[NuovoLaboratorio] "CRONACA NERA"

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Autor: Carlo Ghione
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Asunto: [NuovoLaboratorio] "CRONACA NERA"
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CRONACA NERA

Ali veniva, poniamo, da Zako.

Portava in tasca un pane di sesamo

comprato in fretta con gli ultimi spiccioli

nel porto a Patrasso

pane caldo profumo di casa

speranza di vita

prima di calarsi nel buio del ventre del camion.

Ali aveva gi=E0 visto l'Italia, poniamo.

Aveva l'odore dolciastro del porto di Bari

l'Italia

gli piacque il castello svevo dalle mura merlate

le luci gialle della citt=E0 vecchia

gli scaldarono il cuore

ma il primo italiano che vide

vestiva una divisa

e fu anche l'ultimo.

Respingeteli, disse.

Ali non cap=EC le parole ma lesse lo sguardo

le ginocchia gli tremarono

poi si volt=F2 contro il muro

perch=E8 un uomo non piange.

Ali veniva da Zako, poniamo,

e sapeva gi=E0 usare il kalashnikov

ma di raffiche ne aveva abbastanza

e di agenti turchi irakeni americani arabi

e di kurdi che ammazzano kurdi

e di paura masticata amara con la fame

e dell'eco delle bombe

Qend=E0qur come Hal=E0bje

bombardieri turchi come gli aerei irakeni

gli stessi occhi sbarrati contro il cielo che uccide.

Ali, poniamo, aveva una ragazza

rimasta sola

la famiglia fuggita in Germania,

con lei aveva sognato l'Europa

con lei aveva cercato gli agenti turchi e turkmeni

e kurdi, maledizione, anche kurdi

per contrattare il passaggio della prima frontiera,

batteva forte il loro cuore al valico di Hal=ECl

divise verdeoliva

mazzi di banconote stinte

di tasca in tasca nel buio

e poi liberi

corrono veloci i minibus da Cizre verso Mardin

ogni mezz'ora un posto di blocco

divise verdeoliva banconote via libera

colonna di autobus veloce

viaggiando solo di notte

tre notti trenta posti di blocco

zona di guerra

da M=E0rdin ad Ad=E0na

poi veloci fino a Istanbul

e quella notte ad Aksaray

nel pi=F9 lurido degli alberghi

fra scarafaggi e zanzare e russare di ubriachi

per la prima volta avevano fatto l'amore

e per l'ultima volta.

Sul comodino un vaso di fiori stecchiti

lei ne sfil=F2 uno

glielo regal=F2 con un sorriso

come fosse una rosa di maggio.

Fu all'alba che vennero a prenderli

taxi scassati

gabbiani a stormi contro il cielo grigio del Bosforo

(Ali non aveva mai visto un gabbiano

e neppure il mare)

poi tutti a piedi verso un'altra frontiera

in fila indiana nel fango in silenzio

fino alle ginocchia nell'acqua del M=E9ric

ha la pistola il mafioso

"pi=F9 in fretta" sussurra,

di l=E0 c'=E8 la Grecia l'Europa

=E8 calda la mano di Leyla

si chiamava Leyla, poniamo

era calda la mano di Leyla

prima che scoppiasse sott'acqua la mina

prima che i greci cominciassero a sparare

prima dell'inferno...

Un uomo non piange

ma il cuore di Ali rest=F2 a galleggiare

fra i gorghi di melma del M=E9ric

mentre si nascondeva nel canneto

perch=E8 i greci non scherzano

e se ti consegnano ai turchi =E8 la fine

i maledetti verdeoliva che hanno intascato i tuoi soldi

ti fanno sputare sangue

nelle celle di frontiera.

Cos=EC in Grecia l'uomo si fa gatto

si fa topo ragno gazzella

nascondendosi di giorno negli anfratti

marciando di notte fino a Salonicco

e poi un passaggio da Salonicco a Patrasso

giovani turisti abbronzati, poniamo,

Ali ha la febbre batte i denti fa pena

rannicchiato sul sedile della Rover

=E8 bella la ragazza straniera

ma la sua Leyla era pi=F9 bella

pi=F9 profondi del mare i suoi occhi.

La Rover frena quasi sul molo

c'=E8 un traghetto che sta per partire

di l=E0 c'=E8 l'Europa davvero

con gli ultimi soldi paga il biglietto per Bari

Ali il mare non l'aveva mai visto

fa paura di notte il mare

ti chiedi quanto sar=E0 profondo

(erano pi=F9 profondi i suoi occhi)

ma un uomo non ha mai paura

e il cielo dal mare non =E8 poi diverso

dal cielo dei monti di Zako nelle notti chiare.

Fa pi=F9 paura la polizia di frontiera

"ez kurd im"

"ma che vuoi, che lingua parli,

rispediteli a Patrasso

ne abbiamo abbastanza di curdi qui in Puglia

non bastavano i cinquecento dell'ultima nave,

chiudeteli nella cabina

che non scendano a terra

senn=F2 chiedono asilo..."

E' triste il cielo dal mare

come il cielo dei monti di Zako nelle notti scure.

E' duro esser kurdi su un molo

sperduti fra il cielo ed il mare

erano in dieci, poniamo,

che quella notte a Patrasso contrattarono in fretta

seicento dollari a testa disse il camionista

non uno di meno

seimila dollari quei dieci corpi

quasi il valore di un carico intero

e il suo amico Huseyn pag=F2 anche per lui

prima di coricarsi abbracciati nel buio

stretto il pane di sesamo in tasca

stretto in mano un fiore secco

in dieci stretti fra le balle di cotone

che ti penetra in gola

negli occhi nel naso

ti toglie il respiro...

E' cronaca nera

MORTI SOFFOCATI SEI CLANDESTINI IN UN TIR

=E8 politica

MILLE CLANDESTINI RESPINTI NEL PORTO DI BARI

=E8 diplomazia

ACCORDO CON LA GRECIA SUI RIMPATRI

=E8 ipocrisia

ROMA CHIEDE COLLABORAZIONE AD ANKARA

=E8 propaganda

INASPRITE LE PENE CONTRO I TRAFFICANTI

=E8 nausea =E8 rabbia =E8 dolore

Sotto le stelle di Zako

mille Ali sognano l'Europa

in Europa sogneranno il ritorno

e nella nebbia di Amburgo, poniamo,

nella gelida nebbia senza stelle

Huseyn bussa a una porta

ha da consegnare una cattiva notizia

un pane di sesamo secco

e un fiore stecchito...



Dino Frisullo, ottobre 2000

HASTA LA VICTORIA...DINO



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