Cari compagni, certamente a genova i comitati e gli avvocati metterenanno a fuoco la questione verita e giustizia, e il gruppo di continuità nel suo insieme ha iniziato a parlare di come dare visibilità al tema nell'ultima riunione.
personalmente la vostra percezione credo sia accurata su entrambe i fronti, la nostra difficolta di stare all'erta in ogni momento e su tutto e la accellerazione della chiusura del "gancio" sugli indagati. bisogna quindi parlarne e agire (nell'ordine).. a genova ce ne può essere occasione già nella prossima riunione del forum con i comitati credo.
in solidarietà
pm
>Cari genovesi,
>siccome è da quel dì che tira una brutta aria e su questo il movimento sembra latitare, e siccome un nostro compagno è tra quelli che si sono già fatti una quindicina buona di giorni di galera e e che rischia da 8 a 15 anni per devastazione e saccheggio...non è che si potrebbero fare quattro serissime chiacchere in merito, almeno con il Comitato verità e giustizia, con Laura Tartarini etc.?
>Un grande convegno a genova pensate sarebbe utile? - sia per la verità, sia, a questi punti, per fare un po' di legittima pressione? S'è parlato di spostare i processi...è una boutade disobbediente o un'ipotesi plausibile sulla quale provare a lavorare? e così via...
>Grazie e a presto,
>paolo
>
>vi allego il comunicato di due compagni romani che qualcuno di voi conosce bene, credo
>
>
>TIRA UNA BRUTTA ARIA!!!
>
>Annullate le ordinanze di scarcerazione disposte dal Tribunale della Libertà
>di Catanzaro
>Con queste scarne parole, "giustificate" da una "tecnica" "violazione nella
>procedura di formazione del collegio giudicante del tribunale del riesame"
>la 1^ sezione penale della Corte di Cassazione ha ieri deciso: per gli
>inquisiti dal PM Fiordalisi del Tribunale di Cosenza si ricomincia daccapo.
>Ancora di fronte al Tribunale della Libertà, che dovrà esprimersi sui
>mandati di cattura disposti il 15 Novembre scorso dal suddetto PM.
>Pure sembrava poco più di una formalità, per lo meno per i compagni del
>"movimento", che in massa hanno disertato il presidio indetto in Pza Cavour,
>a Roma, in concomitanza con la camera di consiglio della cassazione.
>Eravamo una ventina infatti, nonostante in contemporanea ci fosse anche la
>camera di consiglio per i compagni arrestati dai giudici genovesi, gli
>stessi che hanno archiviato il caso Placanica.
>E, naturalmente, anche per questi compagni le cose non sono andate bene
>Non vogliamo certo piangere su una storia che ci riguarda personalmente,
>quando si fa politica, come la facciamo noi, i rischi sono all'ordine del
>giorno, e questo lo sappiamo bene; ma qua bisogna capirsi bene, un
>movimento, che dice di voler essere globale, che si millanta come "movimento
>dei movimenti", e non si degna neanche di difendere le proprie scelte, le
>proprie azioni, il suo pensare, si può ancora definire movimento? Può ancora
>porsi come unica alternativa ad un sistema di repressione, di guerra, di
>morte?
>Il sistema, proprio in questi giorni, sta mettendo in atto tutti i mezzi di
>autodifesa per la propria protervia di potere dagli attacchi di zelanti
>magistrati giustizialisti. E non stiamo parlando solo del cavaliere
>antennato, della richiesta di immunità per chi fa politica ben pagato, ma
>anche dei Placanica e di tutti coloro, che, all'ombra del potere, hanno
>agito, sia per interessi di bottega, sia per un prestigio che dal potere
>hanno ricavato.
>Il movimento no
>Il movimento non solo abbandona una parte (i cattivi) di sè, in nome di un
>riconoscimento di democrazia, abbandona anche quelli che solo 3 mesi fa
>aveva difeso a spada tratta.
>E il problema è proprio questo. Quando si cominciano ad avallare divisioni
>fra buoni e cattivi, quando alla ricerca di un riconoscimento formale, si
>abbandona nelle mani del nemico una parte del movimento stesso, si imbocca
>una china pericolosa. Si trova sempre uno più cattivo da abbandonare, e alla
>fine si abbandona tutti.
>Naturalmente il potere ringrazia, e comincia a studiare i mezzi più proficui
>per liberarsi dei rompicoglioni.
>Qualcuno finirà in qualche ganglio di potere, altri finiranno emarginati, il
>resto in galera.
>Tutta la protesta del "movimento no-global" rischia di ridursi ad una
>rincorsa di poltrone o di legittimazione istituzionale, in partiti più o
>meno accoglienti.
>Ed infatti così è andato il presidio davanti al "Palazzaccio", termine
>romanesco per indicare il vecchio tribunale del Papa-Re, ora sede della
>Corte di Cassazione. Eravamo qualche decina, quasi tutti meridionali (di
>Napoli) e vicini alle posizioni dei Cobas.
>Assenti tutti gli altri, compresi quelli che avevano aderito ufficialmente,
>vedi Disobbedienti.
>E, naturalmente, erano assenti quelli che non avevano, chissà poi perchè,
>inviato la loro adesione. Nessun lillipuziano, nessuna Carta, ecc.ecc.
>Questi sono i fatti. E adesso tutto si fa più difficile. Per gli inquisiti,
>che adesso rischiano di affrontare il processo partendo non da una sentenza
>del Tribunale del Riesame, che smantellava l'impianto del PM, ma da una
>sentenza, che magari potrebbe pure essere diversa, maledettamente diversa;
>ma si fa difficile anche per il movimento in generale. La sentenza,
>annullata, del Trbunale del Riesame aveva smantellato un impianto
>accusatorio del PM, basato su reati associativi e di opinione. Se un
>impianto di questo tipo diventa legittimato, quanti compagni, oltre a noi,
>finiranno nei guai? E, soprattuto, che clima politico si instaurerà, quando
>processi su processi colpiranno il movimento?
>Speriamo sia stato un errore, pur grave, di percorso. Speriamo si ricrei la
>tensione necessaria perchè un movimento possa vivere ed allargarsi.
>Altrimenti, avremo, forse, qualche altro momento di visibilità e di
>notorietà, ma fino a quando?
>
>huambo e vittoria
>inquisiti dal PM di Cosenza Fiordalisi
>per cospirazione contro il potere economico dello Stato
>
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>e viene letto da tutti gli iscritti.
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Paola Manduca