diofà le figate me le perdo tutte
piss&love
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From: El Paso Mailing List <pasica@???>
To: <Recipient list suppressed>
Sent: Sunday, June 01, 2003 6:28 PM
Subject: [movimento] Torino: presidio di ieri e lunedì 2 presidio a Porta
Palazzo
ieri una sessantina di persone hanno contestato il
presidio che la Lega Nord (come al solito una decina di pagliacci in
tutto protetti dalla polizia) aveva indetto sotto casa, nel quartiere di
S. Salvario, di uno dei 5 anarchici incarcerati lunedì per essersi
opposti ad una retata della polizia e scarcerati due giorni dopo; i
leghisti avevano indetto il presidio proprio per protestare contro la
scarcerazione.
Dopo la rittirata dei leghisti c'è stato un mini corteo per le vie di S.
Salvario e poi, a termine dell'iniziativa, una trentina di persone circa
sono state fermate e identificate dalla polizia mentre se ne stavano
tranquillamente sedute nel vicino Parco del Valentino.
Ricordiamo che domani si svolgerà un altrro presidio a Porta
Palazzo.
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Blitz di anarchici nella sede del quotidiano Torino
Cronaca
Un gruppo di giovani anarchici ha compiuto oggi un blitz nella
redazione del quotidiano locale Torino Cronaca, nel quartiere San
Salvario, al termine di una contromanifestazione organizzata per
contrastare un presidio della Lega Nord.
Sono stati spaccati vetri, buttati a terra computer e schedari e fatte
scritte con la vernice nera contro il quotidiano.
La sede del giornale - che il sabato e la domenica è chiuso perchè non va
in edicola la domenica e il lunedì - si trova all'interno di uno stabile
in via Principe Tommaso, insieme alle sedi di alcune società di servizi.
Con uno stratagemma, tre giovani si sono fatti aprire il portone e poi
sono entrati, sfondando a calci una porta a vetri, nella segreteria di
redazione del giornale. Davanti ad una dipendente atterrita, i giovani
hanno devastato il locale e, dopo avere fatto su una porta il simbolo
dell'anarchia, una A con un cerchio intorno, sono scappati. Altre scritte
contro il giornale e il suo direttore sono state fatte all'interno
dell'androne e sul muro esterno dello stabile. (Red)
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San Salvario: ora basta!
Maggio è arrivato e a San Salvario è cominciata la stagione della
caccia. I reparti d'assalto dei gendarmi sono ad ogni angolo, i loro
drappelli armati battono il quartiere in cerca di prede. Davanti a loro
corrono scodinzolando alcuni bravi cittadini della zona, segugi volontari
che indicano ai cacciatori dove colpire. Dietro, tanta gente che guarda e
sta zitta, che assiste alla caccia facendo finta di nulla come se fosse
una cosa normale, come il cambio delle stagioni o lo scorrere delle
nuvole portate dal vento. Ma in questo mese, a San Salvario, si è aperta
la caccia all'uomo.
Niente di nuovo, in realtà, sotto i cieli torinesi. Controlli,
pattugliamenti, retate e pestaggi sono all'ordine del giorno in tutta la
città, da qualche anno ormai. Ma ora i reparti d'assalto danno il meglio
di sé a San Salvario: li vediamo in azione tutti giorni, ed è proprio
quello che siamo costretti a vedere per le strade del nostro quartiere
che ci impedisce di tacere.
Tutto il male che si dice a San Salvario sull'operato della polizia e dei
carabinieri è vero, e nessuno può ignorarlo. È vero che i gendarmi,
all'ombra dei cespugli del Valentino, derubano e ricattano gli immigrati
che capitano loro a tiro. È vero che i metodi sono sempre stati spicci
nelle caserme e nei posti di polizia. È vero anche che le prostitute che
vengono fermate debbono spesso sottostare alle voglie dei questurini.
Ma quel che sta succedendo in questi giorni è che l'arroganza e la
violenza dei gendarmi non ha più bisogno di nascondersi nelle stanza
discrete della questura o ripararsi nella desolazione dei parchi
pubblici: ora, alla luce del sole e di fronte ai passanti, la polizia può
inseguire, aggredire e malmenare chi è sospettato di non avere i
documenti giusti per respirare l'aria delle nostre città.
Quel che ci angoscia e ci fa rabbia non sono i lamenti di alcuni
commercianti che chiamano la polizia per vendere qualche profumo in più;
non sono le pacche che il sindaco distribuisce sulle spalle dei soldatini
dei reparti d'assalto, spossati per il troppo lavoro; non sono le
menzogne e gli allarmismi dei giornali; non sono neanche le violenze dei
gendarmi ad indignarci. Tutti questi fanno il loro mestiere, più o meno
come sempre.
Quello che ci fa tremare i polsi è l'indifferenza di chi guarda. Chi ci
fa paura sono tutte quelle brave persone che, dopo aver appeso la
bandiera della pace sul proprio balcone, non si accorgono o fanno finta
di non accorgersi che la guerra è proprio sotto casa. Come è possibile
non avere niente da ridire quando poliziotti armati fino ai denti
inseguono donne la cui colpa è quella di ritrovarsi in strada per
sopravvivere? Come è possibile che i cuori non sobbalzino quando le
speranze e i progetti di tanti uomini e tante donne che arrivano a Torino
si infrangono sulle portiere delle volanti? Come riuscire a stare ancora
fermi e tranquilli quando, pesti e ammanettati, questi vengono rinchiusi
nel lager di Corso Brunelleschi?
Chi oggi accetta tutto questo senza battere ciglio, presto sarà pronto ad
accettare qualsiasi cosa. Se oggi la caccia al clandestino è una cosa
normale, domani diventerà normale che i reparti d'assalto sfondino
nottetempo le porte delle nostre case in difesa di un potere sempre più
totalitario e repressivo. Allora sì che San Salvario sarà pulita e
lucidata, ma a tutto profitto degli speculatori del comune e delle
agenzie immobiliari, e non ci sarà più posto per chi non è un ricco, un
padrone, un giornalista, un poliziotto o anche solo un piccolo,
pidocchioso, mercante di profumi.
Alcuni abitanti di San Salvario - Torino
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