[NuovoLaboratorio] Fw: Ars Newsletter - Perchè sì sull'art.1…

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Author: ugo montecchi
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Subject: [NuovoLaboratorio] Fw: Ars Newsletter - Perchè sì sull'art.18
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To: <ugomontecchi@???>
Sent: Friday, May 16, 2003 9:16 AM
Subject: Ars Newsletter - Perchè sì sull'art.18


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> UN VOTO A SINISTRA NELLE AMMINISTRATIVE
> E UN SI' NEL REFERENDUM SULL'ART.18
> PER BATTERE LA DERIVA DI DESTRA
> E RIPARTIRE DALLA DIGNITA' DEL LAVORO
>
> Comunicato della presidenza dell'Ars
>
> L'Associazione per il rinnovamento della sinistra invita i propri aderenti

e i propri amici a battersi per il successo nelle imminenti elezioni
amministrative parziali delle coalizioni democratiche e delle forze di
sinistra le quali, generalmente, hanno trovato una convergenza programmatica
anche con forze di centro-sinistra.
> L'Associazione si pronuncia convintamente per il sì nel referendum che

propone la estensione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori alle imprese
al do sotto dei 15 dipendenti e aderisce ai comitati che lo sostengono.
> Queste scelte sono tanto più necessarie quanto più drammatica si fa la

situazione politica del Paese in conseguenza della azione del Presidente del
Consiglio e della maggioranza contro la Costituzione repubblicana e per una
ulteriore svolta repressiva e autoritaria, azione condotta in coerenza con
l'allineamento alla linea di guerra permanente dell'amministrazione Bush.
> Non fummo tra i promotori del referendum poiché può essere discutibile lo

strumento referendario per ciò che riguarda i diritti dei lavoratori
dipendenti o, più generalmente, i diritti riguardanti un'area sociale di
minoranza. Ma ne comprendemmo e ne sostenemmo subito le giuste ragioni
poiché la conquista del diritto al reintegro, quando sia ingiusta la causa
del licenziamento si presenta indubbiamente - e in tal modo venne proclamato
e inteso nella memorabile lotta condotta dalla CGIL nell'anno trascorso -
come la conquista di una garanzia di libertà per i lavoratori dipendenti.
Non si può ragionevolmente sostenere che un diritto di libertà possa essere
garantito solo al di sopra di una soglia arbitrariamente fissata poiché la
natura del rapporto di lavoro dipendente è eguale in ogni caso. L'azione
dalle tendenze conservatrici e restauratrici in Italia e in tutto il mondo
più sviluppato è volta proprio al fine di riportare il lavoro al suo puro
carattere di merce, anzi di una merce
>
> di cui si può avere meno cura di altre, considerate più delicate e

preziose.
> Fu ed è questa la posta in gioco nella offensiva contro l'articolo 18,

unitamente all'attacco generalizzato a tutte le conquiste del lavoro e della
stessa contrattazione nazionale.
> La difesa delle conquiste del lavoro è assai più difficile - e al limite

impossibile - se esse riguardano una sola parte del lavoro dipendente.
Perciò la estensione dei diritti è indispensabile. Contrapporre la necessità
legislativa al referendum è palesemente assurdo perché un risultato positivo
del SI aprirebbe la strada per estendere i diritti alle forme di lavoro non
tutelate. Finora, le leggi presentate sulla materia non sono state neppure
poste in discussione. E nessuna di esse avrà un destino positivo se il
referendum non raggiungesse il quorum o vedesse il prevalere dei no. Solo il
successo del referendum può rendere possibile una legislazione che rovesci
la impostazione del centro-destra e del padronato tendente alla compressione
o alla negazione dei diritti dei lavoratori.
> Senza un successo nel referendum risulterà ancora più forte la offensiva

in atto da parte del presidente del consiglio e dalla sua maggioranza contro
lo stato di diritto e per una torsione presidenzialista e autoritaria. E' un
errore limitare le ragioni di questa offensiva al bisogno del presidente del
consiglio di difendere se stesso e i propri complici dal giudizio per i
reati comuni - riguardanti un periodo precedente il loro diretto ingresso in
politica - di cui sono stati imputati. Questo tentativo esiste ma sarebbe
certamente destinato al fallimento se esso non si fondasse su un calcolo
politico e sociale esplicito e pericoloso. Il calcolo è quello di
coinvolgere un blocco sociale forte e potente nella difesa anche dei più
gravi reati nel nome di un superiore interesse di classe. L'attacco alla
democraticità dell'ordinamento si sposa così all'attacco contro i
lavoratori.
> La evasione fiscale - che di per sé dovrebbe essere motivo di vergogna e

di dimissione per un parlamentare della Repubblica - viene esaltata quasi
come un diritto alla difesa contro una Costituzione definita "sovietica". Il
perseguimento del reato di corruzione di giudici disonesti viene imputato a
colpa dei giudici onesti che cercano di far luce. S'invoca a scusante di
ogni reato una superiore lotta contro una idea aberrante di comunismo che in
Italia non ha mai prevalso data l'esistenza di un Partito comunista la cui
caratteristica è stata la lotta per la libertà, per la democrazia, per la
Costituzione democratica e la sua difesa contro ogni attacco.
> La lotta al fantasma del comunismo sovietico nasconde in realtà non solo

l'autoprotezione di un gruppo affaristico divenuto dominante prima nei media
e poi nel Paese, ma un duro attacco volto al ritorno alla piena subalternità
del lavoro, e allo spegnimento di ogni idea di autonomia della sinistra
sociale e politica. Un successo nel referendum e, ancor prima, delle
coalizioni democratiche e delle forze di sinistra nelle elezioni locali è
necessario per frenare la deriva di destra e per avviare una riscossa
democratica.
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