Autore: stalkern Data: Oggetto: [RSF] REFERENDUM. Il "capolavoro" dell'Ulivo
Il problema non è tanto l'Ulivo (magari), è la politica in generale. Davvero
vi stupisce che ci sia stata una affluenza così bassa? E in fondo, non era
l'ennesimo timido tentativo di "dare un segno al governo", che da qualche
anno in qua se ne frega platealmente? L'Ulivo è forza di governo e non si
spreca certo a prendere rischi inutili. D'altronde anche il partito
Cirilluzzo considera se stesso come forza di governo, su scala più piccola ma
di governo. Chiamasi il complesso del re travicello.
Tanto nessuno mette in discussione il governo, o il maggioritario... Rema
rema un nano ci sarà sempre, magari molto alto ma nano sempre.
O possiamo raccontarci che dopo il nano ci sarà... boh? dio? l'Uomo Nuovo? De
André?
E davvero pensavate che il referendum avrebbe rovesciato puramente e
semplicemente la politica di menefreghismo dei singoli cittadini? E questa
politica di menefreghismo deriva dalla malvagia natura dell'uomo, o da
esperienze politiche più o meno rudimentali dei singoli cittadini?
Sono veramente stupito dalle reazioni di sorpresa e disappunto ai risultati
del referendum. Precarietas tua, vita mea... la solidarietà dove dovrebbe
essere stata imparata, all'asilo nido fra i 3 e i 4 anni? Non è all'ordine
del giorno, neanche nel business che gira intorno al suo sventolamento. Il
problema del quorum è che per ottenerlo sarebbe dovuta andare a votare gente
che col precariato non ci azzecca niente. Studenti non lavoratori,
pensionati... l'indotto insomma.
Son curioso, se volete parlarne
Stalkern
Il Tuesday 17 June 2003 10:13, Radio Città Aperta ha scritto: > REFERENDUM: IL CAPOLAVORO DELLULIVO
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> REFERENDUM: IL CAPOLAVORO DELLULIVO
> editoriale del 17 giugno
> Lesito dei due referendum sullart.18 e gli elettrodotti, ha visto il
> successo del boicottaggio messo in campo dallo schieramento bipartizan
> Ulivo-Casa delle Libertà e dai poteri forti. Il non raggiungimento del
> quorum ha così permesso ai templari del bipolarismo blindato di
> estromettere dalla dialettica politica nel paese una variabile indipendente
> che poneva al centro il problema dei diritti generali dei lavoratori e la
> salute collettiva.
>
> I promotori del referendum ai quali la nostra radio ha cercato di dare
> tutta la collaborazione possibile non hanno raggiunto lobiettivo pur
> facendo pronunciare 10 milioni di persone a sostegno della propria
> battaglia.
>
> A cantare vittoria sono i padroni, che affidano ad uno dei presidenti più
> arroganti e stolidi di Confindustria come DAmato lincarico di celebrarla.
> Ma in realtà nel ceto politico a destra come a sinistra - sembra
> prevalere la prudenza ed i più prudenti sembrano proprio gli uomini del
> governo di centro-destra.
>
> Infatti a nessuno è sfuggito, come la vera vincente di questa battaglia
> referendaria, sia la classe dirigente dellUlivo, la quale ha dimostrato ai
> poteri forti dellindustria e della finanza di essere lunica ad avere la
> capacità di neutralizzare le spinte della sinistra radicale, lo stesso
> conflitto sociale e di saper assicurare la stabilità.
>
> La destra al contrario - non ha una classe dirigente adeguata, il suo
> leader ha troppi impicci personali, i suoi ministri cadono nel ridicolo
> almeno una volta a settimana, lUnione Europea non sembra disposta a
> ritenere compatibile con le sue ambizioni un governo come quello
> Berlusconi. Questa incapacità a governare i passaggi difficili senza
> scatenare conflitti, la destra lo aveva dimostrato anche sul referendum
> dando vita ai Comitati per il NO. LUlivo, al contrario, ha indicato la
> strada più efficace e meno lacerante cavalcando lastensione e costringendo
> la destra a rinunciare alle sue velleità e ad accodarsi.
>
> In questo modo, il referendum è stato prima oscurato e poi depotenziato
> rivelando a tutti (ed anche a Bertinotti e alla sinistra antagonista) che
> questo sistema bipolare e blindato non consente spazi liberi e conflittuali
> che lo mettano in discussione. Ragione per cui Cofferati è compatibile,
> altre ipotesi no. E su questo che dovremo riflettere nei prossimi mesi,
> abrogando con un referendum morale il politicismo che strangola la sinistra
> sociale ed i movimenti nel nostro paese.