[RSF] (no subject)

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著者: stalkern
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題目: [RSF] (no subject)
Il Thursday 29 May 2003 11:51, mt.gennari@??? ha scritto:
>                                                   SENZA CONFINI   (dal
> Manifesto del 24 aprile 2003)

>
>

[...]

Grazie per l'invio

Con tutto il rispetto per Pintor, mi sembra un po' vago, direi che è buono per 
tante occasioni. Per condirlo, vi girerei un'osservazione di Norbert Elias: 
che il nostro modo di pensare ciascuno il suo "IO" e il suo "NOI" evolve 
moooolto più lentamente dei nostri legami materiali, e che però alla fine 
arriva anche il pensiero. Traduco: nel passaggio dalla percezione del proprio 
"NOI" come clan a quella come individuo-nazione a quella come UE, CES o altre 
superorganizzazioni, a quella come mondo, si nota che:
    1) quando un sistema è superato nei fatti e la percezione di quasi tutti va 
avanti, alcuni vanno indietro: ad esempio quando dalla percezione del proprio 
"NOI" come Italia si va alla percezione come "Europa", ci stanno i leghisti 
che ripiegano sul "NOI" come razza-regione;
    2) quando un sistema è superato nei fatti, presto o tardi arriva un modo 
abituale di pensarlo (una nuova percezione del "NOI").


Si veda qui Pintor "Le nostre idee, i nostri comportamenti, le nostre parole
sono retrodatate rispetto alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità e
alle prospettive."

Ciò detto, la dimensione trasversale per eccellenza della modernità essendo il
denaro, l'osservazione di Pintor/Elias potrebbe anche significare che un
giorno, adeguando "le nostre idee, i nostri comportamenti, le nostre parole"
a ciò che fonda la nostra esistenza, capiremo soltanto quello... per
l'equivalenza dei capitali economici e simbolici, si potrà sempre scegliere
di capire solo il potere.

Mi domando se Pintor stesso non mette qui vino vecchio nella botte nuova,
tornando lui stesso all'internazionalismo di stampo socialista mentre il
mondo è passato all'internazionalismo di stampo neoliberista (fenomeno
analizzabile col punto 1 qui sopra). Si vede che, nonostante tutto, non era
davvero pessimista.

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