[Badgirlz-list] cronaca Q4P 17/06

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Aihe: [Badgirlz-list] cronaca Q4P 17/06
>
> 17 Giugno
>
> Partiamo al mattino per Kalqilia, dove la nostra
> preziosa ***** ci vuole
> portare per farci incontrare un gruppo di donne che
> lei ha contattato
> apposta.
> La giornata e` molto calda. Facciamo una strada che
> da Gerusalemme va verso
> nord costeggiando Tel Aviv: un territorio
> estremamente brullo, ma con
> percorsi
> molto ben tenuti e insediamenti che aumentano via
> via che ci avviciniamo.
> Kalquilia e` una citta` palestinese della West Bank
> che si trova molto
> (troppo)
> a ovest, per i gusti di Israele. Siccome hanno
> deciso che non raderla al
> suolo, hanno pensato di costruirci un muro attorno,
> lascindo una sola via
> di uscita, in modo da poter prendere tutto il
> terreno agricolo circostante
> e lasciare fuori, cioe` nel fantomatico territorio
> palestinese, la gente.
> Il muro di contenimento, nel progetto israeliano
> dovra` circondare tutta
> la West Bank, o meglio, tutto quello chje gli
> israeliani lasceranno ai
> palestinesi
> della West bank. Infatti il muro he costruito sulla
> *falsa riga* della linea
> verde (il confine deciso nell`armistizion del 1948),
> ma cercando
> evidentemente
> di quadagnare sempre piu` territorio a est. I lavori
> sono frenetici, lungo
> le colline che portano a Kaslquilia si vedono camion
> e lavoratori nella
> polvere. Si vuole fare in fretta per avere una
> situazione de facto che sia
> il piu` possibile favorevole a Israele.
> Ovviamente i palestinesi che restano al di qua del
> muro saranno sollecitati
> ad andare nel *loro* territorio.
> Siamo in compagnia di una ragazza italiana e di due
> persone palestinesi
> ma con cittadinanza israeliana, in quanto cittadini
> di Gerusalemme.
> Arriviamo
> al Chek point, che annuncia con la sua polverosita`
> la condizione delle
> strade del territorio palestinese, a differenza di
> quello israeliano. Un
> militare ci chiede i passaporti. Questa volta non e`
> come a Ramallah,
> vogliono
> controllare questo gruppo stranamente misto di
> pseudoturisti. Diciamo che
> siamo un gruppo di gay che deve incontrare un gruppo
> di donne a Kalqilia,
> e che ci basta il permesso di entrare per un ora. Ma
> ormai, una volta che
> i dati sono passati attraverso la radio a
> chissaquale comando chissadove,
> la decisione non spetta piu` a quelli che abbismo
> difronte. Sappiamo che
> ci terranno delle ore e che poi ci manderanno
> indietro. Bisogna solo
> aspettare
> i passaporti. Cosi` scendimo dal furgone. Visto che
> loro non possono fare
> niente per noi, ne` pro ne` contro, la situazione si
> rilassa, e cominciamo
> a scambiarci qualche discorsetto, beviamo qualcosa,
> mentre ***** appare
> molto divertita dalla invadente queerizzazione del
> chek point. In realta`
> e` piu` la maniera in cui siamo percepiti che quello
> che facciamo a destare
> confusione. E` probabilmente la prima volta che
> questi ragazzi si trovano
> un manipolo di loro piu` o meno coetanei froci che
> vogliono (perche`?)
> andare
> in quella citta`.
> Nei discorsi che facciamo, emerge la difficolta` che
> anche loro hanno a
> reggere la situazione. Tutti sanno perfettamente
> delle condizioni dei
> palestinesi
> nella west bank e ancor peggio a Gaza. Ma non si
> fidano: secondo loro devono
> chiudere le citta` nella morsa dei chek point
> perche` dentro ci sonbo delle
> persone `cattive` che vogliono ucciderli e uccidere
> i loro amici (non deve
> essere bello a vent`anni perdere un amico). Il
> livello di coscienza, e di
> conoscenza dei fatti pare comunque piu` basso e
> generico di quello dei
> bambini
> palestinesi del campo di Ben Jalla: i palestinesi
> hanno usato le condizioni
> di vantaggio del 1993 per riarmarsi e ricominciare a
> combattere. Nessuna
> distinzione nella composizione politica dei
> movimenti palestinesi: essi
> vengono percepiti come una cosa sola da Arafat a
> Hamas e oltre...
> Nessuno e` li` perche` vuole esserci, ma perche`
> deve farlo. A nessuno piace
> che si continui cosi`. - E voi - ci chiedono - cosa
> ne pensate?
> Diciamo che le soluzioni se vengono proposte devono
> essere praticabili:
> come si fa a pensare a uno stato palestinese che
> dipende da Isralele per
> l`acqua, l`elettricita`, il lavoro, il territorio?
> Come si fa a chiamare
> stato un territorio recintato con recinti
> elettrificati e muri alti otto
> metri e completamente senza sbocchi verso altri
> paesi (eccetto il confine
> fra Gaza e Egitto, ma comunque la West Bank e
> chiusa)?
> Che peccato, arrivano i passaporti, *possiamo*
> andare via, torniamo a
> Gerusalemme.
> Ci salutiamo... e ci scappa pure il bacetto.
>
> Queer for Peace
>



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