[NuovoLaboratorio] Della dignità della firma

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Szerző: massimiliano morettini
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] Della dignità della firma
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Giancarlo carissimo,

innanzitutto ti voglio ringraziare per la lunga e cortese risposta che hai
dato alla mia mail. Mi scuseranno tutti i lettori della lista, ma siccome
giancarlo ha risposto non a me personalmente ma in lista, non posso che far=
e
altrettanto.

I problemi che hai posto sono molto seri e hanno a che fare - come tu ben
sai - con la difficlolt=E0 della politica. Forse hai ragione a dire che la
questione non =E8 stata affrontata da me - da noi "istituzionali" come ci
chiami - con la dovuta attenzione. Forse =E8 cos=EC. E' anche vero - non lo dic=
o
a discolpa, ma solo per informazione - che ho lungamente e pi=F9 volte
discusso della questione non solo con i compagni della mia associazione -
cosa ovvia -, ma anche con molti rappresentanti della campagna sul wto e
altri "del giro". Da Debora Lucchetti a carlotta Guarascio, da laura teston=
i
a paolo trucco della bottega solidale e con molti altri. Alcuni hanno
condiviso alcune delle mie osservazioni, altri no. Ma non c'=E8 problema
ovviamente. Ho anche mandato loro un sunto delle mie argomentazioni, che
allego in fondo alla mail sperando che servano a chiarire il perch=E9 di
alcune scelte.

Ho capito per=F2 che tutto questo c'entra relativamente con le cose che mi ha=
i
scritto. Vedi, per=F2, sulla questione della politica come mediazione, sulla
separazione tra l'astratto e il concreto e via dicendo, qual che penso =E8
questo.
Io davvero non condivido quelli che dicono "un conto sono le idee, poi c'=E8
per=F2 il concreto con cui confrontarsi". Io credo che le buone idee sono
buone se sono concrete (d'altronde non sarei un hegeliano come sono se non
pensassi questo). Per cui per tornare a bomba sulla questione dighe: io
penso che sia giusto dire che non bisogna privatizzare i servizi. Tuttavia:
vendere un bene al primo privato che passa o ad un'azienda controllata da u=
n
ente pubblico =E8 la stessa cosa? Si dice che l'acqua non deve stare sul
mercato, ma se l'acquedotto di Genova fosse controllato direttamente dal
Comune e non da Amga, non starebbe ugualmente sul mercato? e soprattutto,
con le leggi che sta facendo Berlusconi, non pensi che evitando di fare
andare a gara Amga (come succede con l'operazione che =E8 stata fatta) si
eviti che l'acqua genovese venga davvero privatizzata dalle multinazionali?

Questi sono solo alcuni esempi, solo per dire che il No alle privatizzazion=
i
- che condivido - va articolato, va pensato in tutte le sue accezioni. io
penso che con questa operazione si =E8 fatto un passo importante per non fare
privatizzare la gestione dell'acqua a Genova, facendola restare invece
solidamente nella sfera del controllo pubblico, esattamente come chiede la
Carta dell'acqua a cui abbiamo fatto aderire il Comune di Genova.

Naturalmente posso sbagliare. Ma tutto questo solo per dire che se non si
approfondiscono le cose (e non mi riferisco a te, ovviamente ma a quelli ch=
e
hanno scritto la lettera) =E8 molto facile dare dell'incoerente o del
traditore, quando invece l'intenzione =E8 esattamente opposta. ripeto: si pu=F2
anche sbagliare, ma non mi si dica che lo faccio per obiettivi da
intrallazzone, perch=E9 onestamente da tutte ste menate non so davvero cosa
posso guadagnarci.=20


ti allego le riflessioni che avevo mandato in rete del wto e ti abbraccio

massimiliano






MAIL DEL 31/5/2003



Care amiche e cari amici,


Provo a riassumere la mia posizione in merito alla questione della vendita
delle dighe.=20

La delibera dice che le dighe del Brugneto, Val noci e Torre Quezzi vengono
cedute ad Amga SPA dietro compenso di circa 12 milioni di euro. L'operazion=
e
serve a sviluppare una migliore politica di amga e serve a fare cassa per
coprire i buchi annuali di Amt, pari a circa 50 milioni di euro di cui il
comune deve farsi carico per circa 13 milioni di euro. Se il Comune non
versa questa cifra entro la met=E0 di giugno, Amt deve portare i libri in
tribunale e dichiarare fallimento, con le conseguenza catastrofiche che si
possono immaginare.

Ma al di l=E0 di questo, stiamo al merito della vicenda. Mi pare che la
questione - molto complessa di per s=E9 - si possa ridurre al tema del
rapporto pubblico/privato nella gestione dei servizi pubblici di importanza
vitale. Su questo quindi provo a riassumere alcune considerazioni, sapendo
che - come sempre - ci si pu=F2 sbagliare.

Le dighe e alcuni impianti vengono venduti ad una societ=E0 la cui propriet=E0 =
=E8
detenuta dal Comune di Genova al 54%
L'operazione procura 12 milioni di euro al comune che verranno girati su Am=
t
Non saranno pi=F9 a carico del Comune di Genova i costi di manutenzione e di
investimenti ordinari e straordinari degli impianti, liberando quindi altre
risorse per altri capitoli di bilancio.
Le dighe erano gi=E0 adesso date in concessione gratuita ad Amga, che quindi
di fatto gi=E0 le gestiva.
Lo statuto di Amga prevede che il Comune di Genova non pu=F2 scendere sotto i=
l
51% delle azioni dell'azienda. Questo fa s=EC che l'azienda non =E8 scalabile d=
a
nessuno anche di fronte a lanci di Opa (Offerte di pubblico acquisto). E
quindi l'azienda non sar=E0 pi=F9 di propriet=E0 comunale se e solo se il Comune
decider=E0 di cedere delle azioni.
Delle restanti azioni private (il 49% del totale) la quasi totalit=E0 =E8 fatta
di azionisti singoli. ed =E8 stato fatto apposta cos=EC per rendere molto
difficili le scalate anche sulla parte privata. Inoltre per modificare lo
statuto dell'azienda =E8 necessaria la maggioranza dei tre quarti degli
azionisti, e questo rende difficile di per s=E9 cambiare lo statuto e quindi
modificare la quota azionaria di maggioranza.
La delibera contiene un emendamento di giunta che ho fatto aggiungere io ch=
e
concede al comune il diritto di prelazione sull'acquisto delle dighe qualor=
a
Amga decidesse di venderle. (In ogni caso - ovviamente - essendo il comune
detentore della maggioranza azionaria dell'azienda, il fatto di rivendere l=
e
dighe sarebbe una scelta che il Comune dovrebbe avvallare)
Il fatto che il Comune detenga quella propriet=E0 di azioni significa che
qualunque decisione non pu=F2 essere presa senza che il Comune sia d'accordo.
Significa che i consiglieri d'amministrazione del comune rappresentano il
51% dei voti dell'organismo, e significa anche che l'amministratore delegat=
o
=E8 scelto dal Comune di Genova e pu=F2 essere rimosso quando il Comune lo
decide.=20
Aggiungo inoltre che la vendita delle dighe non cambia la natura complessiv=
a
della questione rispetto alla gestione pubblica della risorsa acqua. Gi=E0 da
sette anni, infatti, Amga =E8 una spa gestisce gli acquedotti del comune di
Genova, =E8 un'azienda florida che produce risorse per il Comune (e quindi pe=
r
tutti), e non mi pare che ci siano stati aumenti significativi delle
bollette o che il servizio sia diventato scadente. Anzi.
Teniamo conto anche del fatto che una grande percentuale delle risorse
idriche che servono Genova sono gestite da acquedotti interamente privati
come il Niccolay e il De ferrari- Galliera. e Amga sta gi=E0 adottando una
politica sul territorio per captare acqua a discapito dei due acquedotti
privati, su cui altri operatori privati (Vivendi e la municipalizzata Acea)
hanno puntato gli occhi.
La legislazione nazionale (Berlusconiana) spinge nella direzione di
liberalizzazioni dei servizi pubblici. Questo non =E8 indifferente, perch=E9 -
contrariamente a quanto si dice - il Comune di Genova non sta facendo il
primo della classe nelle privatizzazioni. Tutt'altro. Siccome le leggi
spingono per fare andare a gara tutti i servizi pubblici a rilevanza
industriale, la logica che anima una amministrazione di sinistra deve esser=
e
quella di tutelare il pi=F9 possibile le proprie aziende. Per tutelarne i
lavoratori, le competenze e le risorse economiche che queste portano. La
vendita delle dighe ad amga serve proprio a far s=EC che Amga (che detiene un
contratto trenntennale di servizio) non debba andare a gara per la gestione
degli invasi. Dovr=E0 probabilmente andare a gara per la gestione delle reti
di distribuzione. Ma ovviamente avendo il contratto con il Comune e la
propriet=E0 delle dighe, di fatto gestisce gli invasi e quindi l'acqua che
deve passare nelle reti. E quindi nelle gare sar=E0 comunque in una posizione
di forza.=20
E' importante dire un'ultima cosa sulle tariffe: =E8 davvero difficile che
un'azienda che gestisce reti e impianti possa scaricare sulle bollette cost=
i
non direttamente imputabili al servizio, ma - per esempio - a investimenti
sbagliati. Questo perch=E9 il calcolo del costo a metro cubo della bolletta
viene fatto dall'ATO (area territoriale ottimale, strumento previsto dalla
legge Galli) sui parametri di un'azienda cosiddetta "ottimale". Per cui chi
gestisce il servizio non pu=F2 scaricare sui costi della bolletta costi non
direttamente imputabili ai costi di gestione del servizio. quello che invec=
e
gi=E0 oggi =E8 vergognoso, per esempio, =E8 che nella nostra bolletta noi paghiam=
o
il costo di manutenzione degli impianti degli acquedotti privati, i quali
incassano i soldi e poi non fanno i lavori. Per questo =E8 necessario andare
velocemente alla costruzione dell'ATO, cos=EC come previsto dalla legge Galli
in modo da regolamentare tutto ci=F2.
rispetto ad alcune proposte che ho sentito, ricordo solo una: Amt =E8 una spa
al 100% di propriet=E0 del Comune e questo non impedisce che produca 110
miliardi di debiti che il comune ogni anno deve ripianare con cifre intorno
ai 25 miliardi di lire. con tutta evidenza, quindi, di per s=E9 l'assenza di
capitali privati non =E8 garanzia di buon servizio. evidentemente si possono
fare esempi anche in senso inverso. Ma tutto questo per dire che la forma
societaria spesso non =E8 determinante, se costruita (come nel caso di amga)
con tutte le possibili garanzie di pubblicit=E0 di gestione.

Forse ho dimenticato delle cose e concludo con alcune considerazioni:

A mio modo di vedere, non ci troviamo di fronte ad una operazione sbagliata
ma ad una operazione difficile che ci interroga profondamente sul tema dell=
a
partecipazione, del rinnovo delle forme di controllo sulla gestione dei ben=
i
pubblici e infatti stiamo preparando una serie di ordini del giorno che
vanno in questa direzione. Teniamo conto del fatto che Pericu - ben conscio
del problema - ha gi=E0 chiesto ed ottenuto che l'azienda faccia relazioni
trimestrali sull'andamento dei conti e sulle scelte di politica aziendale.
Questi doc sono pubblici e si trovano su internet.
Aggiungo per ulteriore chiarezza che sarebbe bastato sapere che Amga =E8
scalabile da chiunque per far s=EC che io votassi no. Mi pare invece che ci
siano tutte le garanzie per dire che tutta l'operazione =E8 fatta all'interno
di un quadro di pubblicit=E0 del servizio.
Chiaramente si pu=F2 obiettare "se il comune decidere di vendere le proprie
azioni"? Questo =E8 sempre possibile, anche se difficoltoso come ho detto
prima (passaggio in consiglio comunale, cambio statuto, vendita). Bisogna
poi vedere - cosa tutt'altro che scontata - che questo sia un bene anche da=
l
punto di vista di una amministrazione di destra. Ma il punto =E8 un altro: se
una nuova amministrazione comunale decidesse di vendere dighe o amga, non l=
o
farebbe lo stesso, sia che le dighe siano di sua propriet=E0 o siano di
propriet=E0 del comune?

Infine concludo su questo, rivolgendomi ai compagni e alle compagne che
lavorano nella campagna Wto: sono totalmente d'accordo con le questioni
globali che pone la campagna, e anche sulle possibili ricadute nazionali e
locali e infatti l'arci aderisce con convinzione. Ma sono sinceramente
convinto del fatto che la scelta delle dighe del comune rientri ovviamente
in quel contesto, ma sia di segno opposto rispetto alle scelte destrorse ch=
e
stanno avanzando e dalle liberalizzazione dell'acqua che riguardano i paesi
deboli. Non dimentichiamoci che l'esistenza di sistemi democratici solidi
cambia e di molto la natura, il ruolo e gli spazi per il privato. Una cosa
poi =E8 discutere delle dighe sul tigri e l'eufrate o nei fiumi dell'india o
delle dighe nel comune di Genova. I GATS vanno fermati anche perch=E9
probabilmente metterebbero in discussione i principi generali affermati
dalla legge Galli, ma secondo me =E8 un errore pensare che la cessione delle
dighe vada nella direzione di avallare le scelte del Wto.

Per tutto ci=F2, e non solo per il fatto che dal punto di vista amministrativ=
o
(vista la questione amt) sarebbe davvero difficile votare no, ho deciso di
votare s=EC a questa delibera.



ciao e un sincero abbraccio a tutti voi


massi



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<TITLE>Re: [NuovoLaboratorio] Della dignit=E0 della firma</TITLE>
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Giancarlo carissimo,<BR>
<BR>
innanzitutto ti voglio ringraziare per la lunga e cortese risposta che hai =
dato alla mia mail. Mi scuseranno tutti i lettori della lista, ma siccome gi=
ancarlo ha risposto non a me personalmente ma in lista, non posso che fare a=
ltrettanto.<BR>
<BR>
I problemi che hai posto sono molto seri e hanno a che fare - come tu ben s=
ai - con la difficlolt=E0 della politica. Forse hai ragione a dire che la ques=
tione non =E8 stata affrontata da me - da noi "istituzionali" come c=
i chiami - con la dovuta attenzione. Forse =E8 cos=EC. E' anche vero - non lo di=
co a discolpa, ma solo per informazione - che ho lungamente e pi=F9 volte disc=
usso della questione non solo con i compagni della mia associazione - cosa o=
vvia -, ma anche con molti rappresentanti della campagna sul wto e altri &qu=
ot;del giro". Da Debora Lucchetti a carlotta Guarascio, da laura teston=
i a paolo trucco della bottega solidale e con molti altri. Alcuni hanno cond=
iviso alcune delle mie osservazioni, altri no. Ma non c'=E8 problema ovviament=
e. Ho anche mandato loro un sunto delle mie argomentazioni, che allego in fo=
ndo alla mail sperando che servano a chiarire il perch=E9 di alcune scelte.<BR=
>

<BR>
Ho capito per=F2 che tutto questo c'entra relativamente con le cose che mi ha=
i scritto. Vedi, per=F2, sulla questione della politica come mediazione, sulla=
separazione tra l'astratto e il concreto e via dicendo, qual che penso =E8 qu=
esto.<BR>
Io davvero non condivido quelli che dicono "un conto sono le idee, poi=
c'=E8 per=F2 il concreto con cui confrontarsi". Io credo che le buone idee=
sono buone se sono concrete (d'altronde non sarei un hegeliano come sono se=
non pensassi questo). Per cui per tornare a bomba sulla questione dighe: io=
penso che sia giusto dire che non bisogna privatizzare i servizi. Tuttavia:=
vendere un bene al primo privato che passa o ad un'azienda controllata da u=
n ente pubblico =E8 la stessa cosa? Si dice che l'acqua non deve stare sul mer=
cato, ma se l'acquedotto di Genova fosse controllato direttamente dal Comune=
e non da Amga, non starebbe ugualmente sul mercato? e soprattutto, con le l=
eggi che sta facendo Berlusconi, non pensi che evitando di fare andare a gar=
a Amga (come succede con l'operazione che =E8 stata fatta) si eviti che l'acqu=
a genovese venga davvero privatizzata dalle multinazionali?<BR>
<BR>
Questi sono solo alcuni esempi, solo per dire che il No alle privatizzazion=
i - che condivido - va articolato, va pensato in tutte le &nbsp;sue accezion=
i. io penso che con questa operazione si =E8 fatto un passo importante per non=
fare privatizzare la gestione dell'acqua a Genova, facendola restare invece=
solidamente nella sfera del controllo pubblico, esattamente come chiede la =
Carta dell'acqua a cui abbiamo fatto aderire il Comune di Genova. <BR>
<BR>
Naturalmente posso sbagliare. Ma tutto questo solo per dire che se non si a=
pprofondiscono le cose (e non mi riferisco a te, ovviamente ma a quelli che =
hanno scritto la lettera) =E8 molto facile dare dell'incoerente o del traditor=
e, quando invece l'intenzione =E8 esattamente opposta. ripeto: si pu=F2 anche sb=
agliare, ma non mi si dica che lo faccio per obiettivi da intrallazzone, per=
ch=E9 onestamente da tutte ste menate non so davvero cosa posso guadagnarci. &=
nbsp;<BR>
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ti allego le riflessioni che avevo mandato in rete del wto e ti abbraccio<B=
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MAIL DEL 31/5/2003<BR>
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Care amiche e cari amici,<BR>
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Provo &nbsp;a riassumere la mia posizione in merito alla questione della <B=
>vendita delle dighe</B>. <BR>

<BR>
La delibera dice che le dighe del Brugneto, Val noci e Torre Quezzi vengono=
cedute ad Amga SPA dietro compenso di circa 12 milioni di euro. L'operazion=
e serve a sviluppare una migliore politica di amga e serve a fare cassa per =
coprire i buchi annuali di Amt, pari a circa 50 milioni di euro di cui il co=
mune deve farsi carico per circa 13 milioni di euro. Se il Comune non versa =
questa cifra entro la met=E0 di giugno, Amt deve portare i libri in tribunale =
e dichiarare fallimento, con le conseguenza catastrofiche che si possono imm=
aginare. <BR>
<BR>
Ma al di l=E0 di questo, stiamo al <B>merito</B> della vicenda. Mi pare che l=
a questione - molto complessa di per s=E9 - si possa ridurre al tema del rappo=
rto pubblico/privato nella gestione dei servizi pubblici di importanza vital=
e. Su questo quindi provo a riassumere alcune considerazioni, sapendo che - =
come sempre - ci si pu=F2 sbagliare.<BR>
<BR>
<OL><LI>Le dighe e alcuni impianti vengono venduti ad una societ=E0 la cui pr=
opriet=E0 =E8 detenuta dal Comune di Genova al 54%=20
<LI>L'operazione procura 12 milioni di euro al comune che verranno girati s=
u Amt=20
<LI>Non saranno pi=F9 a carico del Comune di Genova i costi di manutenzione e=
di investimenti ordinari e straordinari degli impianti, liberando quindi al=
tre risorse per altri capitoli di bilancio.=20
<LI>Le dighe erano gi=E0 adesso date in concessione gratuita ad Amga, che qui=
ndi di fatto gi=E0 le gestiva.=20
<LI>Lo statuto di Amga prevede che il Comune di Genova non pu=F2 scendere sot=
to il 51% delle azioni dell'azienda. Questo fa s=EC che l'azienda non =E8 scalab=
ile da nessuno anche di fronte a lanci di Opa (Offerte di pubblico acquisto)=
. E quindi l'azienda non sar=E0 pi=F9 di propriet=E0 comunale se e solo se il Comu=
ne decider=E0 di cedere delle azioni.=20
<LI>Delle restanti azioni private (il 49% del totale) la quasi totalit=E0 =E8 f=
atta di azionisti singoli. ed =E8 stato fatto apposta cos=EC per rendere molto d=
ifficili le scalate anche sulla parte privata. Inoltre per modificare lo sta=
tuto dell'azienda =E8 necessaria la maggioranza dei tre quarti degli azionisti=
, e questo rende difficile di per s=E9 cambiare lo statuto e quindi modificare=
la quota azionaria di maggioranza.=20
<LI>La delibera contiene un emendamento di giunta che ho fatto aggiungere i=
o che concede al comune il diritto di prelazione sull'acquisto delle dighe q=
ualora Amga decidesse di venderle. (In ogni caso - ovviamente - essendo il c=
omune detentore della maggioranza azionaria dell'azienda, il fatto di rivend=
ere le dighe sarebbe una scelta che il Comune dovrebbe avvallare)=20
<LI>Il fatto che il Comune detenga quella propriet=E0 di azioni significa che=
qualunque decisione non pu=F2 essere presa senza che il Comune sia d'accordo.=
Significa che i consiglieri d'amministrazione del comune rappresentano il 5=
1% dei voti dell'organismo, e significa anche che l'amministratore delegato =
=E8 scelto dal Comune di Genova e pu=F2 essere rimosso quando il Comune lo decid=
e.=20
<LI>Aggiungo inoltre che la vendita delle dighe non cambia la natura comple=
ssiva della questione rispetto alla gestione pubblica della risorsa acqua. G=
i=E0 da sette anni, infatti, Amga =E8 una spa gestisce gli acquedotti del comune=
di Genova, =E8 un'azienda florida che produce risorse per il Comune (e quindi=
per tutti), e non mi pare che ci siano stati aumenti significativi delle bo=
llette o che il servizio sia diventato scadente. Anzi.=20
<LI>Teniamo conto anche del fatto che una grande percentuale delle risorse =
idriche che servono Genova sono gestite da acquedotti interamente privati co=
me il Niccolay e il De ferrari- Galliera. e Amga sta gi=E0 adottando una polit=
ica sul territorio per captare acqua a discapito dei due acquedotti privati,=
su cui altri operatori privati (Vivendi e la municipalizzata Acea) hanno pu=
ntato gli occhi.=20
<LI>La legislazione nazionale (Berlusconiana) spinge nella direzione di lib=
eralizzazioni dei servizi pubblici. Questo non =E8 indifferente, perch=E9 - cont=
rariamente a quanto si dice - il Comune di Genova non sta facendo il primo d=
ella classe nelle privatizzazioni. Tutt'altro. Siccome le leggi spingono per=
fare andare a gara tutti i servizi pubblici a rilevanza industriale, la log=
ica che anima una amministrazione di sinistra deve essere quella di tutelare=
il pi=F9 possibile le proprie aziende. Per tutelarne i lavoratori, le compete=
nze e le risorse economiche che queste portano. La vendita delle dighe ad am=
ga serve proprio a far s=EC che Amga (che detiene un contratto trenntennale di=
servizio) non debba andare a gara per la gestione degli invasi. Dovr=E0 proba=
bilmente andare a gara per la gestione delle reti di distribuzione. Ma ovvia=
mente avendo il contratto con il Comune e la propriet=E0 delle dighe, di fatto=
gestisce gli invasi e quindi l'acqua che deve passare nelle reti. E quindi =
nelle gare sar=E0 comunque in una posizione di forza.=20
<LI>E' importante dire un'ultima cosa sulle tariffe: =E8 davvero difficile ch=
e un'azienda che gestisce reti e impianti possa scaricare sulle bollette cos=
ti non direttamente imputabili al servizio, ma - per esempio - a investiment=
i sbagliati. Questo perch=E9 il calcolo del costo a metro cubo della bolletta =
viene fatto dall'ATO (area territoriale ottimale, strumento previsto dalla l=
egge Galli) sui parametri di un'azienda cosiddetta "ottimale". Per=
cui chi gestisce il servizio non pu=F2 scaricare sui costi della bolletta cos=
ti non direttamente imputabili ai costi di gestione del servizio. quello che=
invece gi=E0 oggi =E8 vergognoso, per esempio, =E8 che nella nostra bolletta noi =
paghiamo il costo di manutenzione degli impianti degli acquedotti privati, i=
quali incassano i soldi e poi non fanno i lavori. Per questo =E8 necessario a=
ndare velocemente alla costruzione dell'ATO, cos=EC come previsto dalla legge =
Galli in modo da regolamentare tutto ci=F2.=20
<LI>rispetto ad alcune proposte che ho sentito, ricordo solo una: Amt =E8 una=
spa al 100% di propriet=E0 del Comune e questo non impedisce che produca 110 =
miliardi di debiti che il comune ogni anno deve ripianare con cifre intorno =
ai 25 miliardi di lire. con tutta evidenza, quindi, di per s=E9 l'assenza di c=
apitali privati non =E8 garanzia di buon servizio. evidentemente si possono fa=
re esempi anche in senso inverso. Ma tutto questo per dire che la forma soci=
etaria spesso non =E8 determinante, se costruita (come nel caso di amga) con t=
utte le possibili garanzie di pubblicit=E0 di gestione. <BR>
</OL><BR>
Forse ho dimenticato delle cose e concludo con alcune considerazioni:<BR>
<BR>
<UL><LI>A mio modo di vedere, non ci troviamo di fronte ad una operazione s=
bagliata ma ad una operazione difficile che ci interroga profondamente sul t=
ema della partecipazione, del rinnovo delle forme di controllo sulla gestion=
e dei beni pubblici e infatti stiamo preparando una serie di ordini del gior=
no che vanno in questa direzione. Teniamo conto del fatto che Pericu - ben c=
onscio del problema - ha gi=E0 chiesto ed ottenuto che l'azienda faccia relazi=
oni trimestrali sull'andamento dei conti e sulle scelte di politica aziendal=
e. Questi doc sono pubblici e si trovano su internet.=20
<LI>Aggiungo per ulteriore chiarezza che sarebbe bastato sapere che Amga =E8 =
scalabile da chiunque per far s=EC che io votassi no. &nbsp;Mi pare invece che=
ci siano tutte le garanzie per dire che tutta l'operazione =E8 fatta all'inte=
rno di un quadro di pubblicit=E0 del servizio.=20
<LI>Chiaramente si pu=F2 obiettare "se il comune decidere di vendere le =
proprie azioni"? Questo =E8 sempre possibile, anche se difficoltoso come =
ho detto prima (passaggio in consiglio comunale, cambio statuto, vendita). B=
isogna poi vedere - cosa tutt'altro che scontata - che questo sia un bene an=
che dal punto di vista di una amministrazione di destra. Ma il punto =E8 un al=
tro: se una nuova amministrazione comunale decidesse di vendere dighe o amga=
, non lo farebbe lo stesso, sia che le dighe siano di sua propriet=E0 o siano =
di propriet=E0 del comune? &nbsp;<BR>
</UL><BR>
Infine concludo su questo, rivolgendomi ai compagni e alle compagne che lav=
orano nella campagna Wto: sono totalmente d'accordo con le questioni globali=
che pone la campagna, e anche sulle possibili ricadute nazionali e locali e=
infatti l'arci aderisce con convinzione. Ma sono sinceramente convinto del =
fatto che la scelta delle dighe del comune rientri ovviamente in quel contes=
to, ma sia di segno opposto rispetto alle scelte destrorse che stanno avanza=
ndo e dalle liberalizzazione dell'acqua che riguardano i paesi deboli. Non d=
imentichiamoci che l'esistenza di sistemi democratici solidi cambia e di mol=
to la natura, il ruolo e gli spazi per il privato. Una cosa poi =E8 discutere =
delle dighe sul tigri e l'eufrate o nei fiumi dell'india o delle dighe nel c=
omune di Genova. I GATS vanno fermati anche perch=E9 probabilmente metterebber=
o in discussione i principi generali affermati dalla legge Galli, ma secondo=
me =E8 un errore pensare che la cessione delle dighe vada nella direzione di =
avallare le scelte del Wto. <BR>
<BR>
Per tutto ci=F2, e non solo per il fatto che dal punto di vista amministrativ=
o (vista la questione amt) sarebbe davvero difficile votare no, ho deciso di=
votare s=EC a questa delibera.<BR>
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