[Lecce-sf] open source e P.A. - l'opinione di Newglobal.it

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Autore: Manuel M. Buccarella
Data:  
Oggetto: [Lecce-sf] open source e P.A. - l'opinione di Newglobal.it
COMUNICATO STAMPA


L?associazione NewGlobal.it esprime soddisfazione per le conclusioni dell=
a
commissione per lo studio dell'open source nella Pubblica Amministrazione=
.


Questo lavoro rappresenta una pietra miliare per quanti vedono nei valori=

caratteristici della cultura open source una soluzione a quello che si pr=
ospetta
essere uno dei gravi problemi delle societ=E0 del futuro, ovvero una dipe=
ndenza
totale da computer su cui si ha nel migliore dei casi un controllo margin=
ale
.

La contrapposizione del software libero al software proprietario attualme=
nte
modello dominante si basa su alcuni punti chiave:


L?impossibilit=E0 di conoscere il codice sorgente (ovvero l?insieme dei c=
ompiti
che il computer pu=F2 svolgere nel modo stabilito dai programmatori) espo=
ne
l?utente ad un atto di fiducia obiettivamente pi=F9 simile ad un atto di =
fede
nelle buone intenzioni del fornitore. Nel caso di una amministrazione pub=
blica
o di aziende con segreti militari o semplicemente industriali questo atto=

di fede non pu=F2 essere considerato ammissibile.


La concentrazione del mercato del software di base (i sistemi operativi)
o dei principali programmi di largo consumo presso un?unica azienda, rapp=
resenta
un elemento di pericolo importante sia di prezzi ingiustificati, sia di
mancanza di alternative in caso di sempre possibili scorrettezze a cui no=
n
=E8 possibile sottrarsi e quindi "bisogna mangiare la minestra".


L?impossibilit=E0 di modificare la propria copia di software legittimamen=
te
acquistata al fine di eliminare quelle caratteristiche ritenute sgradevol=
i
oppure risolvere quei problemi che i tecnici definiscono bachi e da cui
nessun software =E8 immune oppure semplicemente adattare i programmi alle=

proprie esigenze, rappresenta un ostacolo al progresso ed a un effettivo
utilizzo efficace ed efficiente della tecnologia.


L?utilizzo di software blindato e straniero impedisce la crescita di tecn=
ici
preparati autoctoni, riducendoli di fatto a meri utilizzatori evoluti. No=
n
pu=F2 la PA agevolare questa forma di depauperamento tecnologico e la con=
seguente
dipendenza del Paese in un settore strategico come l?innovazione tecnolog=
ica.



A queste e altre perplessit=E0 la commissione presieduta dal Prof. Meo ha=

messo alcuni paletti estremamente interessanti.


Innanzitutto la non penalizzazione del software libero rappresenta un pas=
so
in avanti rispetto alle pratiche del passato ed un importante punto di pa=
rtenza.



L?invito alla piena propriet=E0 ed al riuso del software acquistato o pro=
dotto
rappresenta un importante elemento innovativo che trasformerebbe , se asc=
oltato,
la Pubblica Amministrazione da semplice utilizzatore a mecenate di nuovi
prodotti e nuove generazioni di tecnici.


L?affermazione secondo cui i sistemi informativi della PA debbano interag=
ire
attraverso interfacce standard non vincolate al fornitore unico rappresen=
ta
un momento importante di discontinuit=E0 col passato che per=F2 viene rim=
arcato
ulteriormente quando si richiede alla PA di memorizzare i propri document=
i
in pi=F9 formati di cui almeno uno aperto. Questo punto non =E8 cosa da p=
oco,
infatti se la PA memorizza, (come avveniva e talvolta avviene tuttora),
i propri documenti, specie quelli rivolti al pubblico, in formati di prop=
riet=E0
di terzi, (generalmente multinazionali straniere), diventa di fatto un lo=
ro
sponsor inconsapevole.


L?invito a finanziare progetti di ricerca open source infine =E8 un altro=

punto fortemente innovativo tracciato dalla Commissione Meo.



http://www.newglobal.it/web/modules/news/article.php?storyid=3D15

Salerno, 12 giugno 2003



Il Presidente

Ettore Panella