[Consumo critico - Milano Social Forum]CONTRO LE MODIFICHE A…

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: consumo-critico-msf@inventati.org
Dátum:  
Tárgy: [Consumo critico - Milano Social Forum]CONTRO LE MODIFICHE ALLA LEGGE 157
Tutto il capitolo sul sito www.progettogaia.org
(questo testo e' disponibile anche su volantino in pdf).



Proposta di: COMITATO PROMOTORE PER UN REFERENDUM NAZIONALE ANTI-CACCIA
- Alle forze politiche e sociali democratiche
- al Movimento dei Movimenti
- al Popolo della pace!


1 - QUESTIONE CULTURALE
Negli ultimi decenni sono cambiate molte cose sul piano delle conoscenze,
la Teoria di Gaia, divenuta in pochi anni descrizione scientifica ufficiale
del mondo, ci costringe a ragionare in modo molto diverso rispetto al
passato.

Se il mondo non è un oggetto degli uomini, ma un sistema fisiologico,
tutte le parti sono necessarie alla stabilità dell'intero sistema. La
biodiversità si è rivelata indispensabile alla produzione delle condizioni
ambientali adatte al mantenimento della vita sul pianeta.

Questo significa una sola cosa: il nostro modo di affrontare i problemi
deve partire dall'analisi delle necessità del sistema complessivo. Il
nostro interesse principale è la possibilità di sopravvivere e questa
possibilità dipende dalla stabilità del sistema nel suo complesso.

2 - QUESTIONE POLITICA
Stiamo vivendo un periodo molto particolare, per certi versi pericoloso,
ma per molti altri entusiasmante: quest'anno abbiamo partecipato alla più
grande manifestazione per la pace della storia, un Movimento travolgente
che è maturato in pochissimi anni dal momento in cui la globalizzazione
delle multinazionali ha cominciato a manifestarsi in maniera evidente.

E' un Movimento che sembra muoversi su contenuti culturali nuovi, non c'è
più contraddizione tra interessi individuali e interessi collettivi, tra
quelli nazionali e quelli planetari. L'energia del Movimento esprime
localmente i temi globali, esprime elementi di coerenza con le nuove
conoscenze sul mondo, si rende conto che il sistema è uno solo e che
bisogna agire in sintonia con esso e le sue caratteristiche.

La forza con cui ha saputo imporre l'evidenza di alternative politiche
alla guerra all'Iraq (comunque sia andata), ne modifica sostanzialmente le
qualità, non è più il Movimento confuso e sulla difensiva delle drammatiche
giornate del G8, ma è divenuto un Movimento popolare capace di elaborare
sulla base delle nuove conoscenze e proporre ai centri di potere del mondo
nuovi modi di leggere la realtà, di agire su di essa, e di regolare
diversamente i comportamenti umani.

A questo punto è in grado di presentarsi direttamente alle Istituzioni,
proponendo nuove leggi, eliminando o revisionando quelle esistenti. Se i
politici non sono in grado di farlo, o non vogliono, il Movimento può
scavalcarli imponendo la propria presenza e le proprie forme di
organizzazione di massa, riaffermando che le Istituzioni sono strumenti
della collettività e non solo di una sua parte.

L'attacco diretto alle Istituzioni si può configurare come l'utilizzo di
quelle forme di Democrazia diretta previste dalla nostra Costituzione. Cioè
dalla difesa della legalità e dei diritti nelle piazze, all' imposizione di
nuove normative cui i governanti di turno devono necessariamente dare
risposta. Una classe dirigente che ha confuso una Nazione con un'azienda
privata e che sta tentando di stravolgere le stesse regole della nostra
Democrazia può essere costretta su posizioni di difesa.

3 - PROPOSTA AL MOVIMENTO
Riprendersi il diritto-dovere di riscrivere le leggi e di riappropriarsi
delle Istituzioni. Questo il Movimento lo sta già facendo, sono in atto, da
diversi mesi, campagne di raccolta firme su vari argomenti: diritti,
lavoro, salute, ambiente. La novità della nostra proposta non è nell'uso
dello strumento referendario ma nel suggerimento di organizzare pacchetti
di Referendum per settori di intervento: la privatizzazione dell'acqua,
l'inquinamento elettromagnetico, gli Ogm, la caccia, sono tutti temi
riconducibili ad un unico pacchetto sull'ambiente. Questa logica
permetterebbe la concentrazione delle forze necessarie per raggiungere il
quorum, lavorare per un referendum significherebbe lavorare
contemporaneamente per tutto il pacchetto. Se i temi di un pacchetto
fossero 4 o 5, le forze a disposizione di ogni tema diventerebbero 4 o 5
volte superiori. Non solo, concentrando le forze e agendo per settori, la
logica politica muterebbe: affrontare 4 o 5 temi sull'ambiente
significherebbe concentrare l'attenzione sulla mentalità con cui la classe
dirigente si relaziona con l'ambiente nel suo complesso e dunque sulla
necessità di intervenire modificando il nostro stesso atteggiamento
sull'intero settore. La nostra attenzione anche ad uno solo dei referendum
compresi nel pacchetto, svilupperebbe un atteggiamento di attenzione sulla
nostra relazione con l'intero ambiente. Lo stesso vale per tutti gli altri
argomenti.

4 - IN CONCLUSIONE
La situazione che abbiamo tentato di delineare nelle righe precedenti ci
induce ad alcune riflessioni: esistono nuove conoscenze sul mondo, esiste
un Movimento popolare capace di pensare in maniera più coerente con le
nuove conoscenze, esiste una classe dirigente incapace di adattarsi e che
si oppone alle nuove necessità che la storia sta proponendo (diritti dei
popoli ecc.), questa classe attacca su fronti che danneggiano
contemporaneamente uomini, popoli, animali e ambiente. In altre parole
questa classe non rappresenta più l'intera umanità, ma solo se stessa. I
valori culturali che l'hanno sostenuta fino a questo momento vengono
sostituiti da nuovi valori condivisi e riconosciuti come validi dalla
maggioranza delle popolazioni. Sono gli stessi valori che derivano da una
concezione sistemica del pianeta: insomma sta nascendo una nuova concezione
del mondo basata sulla collaborazione e la sinergia tra parti diverse.
Perché non lavorare insieme sviluppando tutte le energie possibili?!

5 - ABOLIRE LA CACCIA
La questione caccia è stata fino ad ora affrontata soltanto dal punto di
vista esclusivamente umano:

a - Un atteggiamento etico che rifiuta l'uccisione di animali come atto
crudele e inutile nei confronti delle altre forme di vita;
b - Un atteggiamento utilitaristico che sostiene la proprietà dell'uomo
sull'intera natura e dunque la necessità di salvaguardare il nostro
patrimonio comune del quale fanno parte anche tutte le altre specie
animali.

Questo modo di porsi il problema è facilmente riconducibile alla cultura
che informa tutta la nostra vita e che si esprime in ogni nostra scelta
quotidiana, la nostra cultura è conseguenza della nostra immagine del mondo
e l'immagine del mondo è ancora oggi quella cartesiana, il meccanicismo.

Dunque nei due modi di affrontare il problema, quello etico e quello
utilitaristico, è comunque determinante la valutazione, o meglio, la
volontà dell'uomo.

Ma se le nuove conoscenze ci dicono che l'intera vita sul pianeta dipende
dalla biodiversità, indipendentemente dalla volontà umana, la caccia non si
può praticare. Essa contribuisce ad intaccare le basi su cui poggia la
nostra stessa possibilità di vivere, riducendo la biodiversità, essa
diminuisce la capacità di sopravvivenza dell'intero sistema vivente.

La caccia non è un'attività sostenibile! Occorre abolirla e vietarla come
pratica umana di attentato alla stessa sopravvivenza dell'uomo sulla terra,
in particolare quando si limita ad attività esclusivamente ludica e di
interesse individuale!

Negli ultimi anni, tutte le Associazioni venatorie, attraverso svariate
forze politiche, hanno adottato una politica estremamente aggressiva di
attacco generalizzato ai limiti imposti alla caccia da leggi nazionali ed
europee.

Abbiamo assistito allo sfondamento sfacciato delle condizioni che
regolavano un "prelievo" misurato, a tutti i livelli istituzionali: comuni,
province, regioni. Ma le risposte delle Associazioni ambientaliste e
animaliste, in qualche caso, sono riuscite a tamponare i problemi
appellandosi alla legge nazionale.

Ed ecco allora l'attacco finale, lo svuotamento della Legge nazionale
157/92 che regola l'attività venatoria. A questo punto l'aggressione è
generale, su tutti i piani, in tutte le Istituzioni.

E' possibile un'unica risposta, coerente con le nuove conoscenze, coerente
con il mantenimento della vita sulla Terra, coerente con le scelte del
Movimento: proporre un referendum nazionale per l'eliminazione definitiva
della caccia, scelta condivisa dalla maggioranza della popolazione in base
a tutte le indagini demoscopiche.