Autor: Stefano Colonna Data: Assumpte: [Forumlucca] Fw: una lettura interessante
Veramente interessante.
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> SENZA CONFINI (dal Manifesto del 24 aprile 2003)
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> La sinistra italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché si > apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo sempre > consolarci con le elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa. Ma > la sinistra rappresentativa, quercia rotta e margherita secca e ulivo senza > tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e un'alternativa e neppure > un'alternanza, per usare questo gergo. Hanno raggiunto un grado di > subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra ma al suo > punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno.
> Non credo che lo facciano per opportunismo e che sia imputabile a singoli > dirigenti. Dall'89 hanno perso la loro collocazione storica e i loro > riferimenti e sono passati dall'altra parte. Con qualche sfumatura. > Vogliono tornare al governo senza alcuna probabilità e pensano che questo > dipenda dalle relazioni con i gruppi dominanti e con l'opinione > maggioritaria moderata e di destra. Considerano il loro terzo di elettorato > un intralcio più che l'unica risorsa possibile.
> Si sono gettati alle spalle la guerra con un voto parlamentare consensuale. > Non la guerra irachena ma la guerra americana preventiva e permanente. Si > fanno dell'Onu un riparo formale e non vedono lo scenario che si è aperto. > Ciò vale anche per lo scenario italiano, dove il confronto è solo > propagandistico. Non sono mille voci e una sola anima come dice un > manifesto, l'anima non c'è da tempo e ora non c'è la faccia e una > fisionomia politica credibile.
> E' una constatazione non una polemica.
> Noi facciamo molto affidamento sui movimenti dove una presenza e uno > spirito della sinistra si manifestano.
> Ma non sono anche su scala internazionale una potenza adeguata. Le nostre > idee, i nostri comportamenti, le nostre parole sono retrodatate rispetto > alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità e alle prospettive.
> Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo. C'è > un'umanità divisa in due, al di sopra o al di sotto delle istituzioni, > divisa in due parti inconciliabili nel modo di sentire e di essere ma non > ancora di agire.
> Niente di manicheo ma bisogna segnare un altro confine e stabilire una > estraneità riguardo all'altra parte.
> Destra e sinistra sono formule superficiali e svanite che non segnano > questo confine.
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> Anche la pace e la convivenza civile, nostre bandiere, non possono essere > un'opzione tra le altre, ma un principio assoluto che implica una > concezione del mondo e dell'esistenza quotidiana. Non una bandiera e una > idealità ma una pratica di vita. Se la parte di umanità oggi dominante > tornasse allo stato di natura con tutte le sue protesi moderne farebbe > dell'uccisione e della soggezione di sé e dell'altro la regola e la leva > della storia. Noi dobbiamo abolire ogni contiguità con questo versante > inconciliabile.
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> Una internazionale, un'altra parola antica che andrebbe anch'essa abolita > ma a cui siamo affezionati. Non un'organizzazione formale ma una miriade > di donne e di uomini di cui non ha importanza la nazionalità, la razza, la
> fede, la formazione politica, religiosa. Individui ma non atomi, che si > incontrano e si riconoscono quasi di istinto ed entrano in consonanza con > naturalezza. Nel nostro microcosmo ci chiamavamo compagni con questa > spontaneità ma in un giro circoscritto e geloso. Ora è un'area senza > confini. Non deve vincere domani ma operare ogni giorno e invadere il > campo. Il suo scopo è reinventare la vita in un'era che ce ne sta > privando in forme mai viste.
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> Luigi Pintor