[Cm-roma] dal manifesto di oggi

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«L'Italia non si svende»
Sabato e domenica «giornate dei beni comuni» contro le privatizzazioni di
beni e servizi decise dal governo Berlusconi e dal Wto. No global mobilitati
in vista del summit di Cancun
ANGELO MASTRANDREA
ROMA
Due giorni di iniziative e mobilitazioni diffuse in difesa dei «beni
comuni», quegli stessi sotto minaccia di privatizzazione, e in alcuni casi
già sottoposti alle ferree leggi del mercato, dal governo Berlusconi e,
globalizzando lo sguardo, dall'Organizzazione mondiale del commercio che si
riunirà a Cancùn, in Messico, a settembre, per aggiornare l'accordo Gats
sulla liberalizzazione dei servizi. Per questo sabato e domenica in Italia
associazioni e reti che si oppongono al Wto saranno in piazza per dire no
alla svendita del patrimonio pubblico e alla privatizzazione di beni
essenziali come l'acqua e di servizi come la sanità, i trasporti e la
scuola. Ognuno a seconda delle proprie competenze e sensibilità: così, se a
Roma verrà bloccata la tangenziale all'altezza della sopraelevata di San
Lorenzo per contrapporre a una «visione privatistica della città, fondata
sull'automobile», quella di «una città a misura d'uomo, con una mobilità
pubblica ed ecologicamente compatibile», come spiega Nando Simeone del Roma
social forum, in diverse città l'associazione Mani Tese organizza Global
march contro lo sfruttamento del lavoro minorile e per il diritto
all'istruzione. Mentre nelle 400 botteghe del commercio equo e solidale, che
propongono un'alternativa alle regole del commercio del Wto, si
diffonderanno cartoline indirizzate al premier italiano Berlusconi e al
presidente della Commissione europea Romano Prodi contro la svendita dei
beni comuni. «Le Botteghe del mondo saranno un'interfaccia tra i cittadini e
i temi dell'economia internazionale», in particolare sui temi del Wto e
della privatizzazione dell'acqua, grazie alla collaborazione con la Campagna
acqua del Cipsi, una delle maggiori federazioni di ong italiane, spiega
Teresa Pecchini, presidente di Assobotteghe, secondo la quale «ancora una
volta si dimostra come utopie concrete come il commercio equo, che spostano
risorse verso i paesi del sud del mondo attraverso un commercio più equo e
dignitoso, altro non sono che una delle risposte sostenibili a un sistema
che ha portato il divario tra il quinto più povero e il quinto più ricco del
mondo da uno a 30 del 1950 a uno a 74 nel 2000». E ancora, sono previste
assemblee nelle scuole promosse dai Cobas, iniziative di Legambiente
nell'ambito delle domeniche a piedi, musica, biciclettate e finanche una
passeggiata a piedi degli studenti sulla tangenziale di Roma. Lo sforzo è
quello di mostrare come le decisioni globali abbiano degli effetti immediati
sulla vita quotidiana. In questo caso, la liberalizzazione di tutti i
servizi pubblici, sempre più aperti alle regole della concorrenza di
mercato. Se gli obiettivi saranno locali, come la campagna di Attac contro
le privatizzazioni «per obbligare le amministrazioni locali a prendere degli
impegni concreti verso una gestione pubblica e partecipata dei servizi» o
quelle del Forum ambientalista per una «battaglia politico-culturale» per un
modello di sviluppo basato sul trasporto pubblico e su ferro (o magari con
bus elettrici), un occhio particolare è rivolto alla prossima riunione del
Wto, quella che il movimento dei movimenti comincia a definire «la nuova
Seattle». L'obiettivo dichiarato è infatti quello di far fallire il summit,
così come accadde nel novembre del '99 alla riunione del Wto nella città
americana, perché «non è possibile che servizi essenziali come i trasporti,
la scuola o la sanità vengano affidati alla giurisdizione del Wto e dunque
considerati beni commerciali», spiega Andrea Baranes di Attac.

E proprio in vista dell'appuntamento di Cancun il movimento europeo si sta
apprestando a contestare la riunione che i ministri degli esteri europei
terranno a Riva del Garda dal 4 al 6 settembre proprio per decidere una
posizione comune al vertice del Wto. Un appuntamento che cadrà proprio nel
corso del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea.