[RSF] Fwd: [fori-sociali] Dino vivrà !

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Autor: stalkern
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Assunto: [RSF] Fwd: [fori-sociali] Dino vivrà !
Ahi
Stalkern

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Subject: [fori-sociali] Dino vivrà !
Date: Friday 06 June 2003 16:21
From: aldo binosi <aldobinosi chiocciola yahoo.it>
To: fori-sociali chiocciola yahoogroups.com

E' morto Dino Frisullo. Il suo impegno nella lotta al razzismo e per una
solidarietà internazionale


06/06/2003 13.21.30ROMA – Dopo aver combattuto per alcuni mesi contro un
tumore, è morto stanotte a Perugia Dino Frisullo, giornalista, autore di
articoli su “Liberazione” e collaboratore delle principali testate della
sinistra e di varie riviste cattoliche. Nato a Foggia nel 1952, Frisullo era
segretario dell’associazione "Senzaconfine", portavoce della Rete
Antirazzista e dell’associazione Azad (Associazione per la libertà del
popolo curdo), oltre che animatore di reti di solidarietà internazionale.
Attivista impegnato nella difesa del popolo kurdo, fu arrestato nel marzo
1998 in Turchia durante una manifestazione in favore della causa kurda,
finendo sotto processo a Istanbul: il primo e unico prigioniero politico
europeo nelle carceri turche, poi liberato in seguito a una campagna di
risonanza mondiale. “Non c'è nulla che non rifarei, perché non credo di
essere colpevole di qualcosa: sono un giornalista, che si occupa di diritti
umani. Per questo motivo mi è già capitato di avere dei problemi in
Palestina e in Bosnia, ma non ho mai fatto qualcosa di cui dovessi
pentirmi”, aveva dichiarato in un’intervista rilasciata al settimanale
“Avvenimenti” durante i 39 giorni trascorsi all'interno del carcere turco di
Diyarbakir, prima di essere rilasciato, il 29 aprile 1998. Il giornalista si
era recato in Turchia con una delegazione di pacifisti italiani. Obiettivo
della missione, condiviso da delegazioni di molti paesi europei, era la
partecipazione al “Newroz”, la festa del capodanno kurdo. Il 21 marzo la
delegazione italiana era a Diyarbakir, nel Kurdistan turco, dove si svolgeva
una delle tante feste di piazza; al termine della festa si formò un corteo
spontaneo, disperso dalle cariche della polizia, con molti feriti e contusi
tra i manifestanti. Tre cittadini italiani furono fermati e trattenuti in
caserma; due vennero successivamente rilasciati. Dino Frisullo, invece, fu
trasferito in un carcere di massima sicurezza, a Diyarbakir, e messo in
isolamento con l'accusa di aver violato l'art. 312 (propaganda contro
l'integrità dello Stato), a motivo del materiale di “propaganda a favore dei
kurdi” trovato nella sua borsa. Frisullo era considerato dalle autorità
turche pericoloso per la sua attività, condotta in Italia, di denuncia e di
difesa dei diritti umani e per la sua partecipazione nel settembre ’97 al
"treno della pace", che portò in Kurdistan una folta delegazione di
pacifisti in arrivo da tutta Europa insieme a diplomatici di vari paesi. In
quell'occasione la polizia fece irruzione nell'albergo dove si svolgeva una
conferenza stampa della delegazione; al giornalista pugliese fu data
l'imputazione di resistenza all'arresto. Nel ’99 Frisullo ha raccontato
questa sua esperienza nel volume “Se questa è Europa. Viaggio nell’inferno
carcerario turco” (Odradek edizioni). Il diario dal carcere, scritto durante
la sua detenzione e sottratto alla censura, disegna un quadro e inedito
della Turchia e del Kurdistan attraverso i racconti dei compagni di cella e
la semplice cronaca giornaliera. Il libro produce i documenti
dell'Associazione turca per i diritti umani e memorie di altri prigionieri,
gettando luce su una realtà attuale dopo il "caso Ocalan", ma soprattutto
“imbarazzante per l'Europa – nota l’editore - che questo paese-carcere
vorrebbe associare”.



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