Vogliamo un sindaco che va in bici!!!!
>
>La vicenda della mozione urgente sulla repressione dei ciclisti per
>tutelare l'incolumità dei pedoni, proposta dal consigliere comunale
>Riccardo Albertini e sottoscritta da altri colleghi, tra cui il presidente
>della Commissione Trasporti Stefano Pillitteri, ha dell'incredibile, ma in
>fondo dimostra, meglio di molti altri esempi, il difficile, contrastato
>rapporto tra Milano e le biciclette.
>
>Abbandonata dai tempi del boom economico della metà del secolo scorso,
>come fantasma di un'austerità del passato, la bici a Milano, pur in
>ripresa da almeno venti anni, nella testa degli amministratori è stata
>forzosamente relegata ai momenti del tempo libero, possibilmente alla
>ricerca di spazi fuori città. O circoscritta al teatro mediatico della
>competizione sportiva, come il Giro d'Italia insegna.
>Della sua valenza come mezzo di trasporto quotidiano, anche all'interno
>delle circonvallazioni cittadine, quasi nessuno si occupa (chi lo fa è
>ritenuto spesso un po' naif).
>E così si è lasciato che Milano venisse invasa, ma direi meglio ingoiata,
>da un fiume di auto rumorose, ingombranti, inquinanti e talvolta anche
>assassine, al punto che, qui sì, molto si tollera e si giustifica dietro
>il paravento di un malinteso diritto alla libera circolazione.
>Alla bici, quando va bene, si appioppa un'immagine retrò e si condisce il
>tutto con una serie di banalità (tipo quella secondo cui i
>cicloambientalisti vorrebbero "costringere" i cittadini a usare la bici,
>quando invece ciò che da anni essi chiedono, inascoltati, è che sia
>restituita a ognuno la libertà si sceglierne l'uso, ripristinando adeguate
>condizioni di sicurezza: qualsiasi osservatore attento non mancherà di
>cogliere la differenza che corre tra il "costringere" e il "consentire") o
>con evidenti esagerazioni (come l'iniziativa dei consiglieri di cui sopra,
>che parte da una premessa giuridicamente instabile: mutuando concetti in
>Europa noti da tempo, il codice della strada -art. 122 del regolamento di
>applicazione- prevede infatti già oggi, a certe condizioni, l'uso separato
>in due distinte sezioni o promiscuo dei marciapiedi per ciclisti e pedoni).
>
>Le discussioni, per essere prese sul serio, devono partire dai dati di
>realtà ed essere animate da propositi costruttivi, facendo definitivamente
>cadere il velo del pregiudizio ideologico. Quali sono i dati di realtà? Di
>che cosa stiamo parlando?
>I marciapiedi, gli scivoli, le strisce pedonali sono, ogni giorno, presi
>d'assalto da migliaia di automobili che vi sostano sopra impunemente. La
>città è soffocata dal traffico e dai suoi effetti: inquinamento
>atmosferico, acustico, visivo. Velocità fuori controllo e mancanza di
>rispetto delle più elementari norme della circolazione mettono in pericolo
>tutti gli utenti della strada e mietono quotidianamente vittime tra
>ciclisti e pedoni (statisticamente i più colpiti), oltre che tra gli
>stessi automobilisti.
>Vogliamo riflettere anche, visto che l'economia è una leva così
>importante, sui costi del traffico? Costo economico, certo, ma anche umano
>e sociale. Basti solo pensare alle conseguenze sui tempi della vita in
>città, al rallentamento della velocità commerciale, e dunque della stessa
>competitività, dei mezzi pubblici di superficie (oscillante tra i 13 e i
>15 km/h), come pure dei mezzi operativi su gomma, che poi scaricano i loro
>maggiori oneri sull'utente finale, cioè sulle tasche dei consumatori, e
>via elencando.
>
>E se spostiamo l'attenzione sulle condizioni di chi va in bici la
>situazione non migliora.
>Quaranta chilometri - o sessanta, poco importa: di miseria stiamo comunque
>parlando - di piste ciclabili (includendo i moncherini inservibili sparsi
>qua e là), realizzate senza una visione d'insieme, prive di manutenzione,
>occupate da auto in sosta selvaggia e spesso anche oggettivamente inidonee
>all'uso per il quale sarebbero destinate, sono tutto quello che Milano,
>sedicente città europea, nell'arco di più di 20 anni, ha saputo offrire a
>una mobilità alternativa e sostenibile, quale è quella in bicicletta.
>Le pavimentazioni stradali milanesi sono piene di buche, spesso anche
>molto pericolose per profondità o posizione; cocci di vetro si trovano
>sparsi ovunque lungo la carreggiata; rotaie sporgenti, anche in tratti
>dove le linee non sono più in esercizio da anni; blocchi del pavè che, in
>carenza di manutenzione, rendono ancora più tormentato il percorso.
>Carenza di un sistema di intermodalità tra bici e mezzi pubblici. Totale
>mancanza di una seria opera di moderazione del traffico (in assenza di
>realizzazioni, fioriscono invece i progetti e ci viene annunciato proprio
>in questi giorni, Corriere della Sera Milano del 10 giugno 2003, che
>interventi saranno fatti nel prossimo anno, ma il futuro... è sulle
>ginocchia di Giove). E che dire delle aperture improvvise delle portiere
>da parte di automobilisti distratti o di svolte non segnalate, a cui si
>trova di fronte -o cade vittima- in molti casi anche il ciclista più
>attento? Si potrebbe continuare a lungo: provare per credere!
>
>Ebbene in questa situazione, in cui l'uso della bici può fare solo bene
>alla città, per contribuire in modo concreto, attraverso una diversa
>ripartizione modale degli spostamenti, a ridurre il traffico circolante,
>migliorando la vita di tutti, non si trova di meglio che criminalizzarne
>l'uso, una volta di più, chiedendo alla Polizia Municipale di sanzionare i
>ciclisti che salgono sui marciapiedi, dimenticando: a) che si tratta anche
>di una misura di salvaguardia della propria incolumità dalle tante
>trappole che la strada riserva al ciclista; b) che la possibilità è
>contenuta nelle stesse norme del codice della strada (in funzione delle
>dimensioni del marciapiede e del suo livello di affollamento).
>
>Diciamola tutta: le bici in città devono poter circolare ovunque, salve le
>eccezioni che devono potersi giustificare strutturalmente rispetto alle
>situazioni concrete, non in base a vieti pregiudizi.
>Nessuna persona ragionevole e di buon senso, e meno che mai la nostra
>associazione, desidera giustificare chi guida in modo spericolato una
>bici, come qualunque altro mezzo di trasporto, mettendo a repentaglio
>l'incolumità altrui. Ma altro è chiedere di intervenire su chi si rende
>responsabile di questi comportamenti illeciti, sensibilizzando tutti a un
>comportamento più rispettoso ed attento, altro è invocare misure
>sanzionatorie cavalcando un pretestuoso motivo di conflitto per coprire
>una inerzia pluridecennale da parte di una amministrazione che su questi
>temi arranca. Anzi, è assolutamente immobile.
>Questi sono i dati di realtà: con essi è necessario confrontarsi.
>
>Noi siamo sempre pronti a una collaborazione fattiva, a dare il nostro
>contributo per una migliore vivibilità della nostra città; vi chiediamo di
>dimostrarci di voler fare altrettanto.
>Ma non è più tempo di tergiversare.
>
>Eugenio Galli
>Vice presidente Fiab - CICLOBBY
>
>
>° ° ° ° ° ° ° °
>Cicloescursionismo e mobilita' sostenibile?
>La bici per migliorare traffico e ambiente urbano?
>
>CICLOBBY Fiab onlus (via Borsieri, 4/E Milano - tel. 02.69311624)
>http://www.associazioni.milano.it/ciclobby
>ciclobby@???
>
>Anche su Rete Civica di Milano - www.retecivica.milano.it -
>(free, con area di libero dibattito: ciclobby-ld@???)
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>[fcp://@fc.retecivica.milano.it,%231002058/Rete%20Civica%20di%20Milano/Palazzo%20dello%20Sport/Ciclobby]
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>
>Il movimento cicloambientalista in Italia e in Europa.
>Ciclobby aderisce alla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB
>Onlus)
>http://www.fiab-onlus.it info@???
>
>FIAB aderisce a European Cyclists' Federation (ECF)
>http://www.ecf.com office@???
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>Cm-milano mailing list
>Cm-milano@???
>https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cm-milano
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