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Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Un'ora in silenzio per la
pace
Secondo cifre ufficiali USA 40 soldati statunitensi sarebbero stati uccisi
in Iraq dopo la "fine" delle operazioni militari.
Le stesse fonti non si sono mai preoccupate di contare le vittime irachene.
Per quanto riguarda la prima fase del conflitto ci ha pensato l'ONG anglo
americana «Iraq body Count's», secondo la quale le vittime civili
complessive dei bombardamenti angloamericani sono state 5.500.
Poi la guerra " è finita", ha dichiarato Bush: così tra il 13 e il 14 giugno
si sono contati 100 morti iracheni nell'operazione militare alleata
«Peninsula strike». 70, invece, i "terroristi" uccisi in un raid contro un
campo di addestramento a nord ovest di Baghdad. E delle famose "armi di
distruzione di massa", finora, nessuna traccia.
Intanto Peter Frank, uno degli ispettori dell'Onu, ha dichiarato allo
Spiegel «Questa storia delle armi è stata un grande bluff americano» e Hans
Blix, che di quegli ispettori era il capo,ha detto alla Bbc: «In nessuno dei
luoghi indicatici dai servizi americani abbiamo trovato nulla, tanto che mi
sono trovato a pensare: mio Dio, se queste sono le migliori informazioni che
loro hanno, come saranno le altre?».
Alla luce di queste informazioni, è un vero peccato che la guerra in Iraq
non faccia più notizia. Per continuare a parlarne, e e per continuare ad
interrogarci su questo e sugli altri 32 conflitti attualmente in corso nel
mondo, ci ritroveremo ancora una volta domani, mercoledì 18 giugno, dalle 18
alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova per la consueta ora in
silenzio per la pace