Autore: stalkern Data: Oggetto: Rif: Re: Rif: Re: Rif: Re: Rif: [RSF] Disappunto sull'uso del
Movimento a fini elettorali
Il Wednesday 28 May 2003 10:23, mt.gennari@??? ha scritto:
[...] >
> Una cosa però mi fa un pò incazzare caro stalkern, e non volermene subito:
> perchè continui a pensare (lo scrivi così, tranquillamente...) che l'idea
> di "umanità varia da uomo a uomo".
> Allora mi incazzo: Non ho il pisello, sono una donna e non mi sento
> rappresentata dagli uomini: Questa terminologia mi rende invisibile,
> esclude a priori la differenza di genere. Che c'è caro Stalkern, davvero. E
> mi spiace che anche tu cada nello stereotipo della "vecchia zitella". Lo
> sai che non esiste il corrispettivo maschile della parola? Così come non
> esistono i "puttani" o i "mignotti" etc.etc. Allora usiamo anche noi
> altri termini, non offensivi per nessuna/o. Purtroppo anche tra noi (mi ci
> metto pure io, tranquillo) facciamo poca attenzione al tema di genere a
> finiamo per usare tranquillamente categorie un pò stronze. Ciao e buon
> lavoro Teresa
Nota anche che per "figure maschili" presenti nel mio discorso ho usato i
termini imbecille, idiota etc.
Per la "vecchia zitella", pensavo fra l'altro al disegno del "dittamo della
zia Bettina" del giornalino di GiamBurrasca, che fa uno scherzo alla zia (ne
fa anche agli zii, ma non quello della pianta che mi serviva per
l'argomentazione; e il nubilato mi serve per suggerire l'attaccamento della
persona alla pianta, immagine del figlio).
Ma se tu li sai, potresti suggerirci qui in lista equivalenti "bisex" (?) di
espressioni come
"vecchia zitella"
"comare secca"
"pollastro"
"spaccone"
etc?
Aiuteresti il lessico della lingua italiana e sarebbe forse più utile che
intervenire ogni volta come una terzina (non quelle di Pascoli: un terzino
donna).
Ho un lessico limitato, non voglio usare un linguaggio parascientifico e non
riesco a esprimere ogni cosa in modo icastico ovvero espressivo con le
condizioni che tu giustamente poni. Ma tu ci riesci? Riesci a scrivere un
romanzo così? A tradurre poesie? A fare esempi?
E poi, sarà colpa del linguaggio o del mondo in cui il linguaggio si forma e
vive?
Io, come tutti, uso il linguaggio in modo differenziale ma riflessivo, non
specifico le cose che non contribuiscono al senso che _io_ ho in testa. In
particolare la questione di genere non mi passa proprio in mente per
situazioni dove donne e uomini si comportano, mi sembra, in modo identico,
come quella politica di cui ho parlato.
Inoltre, le rettifiche del tipo che dici tu le faccio di solito -e solo da
quando ho conosciuto Cristina Papa- in rilettura, pensando a come un'altra
persona può leggere. Non sono neanche incline ad obbedire a fenomeni analoghi
alla trasformazione del "lei" in "voi" o "voi" in "lei".
Tu che dici?
Son curioso, comunque non mi sento colpevole perché il mio testo non aveva
nessuna intenzione di "rappresentare" te, né altre - o altri - che me.
Ciao
Stalkern