Szerző: dario rossi Dátum: Tárgy: [NuovoLaboratorio] Dighe, rappresentanza e quant'altro.
Condivido quanto detto sia da Debora che da Giancarlo.
Ritengo però che la qualità principale dell'azione politica, sia la sua
efficacia, in relazione alla capacità di raggiungere gli obiettivi che si
prefigge.
E' sempre necessario, a mio avviso, mantenere i piedi per terra, cercando di
non rincorrere un "modello" di partecipazione, teorizzandolo troppo. Secondo
me i contenitori,ele sintesi politiche, sono pur sempre necessari, e non
dovrebbero nascere da forzature, ma da un obiettivo comune da perseguire,
altrimenti il rischio è di disperdere le energie.
E questo passa proprio per il riconoscimento di tutti quei valori di cui
ognuno di noi è portatore, in forma singola o associata. Un "contenitore", a
mio avviso, può essere pieno di cose che mantengono la loro individualità, e
che non devono per forza amalgamarsi.
La necessità di una "rappresentanza" politica, mi sembra sia condivisa da
tutti, e questo non implica affatto delle deleghe in bianco, o la rinuncia
alle iniziative di piazza, e alla critica continua dei rappresentanti etc.
(l'unica alternativa al darsi una rappresentanza, sarebbe impedire la
nascita di qualsiasi forma di potere, e se qualcuno sa come farlo, lo seguo
di corsa).
Il sistema rappresentativo oggi, nel nostro paese, è arrivato alla frutta, è
un malato all'ultimo stadio, è marcio fino al midollo, rappresenta solo se
stesso. C'è una cricca al potere (e includo nel "potere" anche la maggior
parte dell'opposizione che è a mio avviso assoluatamente "complementare", e
non in opposizione ai partiti di governo), che occupa illegittimamente tutti
gli spazi di cui dobbiamo riappropriarci.
Penso che uno degli obiettivi primari, sia svuotare il "potere" della base
elettorale su cui si fonda, anche perchè è la stessa base che non ne può
più.
Non penso che esista una ricetta particolare, non credo che un vi sia un
sistema rappresentativo migliore di altri.
E' una lotta continua, in cui non si può mai abbassare la guardia. Come
diceva Mao, se non mi sbaglio (è l'unica frase che conosco di lui), fate
sempre fuoco sul quartiere generale! é un principio che andava bene anche
per lui, che al quartiere generale c'è arrivato.
Si lotta per vincere, e, ammesso che si vinca, si deve subito cominciare a
preoccuparsi di chi ha vinto, anche se era uno dei nostri. MORETTINI ATTENTO
:-) :-)!!
(riflessione: mi sono iscritto ad Aprile da due mesi (ad aprile appunto), è
già giugno, e l'unico effetto che ho avuto finora, è stato ....... fare
incazzare Giancarlo Giovine!)
Dario
DEBORA ha scritto:
3) sull'azione politica: credo che vi siano piu' piani, tutti complementari; > c'e' quello della sensibilizzazione e dell'informazione, quello della
> contestazione e della piazza, quello della pressione istituzionale, quello
> della proposta politica; nessuno di qs. da solo e' sufficiente; per questo
> il movimento dei movimenti, se vuole avere futuro, deve smetterla di cercare > sintesi politiche che non esistono, contenitori forzati che prima o poi si
> svuotano; bisogna invece, secondo me, valorizzare tutte le diversita' e
> capacita' di agire i vari livelli, liberare energie fuori da schemi consunti > che vogliono tutti insieme su qualunque cosa in qualunque momento; di un
> movimento tuttologo che parla di tutto e si mobilita ogni 5 minuti non ce ne > facciamo nulla.
> Abbiamo bisogno di aggregazioni "spontanee" sui contenuti e sulle competenze > che generino masse critiche su obiettivi mirati e condivisi, che
> sperimentino attraverso il "saper fare", nuovi modelli di partecipazione
> politica.
GIANCARLO HA SCRITTO
non andiamo dietro la logica e le forme di rappresentanza altrui, che vuol
dire partire dai bisogni e costruire democrazia diretta (partecipativa se
volete). E' un'astrazione? Non credo proprio. Costruire democrazia
rappresentativa è difficile, ma non impossibile. Si parte al territorio e
dai temi, su questa base si costruisce proposta politica -anche
politico-amministrativa- e si organizza la lotta e con la lotta la
rappresentanza democratica