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APPELLO A VOTARE SI AL REFERENDUM PER L’ESTENSIONE DELL’ART. 18



La maggioranza di centro destra ha recentemente approvato il disegno di legge delega sul mercato del lavoro, frutto del Patto per l’Italia, che prevede un’ulteriore flessibilità del lavoro, con conseguente allargamento della precarietà, dell’insicurezza e del numero di lavoratori di fatto privi di tutela sindacale (già oggi costituiscono il 75% degli occupati).

Diventa allora ancora più centrale la campagna per il SI al referendum per l’estensione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori alle imprese con meno di 15 dipendenti per le seguenti ragioni.

1) Dare un chiaro e forte segnale politico di inversione di rotta: dall’ estensione della precarietà all’estensione dei diritti! La vittoria del SI rafforzerebbe politicamente anche la mobilitazione per l’estensione dei diritti a tutti quelli che oggi sono lavoratori “atipici” (interinali, con contratto a tempo determinato, Cococo..), per i quali non è necessario neanche il licenziamento: basta non rinnovar loro il contratto! Mentre il mancato raggiungimento del quorum o la vittoria dei No rafforzerebbe la tendenza verso la precarizzazione e l’individualizzazione del contratto di lavoro.

2) Oggi, in presenza di una sentenza della magistratura che definisce illegittimo un licenziamento individuale (senza giusta causa o giustificato motivo) l’impresa con 15 o più dipendenti deve reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro, salvo che il lavoratore preferisca il risarcimento in denaro. Mentre, nella stessa situazione, se i dipendenti sono meno di 15, è l’imprenditore che può scegliere tra il reintegro e il pagamento da 2,5 a 6 mensilità e, naturalmente, sceglierà quest’ultimo. E’ evidente che il lavoratore, di fronte al rischio di perdere il posto di lavoro in maniera illegittima ottenendo solo una manciata di soldi, è più ricattabile in riferimento al rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro (più di 1000 morti all’anno in Italia), al rispetto dei salari e delle norme previste dai contratti collettivi, all’esercizio dei propri diritti, in particolare del diritto di sciopero.

3) Al di là del numero della cause per licenziamenti illegittimi si tratta, quindi, di una questione che attiene al potere contrattuale dei lavoratori con riferimento a tutto il rapporto di lavoro. E’ una questione di libertà e democrazia sostanziale, in linea con l’art.3 2° c. della Costituzione, che, in presenza di situazioni di fatto caratterizzate da forti disparità di potere economico-sociale, richiede leggi diverse a tutela dei soggetti più deboli. Se tutto questo è vero – e noi riteniamo che lo sia –, se si tratta di una questione di civiltà e di democrazia lo è per tutti i lavoratori indipendentemente da numero dei dipendenti.

4) Lo sviluppo economico – la “competitività”delle imprese - non può basarsi sulla mercificazione dei diritti: un po’ di soldi per comprare la violazione delle regole sui licenziamenti!

Per tutte queste ragioni, che riguardano la libertà e la democrazia di questo Paese, invitiamo tutti i cittadini di qualunque area politica, sindacale, culturale

A VOTARE E A VOTARE SI

al referendum per l’estensione dell’art.18 alle imprese con meno di 15 dipendenti.

CONFEDERAZIONE COBAS


francoppoli@???


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<P class=MsoBodyText2 style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt"><FONT face="Times New Roman">La maggioranza di centro destra ha recentemente approvato il disegno di legge delega sul mercato del lavoro, frutto del Patto per l’Italia, che prevede un’ulteriore flessibilità del lavoro, con conseguente allargamento della precarietà, dell’insicurezza e del numero di lavoratori di fatto privi di tutela sindacale (già oggi costituiscono il 75% degli occupati).<o:p></o:p></FONT></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT face="Times New Roman" size=3>Diventa allora ancora più centrale la campagna per il <B style="mso-bidi-font-weight: normal">SI</B><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>al referendum per l’estensione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori alle imprese con meno di 15 dipendenti per le seguenti ragioni.</FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman"><B>1) Dare un chiaro e forte segnale politico di inversione di rotta:</B> <B>dall’ estensione della precarietà all’estensione dei diritti! La vittoria del SI rafforzerebbe politicamente anche la mobilitazione per l’estensione dei diritti a tutti quelli che oggi sono lavoratori “atipici” </B>(interinali, con contratto a tempo determinato,<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>Cococo..), per i quali non è necessario neanche il licenziamento: basta non rinnovar loro il contratto! Mentre il mancato raggiungimento del quorum o la vittoria dei No rafforzerebbe la tendenza verso la precarizzazione e l’individualizzazione del contratto di lavoro.</FONT></FONT></P>
<P class=MsoBodyText3 style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><FONT face="Times New Roman"><B><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt">2) </SPAN></B><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt">Oggi, in presenza di una sentenza della magistratura che definisce illegittimo un licenziamento individuale (senza giusta causa o giustificato motivo) l’impresa con 15 o più dipendenti deve reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro, salvo che il lavoratore preferisca il risarcimento in denaro. Mentre, nella stessa situazione, se i dipendenti sono meno di 15, è l’imprenditore che può scegliere tra il reintegro e il pagamento da 2,5 a 6 mensilità e, naturalmente, sceglierà quest’ultimo. E’ evidente che <B>il lavoratore, di fronte al rischio di perdere il posto di lavoro in maniera illegittima ottenendo solo una manciata di soldi, è più ricattabile in riferimento al rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro (più di 1000 morti all’anno in Italia), al rispetto dei salari e delle norme previste dai contratti collettivi, all’esercizio dei propri diritti, in particolare del diritto di sciopero</B>.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman"><B>3) </B>Al di là del numero della cause per licenziamenti illegittimi si tratta, quindi, di una questione che attiene al<B> potere contrattuale dei lavoratori con riferimento a tutto il rapporto di lavoro. E’ una questione di libertà e democrazia sostanziale,</B> in linea con l’art.3 2° c. della Costituzione, che,<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>in presenza di situazioni di fatto caratterizzate da forti disparità di potere economico-sociale, richiede leggi diverse a tutela dei soggetti più deboli. <B>Se tutto questo è vero – e noi riteniamo che lo sia –, se si tratta di una questione di civiltà e di democrazia lo è per tutti i lavoratori indipendentemente da numero dei dipendenti. </B><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;</SPAN></FONT></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT size=3><FONT face="Times New Roman"><B>4) Lo sviluppo economico – </B>la “competitività”delle imprese<B> - non può basarsi sulla mercificazione dei diritti: </B>un po’ di soldi per comprare la violazione delle regole sui licenziamenti! </FONT></FONT></P>
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