[NuovoLaboratorio] dighe e insulti

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Szerző: Riccardo Navone
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] dighe e insulti
Ho letto con vivo interesse le invettive lanciate su Indymedia da "alcuni/e
del movimento genovese e dell'ex genoa social forum" (così si firmano), nei
confronti di Massimiliano Morettini e della giunta ulivista incriminata per
la vicenda della vendita delle dighe. Bello anche il corollario delle
risposte sia su Indy che nella lista del Forum genovese.

Che spasso.
La situazione in città deve essere veramente marcia se il "dibattito" si
sviluppa in queste forme e su questi temi.
Esistono mille motivi per non essere soddisfatti di questa giunta e per
avercela anche con Morettini - che della giunta non fa parte - ma che è un
DS e ha votato con la maggioranza un provvedimento molto discutibile.
Gli estensori del testo incriminato hanno la vista un po' strabica. La
svendita delle dighe è un parto di Walter Seggi, assessore indipendente
eletto con i voti del Prc. Un uomo pragmatico con una visione molto
"tecnica" della gestione pubblica.

Non mi sembra questa una vicenda tanto dirompente da scandalizzare fino a
far strillare allo "stronzo mafioso". I problemi veri questa città se li
trascina da 30 anni e sono di spessore ben diverso.
Dalla distruzione di interi quartieri (Madre di Dio) con la conseguente
deportazione degli abitanti nelle più mefitiche periferie e lo
smantellamento (che continua) di un tessuto sociale ormai andato perso per
sempre.
Dalla demolizione delle industrie e del porto con conseguente tentativo di
scoprire una "vocazione" turistica della città. Una vocazione "assistita"
dai miliardi dello Stato che - dalle finte celebrazioni colombiane del '92 -
non conosce sosta.
Dalla cronica mancanza di una classe dirigente vera, sia politica che
imprenditoriale, che ha fatto di questa città una periferia lontana e poco
appetibile.
Morettini è un politico in sedicesimo. Un uomo "nuovo", molto ambizioso ma
non migliore o peggiore dei suoi predecessori e dei suoi concorrenti
attuali.
Fino a questo momento non mi pare che abbia combinato particolari disastri,
volontari o involontari.
Si è limitato a seguire la corrente (quando non può farne a meno) e a
rivendicare un po' di autonomia (quando sa di poterla ottenere).
E' furbetto ma non dotato di intelligenza diabolica. Sta solo imparando la
politica, quella che nei suoi sogni lo porterà a dirigere qualche Spa
pubblica o a diventare deputato di "sinistra" fra una ventina di anni.
Il fatto che a Porto Alegre siano stati in molti (DS e Prc in particolare) a
fare passerella e a discutere di un nuovo "mondo possibile" non vuol dire
che quando tornano a casa si comportino di conseguenza.

Il nodo è: i DS sono di sinistra, o comunque sono per un reale cambiamento?
Vogliono veramente questo mondo diverso e una politica diversa?
Anticipo che io penso di NO, e che trovo la loro ambiguità molto pericolosa.

Ci sarebbe più materia per criticare Rifondazione che ha votato negli ultimi
anni alcuni provvedimenti veramente impresentabili. Dalla vicenda Piaggio
(Aerei alla Turchia) fino al SI alla speculazione di Piazza delle Erbe e
tante altre cosette carine.
Errori ed orrori ne hanno fatti un po' tutti. Guardiamo che fine miserabile
hanno fatto i radicali.
Ho anche letto che, alle malefatte di Morettini, vengono contrapposti altri
atteggiamenti, ritenuti "coerenti", tenuti dalla consigliera comunale Laura
Tartarini che, come tutti sanno, è anche lei una eletta dal "movimento".
Sulla vicenda delle dighe ha votato contro, mentre rifondazione si è
astenuta.
Personalmente voglio bene a Laura anche quando non sono assolutamente
daccordo con le sue scelte e soprattutto con l'impostazione che ha dato al
Legal Forum nella vicenda del G8.
Si tratta di pareri differenti e basta. C'è una discussione in corso, anche
dura, con spaccature e contraddizioni.
Questo non vuol dire che da una parte ci sono i santi e dall'altra i
diavoli.

Mi sembra che potrebbe voler dire che questo "movimento" è pieno di
contraddizioni.
Che non c'è una grande chiarezza su quello che c'è da fare.
Che spesso la schiavitù di appartenenza ad un partito (DS, Prc, e in modo
minore Verdi) o a un gruppo (Disobbedienti) fa perdere la vista
dell'orizzonte e può bloccare anche le spinte più generose in nome di
ragioni di bottega.
Dopo tante manifestazioni milionarie, dopo tanti incontri planetari ci
vorrebbe qualche momento di elaborazione politica e di sintesi.
Magari una bella "Carta dei Princìpi" che definisca le coordinate di chi
vuole veramente questo benedetto mondo nuovo e possibile.
Forse è solo un sogno.

In futuro ne vedremo delle belle.
Arriva il 2004, con tutti i suoi miliardi, e dopo arriveranno il terzo
valico, l'alta velocità, il porto di Voltri, il ponte sul porto e le
ristrutturazioni del centro storico. E poi ancora la costruzione di una
tangenziale, un paio di quartieri nuovi, le svendite del patrimonio
comunale, la metropolitana, i mercati, ecc.
Ci sarà da divertirsi.
C'è la volontà di discutere serenamente di tutte queste cose oppure ci si
vuole perdere in ridicoli equilibrismi, in dichiarazioni e attestati di
solidarietà distribuiti a destra e a manca allo spernacchiato di turno?

Questi problemi sono stati sollevati da un piccolo intervento su Indymedia
condito con un paio di insulti e qualche accusa nemmeno tanto pesante.
Non è un modo molto urbano di procedere e non mi trova perfettamente
daccordo però - bisogna riconoscerlo - è stato efficace.
Se per cominciare a discutere bisogna darsi reciprocamene degli stronzi
(guardandosi negli occhi) allora procediamo.
Magari ci si chiarisce.

Riccardo Navone