i quali sborseranno
euro 14,50 per 224 pagine di approssimative ricostruzioni di "crimini"
riesumate dalle gazzette prezzolate dell'epoca. Dopo aver "derubato" le
banche coi suoi "eventi", riuscirà Herr Schonberger a derubare anche i
lettori col suo libro?
Un testo che fa la sua bella figura nel catalogo di DeriveApprodi, casa
editrice specializzata nel pubblicare simile spazzatura. Dopo tutto c'è
modo e modo per tentare di "diventare ricchi senza fatica", ad esempio
c'è chi dà alle stampe testi costruiti a tavolino per conciliare
tematiche di "movimento" ed esigenze di mercato. Ce n'è per tutti i
gusti: si va dal falso racconto di un Black Bloc (capitalizzando la
pubblicità preventiva dei fatti di Genova) al falso libro sulla cuoca
di Durruti (che unisce la parodia della gastronomia alla parodia
dell'anarchia), passando per il revisionismo storico più becero, quello
che fa propria la ragione di Stato (come il libro sulla RAF, L'autunno
tedesco, dove ci viene clamorosamente comunicato che nel 1977 Andreas
Baader, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe "si suicidano in cella" a
Stammheim!!!).
Come si vede, si può ben dire che a volte gli autori hanno l'editore
che meritano e viceversa (tra cretini e recuperatori c'è una certa
intesa). Quanto ai lettori, lasciamo a voi la risposta.
alcuni
concittadini di Giuseppe De Luisi
Giovedì, 19 giu 2003, alle 11:43 Europe/Rome, Giorgio ha scritto:
> L' INFOSHOP SENZA PAZIENZA
> presenta
>
> Venerdì 20 giugno h.21
> Presentazione del libro edito da Derive Approdi
> LA RAPINA IN BANCA Storia Teoria Pratica
> a cura di Klaus Schönberger
> Interverrà Emilio Quadrelli, co-autore del libro
> al Centro sociale Askatasuna
> corso regina margherita 47 torino
> per info: senzapazienza@???
>
> La rapina in banca è senza dubbio il crimine più socialmente
> invidiato. I rapinatori sono, infatti, i criminali più amati e che
> riscuotono la maggiore simpatia dell'opinione pubblica. Da sempre.
> Iniziata nell'Europa mercantile, ma diffusasi solo nel selvaggio
> West americano, la rapina in banca ha una storia lunga e molti
> protagonisti.,da Bonnie & Clyde a Horst Fantazzini, dalle bank
> ladies ai Tupamaros, In questo libro si troveranno casseforti
> ripulite, diligenze assaltate,
> banche svaligiate, furgoni portavalori distrutti. Professionisti del
> furto con scasso dall'impeccabile fair play e anziane signore che
> vogliono arrotondare la pensione. Sistemi di sicurezza e allarmi,
> vie di fuga e nascondigli.
> Più che la storia di un crimine, La rapina in banca coincide con la
> storia di un sogno: diventare ricchi senza fatica.
> Klaus Schönberger (1959) è docente di cultural studies. Ha
> organizzato vari eventi di controcultura, per i quali ha "derubato"
> diverse banche. Tuttavia per questo libro non è riuscito a trovare
> alcuno sponsor nel mondo della finanza. Vive e insegna a Tübingen.