ISRAELE / TERRITORI OCCUPATI:
NEGATO AD AMNESTY INTERNATIONAL L'INGRESSO A GAZA
Amnesty International ha condannato oggi la decisione delle autorità
israeliane di richiedere agli stranieri che entrano a Gaza di firmare una
dichiarazione che assolve Israele da ogni responsabilità nel caso in cui
verranno feriti o uccisi.
Una delegazione di Amnesty International si è vista oggi negare l'ingresso a
Gaza. Ai delegati è stato chiesto di firmare la "dichiarazione di rinuncia",
cosa che hanno rifiutato di fare.
La dichiarazione da sottoscrivere afferma, tra l'altro, che il firmatario
"accetta che il governo dello stato di Israele e i suoi organismi non
possono essere ritenuti responsabili per la morte, il ferimento e/o
danni/perdite di proprietà che potrebbero verificarsi in conseguenza di
attività militari".
Amnesty International si oppone categoricamente a ogni tentativo di
costringere le persone a firmare una dichiarazione di rinuncia ai propri
diritti. Farlo, in ogni caso, non esonererebbe in alcun modo l'esercito
israeliano dalle proprie responsabilità né esenterebbe le autorità
israeliane dal proprio dovere di assicurare il rispetto dei diritti umani,
da parte delle proprie forze armate, in ogni circostanza.
L'organizzazione per i diritti umani teme che un obiettivo di queste nuove e
drastiche restrizioni sia di impedire la presenza di osservatori esterni per
verificare il comportamento dell'esercito israeliano. Amnesty International
ha inoltre paura che queste restrizioni potranno causare ulteriori uccisioni
a Gaza e chiede all'esercito israeliano di porre immediatamente termine
all'uso eccessivo e illegale della forza.
Amnesty International chiede da tempo la presenza di osservatori
internazionali sui diritti umani in Israele e nei Territori Occupati, per
assicurare il rispetto degli standard internazionali in materia di diritti
umani.
La delegazione di Amnesty International ha rilasciato questa dichiarazione:
"Condanniamo ogni uccisione illegale di civili, compresi i bambini, in
Israele e nei Territori Occupati, a prescindere se sia compiuta dai soldati
israeliani o dai gruppi armati palestinesi".
FINE DEL COMUNICATO Roma, 9 maggio 2003
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
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