[NuovoLaboratorio] Fw: [coordinamento-lavoratori-coop-soc-ge…

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Auteur: lavcoopsoc
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Sujet: [NuovoLaboratorio] Fw: [coordinamento-lavoratori-coop-soc-genova] (unknown)
NON SOLO DIGHE!!!

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From: "Coord. Operatori Sociali" <cocittos@???>
To: <coordinamento-lavoratori-coop-soc-genova@???>
Sent: Saturday, May 31, 2003 3:53 PM
Subject: [coordinamento-lavoratori-coop-soc-genova] (unknown)


Oggi a Roma presso la Sala Rosi dell'Assessorato alle Politiche sociali
si è tenuta una grande assemblea cittadina degli operatori sociali con la
partecipazione dei Presidenti delle Commissioni Politiche Sociali e Lavoro
del Comune di Roma.

La capienza della Sala non è stata sufficiente a contenere tutte le persone
che hanno preso parte all'iniziativa la quale ha toccato i nodi delicati
del Sistema dei Servizi sociali così come messi in atto dalla Giunta
Capitolina.

Inviamo per il momento in allegato il Documento di apertura dell'Assemblea
riservandoci quanto prima di riportare al più presto una sintesi degli
interventi.

Eventuali contatti
Luciano 3286492851

Roma 31 maggio 2003- Sala Rosi - Assessorato alle Politiche Sociali

"C'E' UN FUTURO PER GLI OPERATORI SOCIALI ?"
Assemblea cittadina promossa dal Coordinamento cittadino Operatori Sociali e
da Adriana Spera consigliera comunale di Roma

ANALISI E PROPOSTE

1. La Riforma dei Servizi Sociali scritta dalla Giunta capitolina
In questi giorni siamo venuti a conoscenza di un carteggio tra gli
Assessorati al Lavoro, alle Politiche Sociali e le Centrali cooperative e di
un'interessante circolare partita dal V° Dipartimento a tutti i Direttori
dei Municipi.
In parole semplici nel primo caso l'Osservatorio del Comune di Roma chiede
alle cooperative sociali convenzionate:
"Vogliamo le prove che rispettate le norme e i diritti dei lavoratori!".
Cosa fanno le cooperative? Si rivolgono subito alle loro rappresentanze (
Legacoop, Confcooperative e AGCI) le quali rispondono al Comune: "se volete
che le nostre cooperative applichino il contratto collettivo e la delibera
135 il Comune deve osservare e rispettare la legge 327/2000 (Valutazione dei
costi del lavoro e della sicurezza nelle gare d'appalto). Altrimenti si apre
la via al lavoro precario".
Intanto il 20 maggio 2003 il V° Dipartimento ha scritto a tutti Municipi
con questo invito: "Non date alle cooperative ed Enti gestori più soldi di
quanto già hanno avuto (+5,1% a Gennaio 2002) e non fate negoziazioni
separate. Altrimenti ci potrebbe essere l'interruzione dei Servizi per
carenza di risorse.."
Questo balletto tra Comune, Municipi e Centrali cooperative rende chiara l'
idea della situazione dei Servizi a Roma dove i diritti degli utenti e degli
operatori e la trasparenza delle scelte operate sono gravemente
compromesse.
A questo si aggiunge una confusa normativa sull'Accreditamento delle
cooperative sociali e la disinformazione più assoluta sullo stato dei 127
progetti dei Piani di Zona municipali.
Nella Elaborazione degli interventi assistenziali nell'Area Handicap, è
previsto per la prima volta l'impiego di personale non qualificato. Per la
precisione il 30% nell'handicap e il 70% nel settore Anziani. Non solo:
Nonostante gli ambiziosi obiettivi e sub-obiettivi dell'intervento
socio-educativo previsto nel pacchetto di servizio, non sono previsti
Educatori e nelle attività di socializzazione il rapporto assistenziale è
addirittura di 1(uno) assistente domiciliare ogni 4 (quattro) disabili
gravi.

2. I limiti dell'Osservatorio sul Lavoro del Comune di Roma.
Se non bastasse la corrispondenza di cui sopra ci sarebbe da dire che l'
Osservatorio comunale incontra nel Lavoro sociale altri ostacoli: in caso di
revoca di un servizio appaltato a cooperative inadempienti la cooperativa
che subentrerebbe non è tenuta ad assorbire i "co.co.co." e i lavoratori
occasionali della cooperativa che perde l'appalto. Il conseguente rischio è
la perdita del lavoro di tanti lavoratori già precari.

3. La Formazione degli operatori e le 50 ore.
L'attuale gestione delle Politiche Sociali non sembra interessata alla
qualità della
Relazione e del Progetto educativo e al miglioramento della qualità della
vita ma sembra
privilegiare iniziative estemporanee di carattere emergenziale e
caritatevole, l'estetica delle strade cittadine attraverso la creazione di
"Poli del Disagio" tenuti logisticamente ben lontani dal tessuto sociale
della città .
La scarsa attenzione dimostrata verso la formazione e l'aggiornamento degli
operatori, verso il rispetto della 626 negli standard assistenziali, verso
il sostegno psicologico, in un lavoro comunque usurante, spiega anche l'
introduzione della quota degli operatori generici.
Il risultato è inevitabilmente una dequalificazione generale delle
professionalità, della qualità del lavoro e un servizio sempre più scadente.
Infatti per combattere l'emarginazione e il disagio si crea altro disagio
attraverso mano d'opera a basso costo, anch'essa precaria e marginale, anch'
essa priva di adeguate tutele.

ALCUNE PROPOSTE CONCRETE AL CONSIGLIO COMUNALE.
Ci auguriamo che il massimo organo politico della città di Roma, attraverso
il lavoro delle Commissioni consiliari preposte, qui autorevolmente
rappresentate, sappia intervenire efficacemente nelle prossime sedute di
consiglio dedicate al Piano Regolatore Sociale per correggere l'operato
della Giunta e aiutarla ad uscire dal deludente quadro descritto:

A) Applicazione della delibera del Consiglio Comunale n. 135/2000 che
regolamenta i rapporti di lavoro nei servizi dati in appalto. In tutti i
servizi pubblici devono essere garantiti pienamente i diritti derivanti dai
Contratti Collettivi di lavoro a tutto il personale impiegato;
B) I Piani di Zona e il Programma di intervento assistenziale sugli utenti
devono includere in forma aperta, pubblica e partecipata i contributi
diretti degli operatori sociali, singoli e associati con un'informazione
chiara e trasparente sulle risorse e sulle procedure.
C) Devono essere rispettati gli Standard assistenziali Operatore-Utente (in
conformità con i carichi di lavoro stabiliti dalla legge 626) e la dotazione
minima di personale con le qualifiche adeguate agli interventi pianificati e
alle mansioni;
D) Internalizzare tutti quei servizi delicati dove la gestione pubblica
garantisca maggiore qualità e maggiore risparmio di danaro pubblico come, ad
esempio, le case di riposo comunali e il servizio degli AEC;
E) La creazione di Albi comunali delle Professioni sociali che
contribuiscano alla crescita formativa e a maggiori garanzie di qualità dei
Servizi.

ALCUNE PROPOSTE AGLI OPERATORI SOCIALI
Unire le forze tra gli Educatori, gli Studenti universitari che hanno scelto
il settore sociale, gli assistenti domiciliari, gli AEC, gli operatori di
strada.
Organizzarsi per manifestare in Piazza del Campidoglio durante la prossima
discussione del Piano Regolatore Sociale e per chiedere il rispetto della
dignità professionale, dei diritti e delle garanzie in tutti i Servizi alla
Persona.
Intervenire nei prossimi Piani di Zona e rioccupare gli spazi partecipare
attivamente alle scelte

UNITI POSSIAMO PROVARE A INVERTIRE LA TENDENZA E RIDARE LUCE AL FUTURO
DEI SERVIZI SOCIALI E DEI DIRITTI.





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