[Badgirlz-list] Psichiatria e società - Diagnosi e DSM4

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Autor: Errata Errata
Data:  
Asunto: [Badgirlz-list] Psichiatria e società - Diagnosi e DSM4
>
> Di Corrado Penna
>
> Ecco alcune diagnosi con cui negli anni 70 sono
> state etichettate alcune delle persone ricoverate
> nel manicomio romano di Santa Maria della Pietà,
> le diagnosi sono riportate dal libro “Donne, povere
> matte” di Lieta Harrison, Edizione delle donne,
> 1978, in corsivo il mio commento.
>
> Motivo del ricovero delle degenti del padiglione
> Femminile:
> 1) “Temperamento ostinato e ribelle. Riferisce di
> frequenti liti con la madre che ‘non vuole che lei
> vada con le sue amiche’. Se contrariata diventa
> impulsiva. Esce da casa malgrado il divieto
> materno”. Stato di eccitamento in debole di mente
> [cerca la sua libertà, la madre gliela
> nega, la psichiatria da una mano alla mamma che nega
> la libertà alla figlia]
> 2) “Quasi tutti i ricoveri sono dovuti a liti con
> altre prostitute o per ubriachezza. È stata
> arrestata per atti osceni.” Personalità psicopatica
> [potremmo forse tradurre ricoverata perché
> prostituta e alcolista, invece
> di intervenire sulle cause sociali ed economiche
> della sua emarginazione la si rinchiude in manicomio
> “così non da fastidio” ]
> 3) “Quando sta bene la paziente è una brava
> domestica. Ogni tanto va a convivere con qualcuno,
> poi si stanca e cam-bia uomo. La madre era dedita
> alla prostituzione. Anche la malata a periodi tiene
> condotta immorale. I
> fratelli e le sorelle sono persone per bene e non
> accolgono volentieri nelle loro case la paziente.”
> Sindrome depressiva in oligofrenia (la parola
> oligofrenia è un sinonimo di scarsa intelligenza,
> stupidità), [punita dalla psichiatria per la sua
> condotta immorale]
> 4) “La malattia ha avuto inizio nel 1948 con
> cefalea, tendenza ad appartarsi, fughe frequenti ed
> immotivate da casa.” Schizofrenia [chi decide che le
> fughe sono immotivate? La morale perbenista e
> borghese?E se
> i motivi ci fossero e dipendessero da una famiglia
> ossessiva che causa una tale violenza psicologica da
> scatenare mal di testa psico-somatici?]
> 5) “Da circa 5 anni la paziente è stata allontanata
> dal marito che pare l’abbia sfruttata dopo averla
> avviata alla prostituzione. Il giorno prima del
> ricovero improvvisamente la paziente si eccitava e
> si procurava ferite agli organi genitali perché ‘il
> Padre Eterno le era entrato dentro’.”
> Sindrome maniacale in oli-gofrenica epilettica [chi
> è da rinchiudere, la moglie o il marito? È “malattia
> mentale” essere sfruttati? E i comportamenti
> autolesionisti dopo tutto quello che ha sofferto
> sono davvero così “strani”?]
> 6) “Ha abbandonato senza motivo il fidanzato.
> Dimessa dopo il ricovero lo ha sposato e ne ha avuto
> un figlio. Ma ades-so ha abbandonato la famiglia
> disinteressandosi del bambino ed era tornata a
> vivere con i familiari che
> l’hanno convinta a ricoverarsi.” Schizofrenia
> ebefrenica [ancora la morale, sempre la morale, non
> la scienza, si possono non approvare certi
> comportamenti, ma il giudizio morale non può essere
> confuso con una “diagnosi scientifica”; e poi chi
> l’ha “convinta” (presumibilmente cntro
> la sua volontà) a tornare dal fidanzato, sposarlo e
> fare un figlio? La famiglia con l’aiuto dei “potenti
> mezzi persuasivi” di un ricovero psichiatrico]
> 7) “Da circa un mese e mezzo usciva continuamente
> accompa-gnata con uomini di qualunque ceto e
> condizione, spesso rientrava ad ora inoltrata; per
> 3-4 volte è rimasta fuori tut-ta la notte, senza
> dare avviso alla sorella con
> cui viveva.” Schizofrenia [voleva essere libera di
> sperimentare la sua sessualità, la psichiatria l’ha
> fermata]
> 8) “Ha avuto due bambini da due uomini diversi. Si è
> allon-tanata da casa a 18 anni menando vita nomade
> in varie città” Sindrome dissociativa. Schizofrenia
> [la storia infinita continua, ci si può solo
> chiedere se allontanarsi di casa per sfuggire a una
> famiglia che ti priva della tua libertà sia un
> “sintomo di malattia mentale” o un “desiderio di
> libertà”]
> 9) “I parenti non vogliono collaborare. È sempre
> stata in istituto dall’età di 6 anni.” Lieve stadio
> di oligofrenia [sottoposta alla violenza di una
> reclusione manicomiale dall’età di 6 anni: dopo che
> la psichiatria ti ha letteralmente tolto la vita ed
> ogni forma normale di esperienza ti etichetta pure
> dicendo che sei “oligofrenia” cioè ritardata]
> 10) “È separata dal marito. Litiga con la portiera e
> i vicini di casa.” Delirio paranoide
> 11) “Nella ricerca di affetto e comprensione è
> andata incontro a sistematiche delusioni aggravate
> dallo stato di promiscuità. Cinque anni fa da una
> relazione con un coetaneo ha avuto un bambino.
> Riferisce di essere spaventata “dalla libertà” e
> dalla responsabilità che questa
> comporta.” Sindrome ma-niacale
> 12) “La paziente si allontanò da casa all’insaputa
> dei familiari per raggiungere il fidanzato a Napoli.
> Costui ne approfittò per farle delle proposte poco
> serie, e poiché tutti i tentativi escogitati per
> riuscire nel suo intervento fallirono l’abbandonò.
> Questa delusione le provocò una
> forte reazione emotiva con agitazione ed insonnia.
> Trascorsi alcuni anni subì un forte trauma psichico
> a causa di un’altra delusione amorosa. Vive nel
> rimorso di essersi comportata da prostituta, anche
> la gen-te la
> considera tale.” Sindrome schizofrenica [ancora una
> morale insulsa e bigotta che fa venire i sensi di
> colpa; prima è la morale a toglierti la libertà
> interiore, poi è la psichiatria a rinchiuderti
> dietro le sbarre]
> 13) “Vive sola con il fidanzato, con il quale
> avvengono conti-nui litigi; conduce vita irregolare,
> beve spesso e abbondantemente. Del tutto incapace
> (specie sul piano etico) di esaminare la propria
> situazione e il suo
> futuro. Stolida, incongrua. Ha spiccate tendenze
> erotiche anche in campo omosessuale. Tossici
> (alcool, simpamina), prostituzione, rifiuto di
> qualsiasi ordine o minima regola di vita.” Sindrome
> schizofrenica [qui si arriva a toccare il fondo, il
> piacere che si prova nel sesso e le tendenze
> omosessuali, fanno parte del “quadro clinico”]
> 14) “Dichiara di udire voci minacciose. Aggressiva,
> impul-siva, tutto prende origine dal suo sentimento
> di colpa per atti masturbatori avvenuti in passato.”
> Sindrome schizofrenica [chi instilla simili sensi di
> colpa è
> la società, la chiesa, ma nessuno ricovererà mai in
> psichiatria i preti bigotti e i familiari opprimenti
> che sono la vera causa di certi comportamenti; tali
> comportamenti per altro vengono fatti passare dalla
> psichiatria per “malattia mentale” in maniera tale
> da assolvere i veri responsabili]
> 15) “Passava interi pomeriggi in chiesa a pregare.
> Contraeva debiti rilevanti per fare dei regali alla
> parrocchia e a un sa-cerdote di cui si era
> innamorata.” Sindrome paranoide
> 16) “Non ha avuto esperienze sentimentali. La
> paziente rife-risce di essere depressa e sfiduciata
> nella vita, in quanto si era innamorata di uomini
> sbagliati: il cognato, che mostrava per lei solo
> della gentilezza, e il medico presso il quale
> lavorava (con questo erano avvenuti anche
> degli approcci in-timi) sperando di poterlo
> distaccare dalla moglie.” Schizofrenia [in amore ti
> va male tutto? Sei schizofrenica!]
> 17) “Non ha voglia di lavorare in casa. Le danno
> fastidio le grida dei bambini e vorrebbe lasciare a
> qualcuno i figli per un po’ di tempo.” Stato
> depressivo ansioso [se tutte le donne del mondo
> nella sua condizione potessero gridare al mondo
> liberamente che provano spesso le stesse idee,
> il loro grido sarebbe assordante]
> 18) “Alle volte beve in modo eccessivo.
> Difficilmente riesce du-rante il colloquio ad essere
> curata nei modi (o troppo ostile o troppo
> confidenziale). Con l’altro sesso notevole accento
> erotico.” Psicosi maniaco depressiva [non sono come
> tu mi vuoi, quindi devo essere “curata”
> e ingabbiata dalla psichiatria; sono donna e mostro
> pubblicamente che mi piacciono gli uomini, dimostro
> la mia libertà, devo essere “normalizzata”]
> 19) “Grave forma di malattia venerea (sifilide) a
> causa della quale è stata a lungo in O.P. Per questo
> motivo i familiari l’hanno disprezzata e non la
> vogliono a casa loro.” Sindrome paranoide [ancora la
> morale sessista e perbenista, la violenza dei
> genitori che ti rifiutano si
> trasforma grazie alla psichiatria in una diagnosi di
> follia, l’opera violenta della famiglia viene
> continuata dalla reclusione nell’istituzione
> psichiatrica]
> 20) “È stata ricoverata perché da qualche tempo
> aveva la ten-denza ad allontanarsi da casa.”
> Oligofrenia in epilettica [te ne vai da casa, ma sei
> scema? Puoi avere mille ottime ragioni … però la
> morale dice che non si fa va bene? E se non
> obbedisci ci pensa lo psichiatra, che è peggio del
> lupo cattivo]
> 21) “Poco curata nella propria persona da qualche
> settimana si rifiutava di compiere qualsiasi lavoro
> in casa.” Stato de-pressivo [e che deve fare una
> persona quando soffre? Ammazzarsi di lavoro? Ma la
> donna che non fa le
> faccende di casa non la si può accettare
> evidentemente]
> 22) “Non si preoccupava della famiglia; spendeva
> sconsiderata-mente il denaro che il marito le
> affidava. ‘Si avvicinava ad uomini’, per tali
> disturbi è stata ricoverata. Si tira su le vesti
> (nel reparto), si mette a
> terra in atteggia-menti sconci. Appena vede passare
> un uomo chiede una si-garetta e cerca di dare
> biglietti amorosi. Sempre sconcia nel linguaggio e
> nel comportamento. Alterna periodi di grande
> svogliatezza e
> periodi di grande attività che la portano ad
> abbandonare la casa per fare lun-ghe passeggiate.
> Accusa cefalee che le impedirebbero i lavori
> domestici. Secondo il padre aveva un comportamento
> ina-deguato, avvicinava sconosciuti, ecc. Gioca e si
> compiace a fare passeggiate.” Schizofrenia
> [una donna che si trova oppressa dal vincolo del
> matrimonio, che cerca la libertà e il gioco, che
> desidera gli uomini, che odia i lavori domestici, va
> schiacciata dall’istituzione psichiatrica perché
> altrimenti il maschio
> perderebbe il suo potere]
> 23) “Ha tentato il suicidio. Durante la degenza
> operata di emor-roidi scrive al marito ‘devo farmi
> l’operazione nel dietro dove tu mi hai fatto tanto
> male’.” Schizofrenia [la violenza del marito viene
> affrontata ricoverando la moglie che ha subito
> violenza, una prassi fin troppo comune
> in psichiatria, si condanna la moglie per il tentato
> suicidio e non il marito per la violenza]
> 24) “Tentato suicidio. Riferisce di non avere un
> matrimonio felice ‘anche perché non abbiamo figli’.
> È stata separata dal marito per due periodi. A detta
> del coniuge la paziente è portata ad esagerare ogni
> minima sintomatologia dolorosa ed in real-tà è
> estremamente ‘pigra’ di carattere con comportamento
> capriccioso per quanto riguarda i desideri, inoltre
> non lavora affatto in casa come ogni massaia
> dovrebbe fare, con la conseguenza di un gran
> disordine e scarsissima pulizia.” Depressione
> reattiva. Schizofrenia simplex [si commenta da sé,
> per altro l’etichetta di
> “depressione reattiva” significa che si è depressi
> ma in rapporto a un motivo oggettivo, e allora dov’è
> la malattia?]
> 25) “Tentato suicidio. Da qualche tempo è fidanzata
> ed il padre ha denunciato l’uomo per violenza su
> minorenne.” Stato di agitazione in epilettica [il
> copione si ripete, in psichiatria finisce la
> violentata e non il violentatore (che in questa
> circostanza non si sa se è il fidanzato o il padre
> geloso che si inventa la denuncia)]
> 26) “L’ultimo ricovero è legato a preoccupazioni per
> la mancata comparsa delle mestruazioni. Non ha avuto
> figli. Ravvisa nella sterilità del suo matrimonio
> una punizione per determinati atti compiuti da
> giovinetta” Crisi confusionale. Sindrome depressiva
> [ovviamente viene spedita in
> manicomio la persona complessata e non i genitori e
> i preti bigotti che le hanno generato simili
> complessi]
> 27) “In settembre la paziente si fidanza con un uomo
> più anziano. I genitori di lui pretendevano sia
> delle garanzie economiche che delle garanzie morali,
> come per esempio che mai i due fidanzati potessero
> uscire da soli. Il 2 novembre, dopo circa due mesi
> di fidanzamento, la paziente
> mentre stava sul terrazzo di casa col fidanzato urla
> spaventata di aver visto un’ombra. Da allora diventa
> ansiosa, apatica, non svolge più alcun lavoro, perde
> tutte le caratteristiche di una ragazza allegra.”
> Schizofrenia [si legge fra le righe l’oppressione
> dei genitori, che forse era già soffocante anche
> prima di quel fidanzamento “blindato”, ma per i
> medici la reazione all’oppressione è “schizofrenia”;
> i genitori-padroni
> ovviamente non soffrono mai di nessun “disturbo
> psichiatrico”]
> 28) “Tentato suicidio. Da qualche tempo è fidanzata
> ed il padre ha denunciato l’uomo per violenza su
> minorenne.” Stato di agitazione in epilettica [come
> volete che si senta una ragazza che ama un uomo e
> vede il padre che si intromette in tal modo per
> allontanare da lei la persona
> amata?]
> 29) “Ha avuto una relazione per 7 anni con un uomo
> più anziano di lei di 15 anni e di condizioni
> superiori alla sua, deceduto per infarto, ma
> passivamente, con distacco. Durante uno dei periodi
> nei quali non è stata ricoverata usciva di notte a
> bere conducendo con sé il figlio di due
> anni.” Personalità psicopatica [ci sono culture
> presso le quali il matrimonio avviene di regola fra
> uomini trentenni e ragazzine quindicenni, se vi
> fosse la psichiatria presso quella gente noi saremmo
> tutti da ricoverare]
> 30) “(…) Nega ogni interesse sessuale verso gli
> uomini mentre ammette di essere attirata verso le
> donne. La causa che ha provocato il ricovero è il
> comportamento abnorme in campo sessuale, la paziente
> si unisce con uomini per lo più anziani e se questo
> non è possibile mostra tendenze omosessuali”
> Anomalia del carattere in epilettica [le persone che
> vanno in Tailandia a pagare le prostitute bambine
> non vengono perseguite, sono libere di fare quello
> che vogliono, se qualcuno fa liberamente delle
> scelte sessuali che sono considerate moralmente
> inaccettabili ci pensa la psichiatria ad emettere ed
> esguire la condanna]
> 31) “Si è sposata la prima volta a 19 anni ed ha
> avuto dal primo marito tre figli. Rimasta vedova si
> è risposata ed ha avuto un altro figlio: è in corso
> separazione legale per maltrattamenti cui la
> sottopose il secondo marito. Depressa, preoccupata
> per le condizioni economiche e la situazione
> familiare. Teme per la vita dei figli.” Sindrome
> paranoica [ancora una volta è la vittima ad essere
> “curata” dall’oppressione psichiatrica, mentre il
> marito violento è libero e felice]
> 32) “Asserisce che il marito le tirava i capelli, la
> picchiava e che anche i figli le facevano i dispetti
> e lei per questo era scappata di casa.” Idee
> deliranti [e se fosse vero? Se la psichiatria
> servisse a coprire le violenze che si fanno le mura
> domestiche, ad assolvere i criminali e a punire le
> vittime?]
> 33) “Grave crisi di pianto, idee di suicidio.” Stato
> delirante sospetta epilessia 34) “La paziente è
> stata negli ultimi 20 anni ricoverata in una casa di
> cura privata. L’attuale ricovero sembra determinato
> da problemi economici
> della famiglia. È maniacalmente tabagica (fuma più
> di 20 sigarette al giorno) non svolge alcuna
> attività in reparto ed è scortese con le infermiere”
> Difetto schizofrenico [un uomo può fumare 30
> sigarette al giorno, ma se lo fa una donna allora è
> matta, chi offende le infermiere (che in un
> manicomio sono le carceriere) secondo gli psichiatri
> non sta
> reagendo ad una violenza, ma sta manifestando un
> sintomo di follia, quella strana assurda follia che
> consiste nel desiderare la libertà]
> 35) “Non ha frequentato scuole; non aveva voglia e
> doveva badare al fratello piccolo. Nubile, vive sola
> in un appartamento presso le case popolari. Si era
> messa ad urlare ed i vicini impressionati hanno
> chiamato il 113” Psicosi paranoie [vive una
> condizione di miseria e di ignoranza, quando era
> piccola si è sacrificata per la famiglia, adesso
> vive sola, a un certo punto comincia a gridare al
> mondo la tristezza e la rabbia accumulate nel corso
> della sua vita, ma il mondo non sa ascoltare, non
> vuole ascoltare, e la psichiatria sa solo zittire
> ogni grido di dolore con ricoverati forzati e droghe
> chimiche]
> 36) “[dopo una serie di liti con l’amante del suo ex
> ragazzo che arrivò a minacciarla] Ha cominciato a
> star male quando una mattina, ancora in vestaglia,
> due agenti della questura centrale la portarono in
> questura. Si sentì perseguitata da quel momento ‘Il
> dottor M. mi ha fatto vedere una foto di una
> fruttivendola uccisa, ho detto che non la conoscevo,
> mi hanno rilasciata. Non mi sono ripresa più’.”
> Parafrenica (parafrenia: “Sindrome psicotica
> caratterizzata da vivaci allucinazioni dei sensi e
> da idee deliranti, associata a disturbi del pensiero
> e dell’affettività”) [forse era la goccia che ha
> fatto traboccare il vaso? Forse ci si dimentica che
> in questo mondo della polizia bisogna aver paura
> anche se non si è fatto neitne di male?]
> 37) “Poco comunicativa e indifferente. Spesso
> manifestava ira senza motivo e si allontanava da
> casa rivolgendo la parola a sconosciuti”
> Schizofrenia [spiegatemi voi come può una persona
> “poco comunicativa” rivolgere la parola a
> sconosciuti? forse non vuole comunicare coi suoi
> parenti, forse non vuole comunicare con gli
> psichiatri, magari decide di provare a comunicare
> con qualcun altro. Per gli psichiatri si tratta di
> un comportamento “incomprensibile” e deve essere
> “curata”]
>
> Motivo del ricovero dei degenti del Padiglione
> Maschile:
> 1) “Non lavorava e andava con gli amici al mercato a
> rubare.” Stato di eccitamento in oligofrenico
> alcolista [qual è la malattia? Il fatto che non
> lavora!]
> 2) “Ritiene inutile studiare e farsi un avvenire.”
> schizofrenia [si sono mai chiesti il perché? Il
> motivo di quel rifiuto?Perdere interesse per il
> futuro è del tutto normale in certe circostanze, ma
> la psichiatria si pone il problema di chi perde la
> speranza e non di chi o di cosa te l’ha fatta
> perdere]
> 3) “Stava male da 7 anni, ma ultimamente ha
> abbandonato il lavoro e si comportava stranamente.
> Non mostra alcun interesse per il proprio avvenire
> lavorativo.” Delirio paranoide [il lavoro, il
> lavoro! L’uomo è un vero uomo solo quando lavora, o
> forse, dovremmo dire, quando viene sfruttato]
> 4) “A 16 anni ha contratto malattia venerea, da
> allora cambiò carattere. Nella sua vita ha lavorato
> solo qualche mese. Maltrattava e minacciava la
> madre. Non la riconosceva.” Sindrome schizofrenica
> 5) “Ricoverato da 51 anni (aveva 10 anni all’epoca
> del ricovero).” Oligofrenia medio grado
> 6) “Vive vagabondo senza fissa dimora.” Alcolista
> [pazzo perché vagabondo?]
> 7) “Era a lavorare in Germania. Si è presentato in
> ritardo alla visita militare (quasi sette mesi). Da
> circa due mesi in prigione a Gaeta, dove ha tentato
> il suicidio.” Depressivo reattivo [pazzo perché non
> vuole rinunciare a un anno della sua vita facendo il
> servizio militare, pazzo perché quando gliela
> tolgono con la galera si sente morire]
> 8) “Inviato dall’ospedale militare Celio.” Disturbi
> del contegno in individuo prepsicotico. Sindrome
> dissociativa [chi è folle, il soldato che non
> sopporta l’assurdità di una struttura impositiva e
> violenta come quella militare o è folle quella
> struttura che ti fa “impazzire”?]
> 9) Profugo in Italia da due mesi e mezzo. Non ha
> trovato un’occupazione.” Sindrome depressiva [ditemi
> voi se con quei presupposti quest’uomo doveva pure
> essere contento]
> 10) “Non ha mai lavorato. Il suo delirio è che le
> persone parlano male di lui, gli dicono che non
> lavora, che è uno scansafatiche.” Episodio delirante
> [delirio o realtà?]
> 11) “Vive vagabondo senza fissa dimora” Episodio
> confusionale in alcolista debole di mente [vagabondo
> quindi folle?]
> 12) “Amputazione post-traumatica coscia destra nel
> 1965; in seguito a difficoltà di lavoro comincia a
> bere.” Stato depressivo ansioso in alcolista
> [comportamento perfettamente umano e comprensibile,
> qual è la follia, essere debole, avere subito un
> incidente, aver perso il lavoro?
> Sono folli le persone disoccupate o è folle una
> società dove la mancanza di lavoro è cronica, dove
> non si può vivere se non si viene schiavizzati da un
> lavoro alienante?]
> 13) “Ha lasciato un lavoro dicendo di non sopportare
> l’attività continuativa. Ha sempre lavorato poco e
> saltuariamente e vive a carico della famiglia.”
> Schizofrenia [ci sono persone che si comportano in
> una maniera folle ammazzandosi di lavoro e
> rinunciando quasi alla propria
> vita, ma sono rispettate ed onorate dalla società;
> ci sono persone invece che non hanno molta voglia di
> lavorare, specie in un mondo in cui molti lavori
> sono alienanti, queste persone invece sono
> considerate “folli”]
> 14) “Ex barista, da circa sei mesi nessuna
> occupazione, scarsi tentativi per procurarsene una.”
> Sindrome schizofrenica
> 15) “Disoccupato senza familiari disposti ad
> occuparsene.” Schizofrenia [il manicomio come
> surrogato della casa di accoglienza, ma con in più
> un’assurda diagnosi stigmatizzante di schizofrenia]
> 16) “Inabile, mai stato capace di lavorare, vive a
> carico dei parenti.” Stato di eccitamento in debole
> di mente
> 17) “Ha un litigio violento con la madre.
> Disoccupato.” Stato di eccitamento in oligofrenico
> [se si litiga col genitore si finisce ricoverati
> dagli psichiatri, anche se forse una buona parte di
> responsabilità l’aveva il genitore stesso; ma si sa,
> quando la psichiatria interviene all’interno di un
> conflitto opprime sempre i più deboli]
> 18) “Tentativo di aggressione contro il padre verso
> il quale mostra animosità.” Schizofrenia [come
> sopra]
> 19) “Non riesce a lavorare in modo continuativo da
> nessuna parte.” Sindrome schizofrenica [schizofrenia
> come non adeguamento ai canoni sociali, chi non
> lavora è escluso dalla società, e la psichiatria si
> fa garante di tale esclusione togliendo fisicamente
> le persone dal mondo dei
> liberi e relegandole in un reparto psichiatrico]
> 20) “Da tre anni non è stato capace di trovare
> un’occupazione.” Stati distimici (distimia: forma di
> leggera depressione) in debole di mente [e come se
> non bastasse questo problema ti mettono in
> manicomio, ottimo rimedio]
> 21) “Ricoverato da quando aveva 4 anni” Oligofrenia
> cerebropatica in epilettico [4 anni, ricoverato a 4
> anni! Potete immaginarvi che vita abbia vissuto?
> Forse la “stupidità” e l’epilessia della diagnosi
> sono state causate dagli psichiatri che l’hanno
> rinchiuso in un manicomio quando era ancora un
> bimbo, ma la psichiatria in 300 anni non ha mai
> ammesso apertamente i suoi errori]
> 22) “Sifilitico dall’età di 30 anni. Sempre condotto
> vita dissoluta; frequentava prostitute ed
> omosessuali.” Arteriosclerosi [ricoverato perché
> arteriosclerotico? O perché offendeva il comune
> senso del pudore con la
> sua condotta sessuale?]
> 23) “Il padre ha dei dubbi sulla paternità, la madre
> è morta poco dopo il parto. Il paziente ha contratto
> la blenorragia ed ha avuto violente discussioni col
> padre per questo motivo.” Schizofrenia
> [schizofrenico perché rifiutato dal padre che non ti
> considera suo figlio, perché tuo padre litiga
> continuamente con te]
> 24) “Non lavora dopo la paresi al braccio sinistro.”
> Episodio
> confusionale
> 25) “Vive in campagna con la famiglia, ma se ne va
> in giro tutto il giorno in modo improduttivo.”
> Schizofrenia paranoie
> 26) “Ha litigato improvvisamente col datore di
> lavoro.” Stato disforico (Disforia nel lignuaggio
> psichiatrico significa sofferenza) ansioso in debole
> di mente [se si litiga col datore di lavoro si
> finisce ricoverati dagli psichiatri, perché i
> padroni, si sa, sono sempre amorevoli e affettuosi e
> non sbagliano mai vero?]
> 27) “Non riesce a conservare alcun posto di lavoro.”
> Schizofrenia Come è facile notare la “follia” delle
> donne risiede soprattutto nel discostarsi dal
> modello socialmente approvato di “donna virtuosa,
> sposa fedele e mamma amorevole” e per gli uomini nel
> non aderire al modello (del
> tutto complementare) dell’uomo che “fatica, lavora,
> porta i soldi in casa e mantiene la famiglia”.
> Prendete le diagnosi delle donne, coniugatele al
> maschile e avrete, secondo la morale comune, dei
> play boy, dei latin lover, al massimo dei gigolò
> (degli uomini non si potrà mai dire che sono
> prostituti, i “maschi” in una società maschilista
> vanno rispettati) o degli uomini che si godono la
> vita.
> Le “diagnosi” della psichiatria non sono altro che
> pregiudizi “morali” su un comportamento; la morale
> nella nostra società “moderna” viene imposta per
> legge col ricovero coatto in una struttura
> psichiatrica. Dai tempi del
> santo uffizio è cambiato solo il nome
> dell’inquisitore, una volta si chiamava “ministro
> della religione cattolica”, adesso si chiama “medico
> psichiatra”. E come una volta erano più le donne che
> non gli uomini ad essere arse sul rogo per
> stregoneria, così oggi la psichiatria opprime più
> le donne che gli uomini.
> Qualcuno magari penserà che si tratta di altri
> tempi, eppure quelle di sopra non sono diagnosi del
> medioevo ma del 1970, periodo in cui la nostra
> scienza ci permetteva di spedire razzi nello spazio
> e di condurre esperimenti per studiare le
> caratteristiche delle particelle subnucleari.
> Ed in quel periodo la psichiatria era considerata
> scientifica al pari della fisica nucleare.
> Per altro ancora oggi simili casi avvengono, sono
> solo leggermente cambiati i pregiudizi sociali in
> base ai quali si viene spediti dallo psichiatra; le
> “diagnosi” psichiatriche si sono adeguate ai tempi,
> e curiosamente le “malattie mentali” di cui si
> occupano gli psichiatri si trasformano di pari passo
> coi modelli socio-culturali. Avete mai visto
> malattie che cambiano di pari passo col comune senso
> del pudore? Avviene solo in psichiatria.
> 7.2 L’impostura delle diagnosi: Il DSM-4
>
> Il DSM-4 (manuale diagnostico statistico dei
> disturbi mentali) è una sorta di “Bibbia” della
> psichiatria, che cataloga, definisce e descrive
> tutte le “malattie mentali”, è uno strumento
> internazionalmente riconosciuto (dagli
> psichiatri s’intende) che dovrebbe aiutare a
> formulare diagnosi psichiatriche, in sostanza a
> riconoscere se una persona è “malata di mente”
> oppure no, e in caso affermativo di quale malattia
> soffre.
> Il titolo già la dice lunga: che c’entra la
> statistica con una diagnosi, il riconoscimento di
> una malattia dipende da un calcolo delle
> probabilità?
> Sembra folle ma è proprio così, cito testualmente
> dall’introduzione (In tutta questa analisi mi
> riferisco all’edizione italiana del DSM4 a cura di
> V. Andreoli, G.B. Cassano e R. Rossi, 2000, casa
> editrice Masson.) alle
> pag 8 e 9: “non vi è nessuna presunzione che ogni
> categoria di disturbo mentale sia una entità
> totalmente distinta, con confini assoluti che la
> separano dagli altri disturbi mentali o dalla
> normalità (…) il clinico che
> utilizza il DSM-4 dovrebbe considerare che gli
> individui che condividono una diagnosi possono
> essere eterogenei anche riguardo alle
> caratteristiche che definiscono la diagnosi, e che i
> casi limite saranno difficili da diagnosticare se
> non in modo probabilistico.”
> Si potrebbe benissimo tradurre: il comportamento e
> il pensiero umano non sono inquadrabili in schemi e
> categorie, il cervello e la mente sono due entità di
> cui conosciamo pochissimo, ogni individuo fa storia
> a sé, il
> confine fra “normalità” e “follia” è ambiguo e
> indefinito, e quindi la psichiatria non ha alcun
> senso.
> D’altronde il DSM-4 si auto presenta come
> suscettibile di interpretazioni elastiche: a pag 9
> (Uso del giudizio clinico) si riferisce che una
> persona può ricevere una certa diagnosi anche se nel
> suo caso non sono rispettati
> tutti i criteri diagnostici, tutto è rimesso al
> “giudizio clinico” del medico. Eppure io sono pronto
> a scommettere che non esista una gastrite senza
> infiammazione della mucosa gastrica, o un’aritmia
> cardiaca con un elettrocardiogramma nella norma.
> Chissà perché in psichiatria le categorie
> diagnostiche possono essere interpretate a proprio
> piacimento: forse perché non hanno alcun senso?
> Un’altra pesante ambiguità si intravede nella
> prefazione là dove si legge (pag. 8) che “non
> rappresentano disturbi mentali un comportamento
> deviante (es. politico, religioso, sessuale), né
> conflitti sorti principalmente tra l’individuo e la
> società, a meno che la devianza o il conflitto siano
> il
> sintomo di una disfunzione dell’individuo.”
> E quest’ultima cosa chi la decide? Chi decide se
> certi comportamenti devianti (cioè differenti da
> quelli della maggior parte delle persone
> appartenenti alla stessa società) o certi conflitti
> con la società siano o meno il sintomo di una
> disfunzione dell’individuo? La risposta è semplice,
> chi decide è il singolo psichiatra quando emette una
> diagnosi, o un consesso di psichiatri quando vota a
> maggioranza se tale comportamento è da ritenersi
> “malato” oppure no. Dopo essere stata considerata a
> lungo una
> malattia mentale, adesso l’omosessualità è stata
> “espulsa” dalla lista delle malattie mentali
> internazionalmente riconosciute, e non certo perché
> è progredita la scienza, ma perché è cambiata la
> moralità; un esempio
> evidente che i criteri delle classificazioni
> psichiatriche riflettono i pregiudizi sociali del
> loro tempo.
> Sta di fatto che nel DSM-4, a totale contraddizione
> di quanto espresso in nell’introduzione, i conflitti
> fra individuo e società sono classificati come
> “Comportamento antisociale”, una “malattia” che si
> presente nelle sue
> due accezioni di “Comportamento antisociale” del
> bambino e dell’adulto, come “Disturbo oppositivo
> provocatorio” e come “Disturbo della condotta”.
> Quest’ultima tremenda malattia, che potrebbe minare
> le basi della nostra adorabile società si rivela ad
> esempio dal fatto che il “le norme o le regole della
> società appropriate per l’età adulta vengono
> violate”. Ma chi decide quali siano le “norme
> appropriate per l’età adulta”? La legge? O forse la
> psichiatria? Vogliono farci forse credere gli
> scienziati che un giudizio di valore, un giudizio
> sulla convenienza e la moralità di una norma di
> comportamento sia un giudizio scientifico,
> oggettivo? E in baseall’osservanza o meno di certe
> norme sociali si formula una “diagnosi medica”? Va
> da sé che durante il fascismo tutti i partigiani
> soffrivano di
> disturbo della condotta, in unione Sovietica ne
> soffrivano tutti i dissidenti. Ogni società
> definisce le sue “regole appropriate per l’età
> adulta” e, con sommo disappunto degli psichiatri,
> sono differenti le une dalle altre. Da che mondo è
> mondo le “regole appropriate” le scrive chi ha
> il potere, e le subisce chi non ne ha; ma ovviamente
> chi le scrive le condisce di tante belle parole e le
> fa apparire sempre più belle e necessarie. Chi non
> crede nelle regole e ritiene che siano state scritte
> per difendere privilegi piuttosto che per garantire
> diritti, finisce
> automaticamente per essere diagnosticato “malato”:
> anarchico quindi folle, antisovietico quindi folle,
> antiamericano quindi folle.
> La conferma che la “malattia mentale” dipende
> dall’osservanza o meno di una norma accettata (a
> torto o a ragione) da una certa cultura, la si trova
> sempre nell’introduzione del DSM4, dove si ricorda
> che tale volume è stato compilato negli USA e che
> bisogna fare attenzione quando si esportano i suoi
> criteri in contesti culturali differenti (pag 10 e
> 11).
> Avete mai visto una colite che diventa polmonite a
> seconda del paese in cui ci si trova, oppure una
> tonsillite che diventa appendicite a seconda della
> cultura in cui è stato allevato il paziente?
> Probabilmente no, ma nel campo delle malattie
> mentali tutto questo è possibile: ci sono
> “malattie mentali” che cambiano aspetto a seconda
> della popolazione nella quale si manifestano.
> Capirete meglio adesso il suo significato di
> “manuale statistico” che misura (a dispetto di
> quanto esplicitamente affermato) condizioni di
> devianza dalla normalità. Nessuno psichiatra
> considererà mai una “malattia mentale” l’uso della
> macchina per andare al lavoro, anche se è proprio
> tale uso folle che sta contribuendo ad avvelenare la
> vita nelle nostre metropoli occidentali. Né tanto
> meno troverete nel DSM4 riferimento all’ “abuso di
> televisione”. Il giudizio sociale sull’automobile e
> sulla televisione è positivo, e quindi l’abuso di
> tali mezzi, per quanto possa essere mostruosamente
> folle, viene
> giudicato psichiatricamente sano. Non troverete mai
> in tale manuale una diagnosi psichiatrica associata
> al consumismo, visto che in occidente lo pratichiamo
> tutti, all’abuso di tecnologie inutili o supeflue,
> visto ne facciamo abuso tutti; nonostante tali
> comportamenti scriteriati contribuiscano anche
> all’inquinamento del nostro pianeta, non verranno
> mai
> bollati come “devianti” o “patologici” perché sono
> condivisi dalla società, e perché garantiscono i
> profitti miliardari dei potenti dei nostri tempi.
> Il DSM4 è predisposto per la cosiddetta valutazione
> multiassiale, cioè un’analisi del “disturbo
> psichiatrico” secondo 4 differenti aspetti (o assi)
> più un quinto asse che corrisponde alla “valutazione
> globale del funzionamento” (che misurerebbe la
> condizione generale legata allo “star
> bene” di una persona). Di questi 4 assi che servono
> a una corretta valutazione della diagnosi due (cioè
> la metà) dovrebbero portare ben lontano dallo studio
> dello psichiatra: “condizioni mediche generali” e i
> “problemi psicosociali ed ambientali” Se sto male
> vado dal medico di
> famiglia, e se i miei i problemi sono causati dalle
> relazioni sociali e dall’ambiente che mi circonda le
> pillole sintetiche della psichiatria non possono
> avere nessun effetto migliorativo. Gli altri due
> assi sono l’asse dei “disturbi clinici” e quello dei
> “disturbi della personalità, ritardo
> mentale” (dove il ritardo mentale, come ammette lo
> stesso DSM4 e pag 58, è dovuto per circa il 50% a
> cause fisiologiche, come alcolismo della madre,
> parto difficile, etc., sulle quali nessuna pillola e
> nessun intervento psicologico può mai fare niente;
> si può invece predisporre una strategia educativa
> specifica, ma questo esula dal campo psichiatrico).
> Esempi di valutazione multiassiale? Si legge a
> pagina 47 del DSM4 (ometto l’asse di “valutazione
> globale del funzionamento”)
> Esempio 3
> ASSE I: disturbo dell’umore dovuto a ipotiroidismo,
> con manifestazioni
> depressive
> Asse II: nessuna diagnosi, caratteristiche
> istrioniche della personalità
> ASSE III: ipotiroidismo glaucoma ad angolo chiuso
> cronico
> ASSE IV: nulla
> Esempio 4
> ASSE I: problema relazionale col partner
> Asse II: nessuna diagnosi
> ASSE III: nessun disturbo
> ASSE IV: disoccupazione
> Dobbiamo dedurre che una persone che ha degli sbalzi
> d’umore legati al malfunzionamento della tiroide va
> classificata come “malata di mente”, che si perde lo
> stesso tempo a fare una diagnosi psichiatrica in
> modo che poi
> si possano prescrivere psicofarmaci anche a chi ha
> bisogno di ben altro?
> Dobbiamo dedurre che ogni volta che abbiamo un
> problema di relazione con la persona che abbiamo
> sposato o con cui abbiamo una relazione (soprattutto
> se siamo disoccupati) dobbiamo essere diagnosticati
> “malati di mente” e correre in farmacia a prendere
> una qualche pillola che ci aiuti a rimettere in
> sesto il nostra rapporto con la persona in
> questione?
> Questi sono alcuni degli esempi di diagnosi
> riportati all’inizio del manuale DSM4, cominciamo
> bene!
> Il manuale è ovviamente troppo vasto perché lo si
> possa commentare tutto, salto quindi ad un fatto
> veramente curioso che ho scoperto leggendo la parte
> finale del DSM4, l’Appendice B, dove si discutono 20
> possibili nuove classificazioni di malattie (20
> malattie di nuova invenzione?): di esse 5 sono
> sindromi indotte da neurolettici e una è indotta da
> altri farmaci,
> una conferma diretta da parte della stessa
> psichiatria ufficiale che troppo spesso sono le
> terapie farmacologiche a creare la cosiddetta
> malattia.
>
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