Autore: Alessandro Presicce Data: Oggetto: [Lecce-sf] (no subject)
Bozza di comunicato.
Nella pausa dei lavori del Convegno "Luoghi di scomparsa" i parlamentari
Alba Sasso e Giovanni Russo Spena hanno effettuato una visita "a sopresa"
nel Centro di Permanenza Regina Pacis, accompagnati da un piccolo gruppo
militanti di vari Social forum italiani.
Dopo un primo ingiustificato rifiuto all'ingresso opposto ai parlamentari da
Don Cesare Lodeserto, direttore del Centro, l'on Alba Sasso telefonava al
Prefetto di Lecce il quale naturalmente non poteva che acconsentire
all'ingresso, secondo le vigenti norme che garantiscono ai parlamentari
l'ingresso nelle istituzioni totali su tutto il territorio nazionale.
Agli accompagnatori veniva invece interdetto l'accesso. Essi hanno potuto
interloquire a distanza coi trattenuti, solo per pochi secondi, attraverso
piccole feritoie e lucernai, raccogliendo brandelli della loro sofferenza
dovuta alla condizione di detenzione.
I due deputati hanno verificato una presenza massiccia di militari dell'Arma
all'interno della struttura, sebbene le norme in materia prevedano che gli
agenti possano presidiare soltanto il perimetro esterno dei Centri e non
l'interno. Mezzi militari si trovano persino all'interno della struttura.
E' stata notata persino la presenza di militari nella zona riservata alle
donne in interessate dal programma di "protezione sociale" ex. art 18 D.Lgs.
286/98.
Costoro secondo la legge dovrebbero essere ospitate in strutture
residenziali e coinvolte in percorsi formativi e opportunita' di
inserimento socio-lavorativo. Al Regina Pacis, oltre alla militarizzazione
oppressiva anche in queste particolari aree, telecamere a circuito chiuso,
potenti fari alogeni, muri e reti di protezione altissime contribuiscono a
restitutire un senso di prigionia e chiusura.
I parlamentari hanno riscontrato l'uso massiccio che nella struttura viene
fatto di psicofarmaci. La direzione del Centro sostiene che siano gli stessi
"ospiti" a pretenderli dai medici di servizio.
Ai parlamentari, in via d'eccezione, è stato consegnato uno stampato con
dati aggiornati relativi alle presenze nel centro. Salta fuori che parecchi
trattenuti nel Regina Pacis erano in possesso di permesso di soggiorno,
molti addirittura erano richiedenti asilo capitati lì chissà come.