[Lecce-sf] articolo 18

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Autore: Antonella Mangia
Data:  
Oggetto: [Lecce-sf] articolo 18
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Un evento inatteso? No, un luminoso disvelamento. Si è prodotto
ieri,occasione
una tavola rotonda organizzata dal Riformista, protagonisti esponenti
del
centrodestra e dell'Ulivo, dal sottosegretario al welfare Maurizio
Sacconi al
responsabile economico della Margherita Enrico Letta,all'economista
dell'area
liberal dei Ds Nicola Rossi. L'argomento,«Articolo 18: un referendum
sbagliato»,
è stato lo spunto per parlare della scadenza referendaria, ma anche del
dopo, ed
è proprio disegnando le coordinate dell'imminente futuro che dal
cappello è
uscito il "coniglio",una proposta bipartisan: la soluzione è cancellare
l'art.18
per tutti,anche chi oggi presta l'opera sua nelle aziende sopra i 15
dipendenti
e dunque, a norma dello Statuto dei lavoratori, può difendersi dai
licenziamenti
individuali illegittimi. «Rimuovere questo referendum», che pretende di
estendere tale difesa nelle aziende minori, dunque, come si vede, non è
solo un
bene in sé ma un primo passo sulla via delle riforme,
> «riaprendo il dialogo tra maggioranza e opposizione».
>
> Si può, «una volta sconfitto definitivamente chi porta avanti una

logica
esclusivamente antagonista, una contrapposizione ideologica»,
concordano Sacconi
e Letta. Conviene Nicola Rossi, sì, si può ricominciare a insieme
purché il
governo tolga dal suo decreto quelle «modifiche sperimentali
> all'art.18» concordate nel Patto per l'Italia con Cisl, Uil,

padronato.
> «Norme visibilmente inadeguate ai problemi», sottolinea Rossi; altre

sono le
priorità delle riforme, «a partire dal Libro bianco», rincara Enrico
Letta. E si
capisce che, nel merito, quelle modifiche paiono agli
> interlocutori addirittura troppo parziali (mentre portano nella forma

la
sgradevole eco della rottura a sinistra e nel sindacato); infatti Letta
per il
futuro lavoro bipartisan esplicita la soluzione sul punto rovente
dell'art.18:
«L'accoppiata arbitrato-risarcimento può essere la modalità giusta su
cui
raccogliere un largo consenso».
>
> Insomma, l'alleanza di oggi tra la maggioranza berlusconiana e

l'Ulivo per
fare fallire il referendum del 15 giugno, non è improvvisata, bensì
radica da
una convergenza di fondo: estendere il potere degli imprenditori sui
prestatori
d'opera, fino alla libertà dei licenziamenti ad personam.
>
> A Enrico Letta si deve riconoscere il merito di enunciare la verità

della
posizione dell'Ulivo sull'art.18: va cancellato per tutti, quindi nel
mirino ci
sono direttamente quei milioni di donne e uomini che oggi
> pensano di essere parzialmente al riparo dai fulmini delle riforme,

perché
lavorano nelle aziende di dimensioni maggiori. E si capisce bene, di
qui,anche
il grande consenso nel centrosinistra contro il referendum del 15
giugno: non si
tratta affatto solo di impedire che la difesa dai licenziamenti
personali
ingiusti si estenda nelle piccole aziende, in realtà c'è un contesto
precedente,
una presa di posizione più radicale che ora viene alla luce, e usa la
battaglia
contro il referendum ,«l'astensionismo militante», anche come pretesto
per
l'obiettivo della cancellazione generale dell'«art.18».
>
> Così si opera il disvelamento. A confermarlo, c'è lo sperato dialogo

col
centrodestra sulle riforme «a partire dal Libro bianco»: ossia proprio
quel
testo su cui si sono costruite le deleghe berlusconiane (concorde il
Patto per
l'Italia) che nella legge 30 già sanciscono la libertà per le imprese
di
frantumarsi all'infinito, in unità più piccole finte, in catene di
subappalti,
con addetti che non appaiono tali perché noleggiati presso altre
società, onde
ribassare il prezzo del lavoro-merce, e cancellare, in forza di legge,
i diritti
elementari di donne e uomini nel lavoro.
>
> Questo è già avvenuto: se si «riparte» di qui, per le «riforme»,

allora si
capisce che è perfettamente congruo il proposito della maggioranza
dell'Ulivo di
eliminare per tutti l'art.18.
>
> ( Il Manifesto 18-05-03 )





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<DIV>Un evento inatteso? No, un luminoso disvelamento. Si è prodotto <BR>ieri,occasione<BR>una tavola rotonda organizzata dal Riformista, protagonisti esponenti <BR>del<BR>centrodestra e dell'Ulivo, dal sottosegretario al welfare Maurizio <BR>Sacconi al<BR>responsabile economico della Margherita Enrico Letta,all'economista <BR>dell'area<BR>liberal dei Ds Nicola Rossi. L'argomento,«Articolo 18: un referendum <BR>sbagliato»,<BR>è stato lo spunto per parlare della scadenza referendaria, ma anche del <BR>dopo, ed<BR>è proprio disegnando le coordinate dell'imminente futuro che dal <BR>cappello è<BR>uscito il "coniglio",una proposta bipartisan: la soluzione è cancellare <BR>l'art.18<BR>per tutti,anche chi oggi presta l'opera sua nelle aziende sopra i 15 <BR>dipendenti<BR>e dunque, a norma dello Statuto dei lavoratori, può difendersi dai <BR>licenziamenti<BR>individuali illegittimi. «Rimuovere questo referendum», che pretende di<BR>estendere tale difesa nelle aziende minori, dunque, come si vede, non è <BR>solo un<BR>bene in sé ma un primo passo sulla via delle riforme,<BR>> «riaprendo il dialogo tra maggioranza e opposizione».<BR>> <BR>> Si può, «una volta sconfitto definitivamente chi porta avanti una <BR>logica<BR>esclusivamente antagonista, una contrapposizione ideologica», <BR>concordano Sacconi<BR>e Letta. Conviene Nicola Rossi, sì, si può ricominciare a insieme <BR>purché il<BR>governo tolga dal suo decreto quelle «modifiche sperimentali<BR>> all'art.18» concordate nel Patto per l'Italia con Cisl, Uil, <BR>padronato.<BR>> «Norme visibilmente inadeguate ai problemi», sottolinea Rossi; altre <BR>sono le<BR>priorità delle riforme, «a partire dal Libro bianco», rincara Enrico <BR>Letta. E si<BR>capisce che, nel merito, quelle modifiche paiono agli<BR>> interlocutori addirittura troppo parziali (mentre portano nella forma <BR>la<BR>sgradevole eco della rottura a sinistra e nel sindacato); infatti Letta <BR>per il<BR>futuro lavoro bipartisan esplicita la soluzione sul punto rovente <BR>dell'art.18:<BR>«L'accoppiata arbitrato-risarcimento può essere la modalità giusta su <BR>cui<BR>raccogliere un largo consenso».<BR>> <BR>> Insomma, l'alleanza di oggi tra la maggioranza berlusconiana e <BR>l'Ulivo per<BR>fare fallire il referendum del 15 giugno, non è improvvisata, bensì <BR>radica da<BR>una convergenza di fondo: estendere il potere degli imprenditori sui <BR>prestatori<BR>d'opera, fino alla libertà dei licenziamenti ad personam.<BR>> <BR>> A Enrico Letta si deve riconoscere il merito di enunciare la verità <BR>della<BR>posizione dell'Ulivo sull'art.18: va cancellato per tutti, quindi nel <BR>mirino ci<BR>sono direttamente quei milioni di donne e uomini che oggi<BR>> pensano di essere parzialmente al riparo dai fulmini delle riforme, <BR>perché<BR>lavorano nelle aziende di dimensioni maggiori. E si capisce bene, di <BR>qui,anche<BR>il grande consenso nel centrosinistra contro il referendum del 15 <BR>giugno: non si<BR>tratta affatto solo di impedire che la difesa dai licenziamenti <BR>personali<BR>ingiusti si estenda nelle piccole aziende, in realtà c'è un contesto <BR>precedente,<BR>una presa di posizione più radicale che ora viene alla luce, e usa la <BR>battaglia<BR>contro il referendum ,«l'astensionismo militante», anche come pretesto <BR>per<BR>l'obiettivo della cancellazione generale dell'«art.18».<BR>> <BR>> Così si opera il disvelamento. A confermarlo, c'è lo sperato dialogo <BR>col<BR>centrodestra sulle riforme «a partire dal Libro bianco»: ossia proprio <BR>quel<BR>testo su cui si sono costruite le deleghe berlusconiane (concorde il <BR>Patto per<BR>l'Italia) che nella legge 30 già sanciscono la libertà per le imprese <BR>di<BR>frantumarsi all'infinito, in unità più piccole finte, in catene di <BR>subappalti,<BR>con addetti che non appaiono tali perché noleggiati presso altre <BR>società, onde<BR>ribassare il prezzo del lavoro-merce, e cancellare, in forza di legge, <BR>i diritti<BR>elementari di donne e uomini nel lavoro.<BR>> <BR>> Questo è già avvenuto: se si «riparte» di qui, per le «riforme», <BR>allora si<BR>capisce che è perfettamente congruo il proposito della maggioranza <BR>dell'Ulivo di<BR>eliminare per tutti l'art.18.<BR>> <BR>> ( Il Manifesto 18-05-03 )<BR></DIV><p><br><hr size=1><A HREF="http://it.yahoo.com/mail_it/foot/?http://it.mail.yahoo.com/"><b>Yahoo! Mail</a></b>: 6MB di spazio gratuito, 30MB per i tuoi allegati, l'antivirus, il filtro Anti-spam
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