[Cerchio] G8: gli anarchici non archiviano

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Aihe: [Cerchio] G8: gli anarchici non archiviano
G8 assassini!
Dov’è un tribunale è l’iniquità.
(L. Tolstoj)
Gli assassini di Carlo Giuliani sono a capo dei governi degli 8 paesi più potenti della terra.

I carabinieri Placanica e Cavataio, accusati della morte di Carlo Giuliani, non saranno neanche processati: il caso, come si suol dire, è chiuso.
Il giudice della Repubblica Franz ha infatti deciso l’archiviazione ritenendo i due non colpevoli; Placanica avrebbe sparato per legittima difesa e Cavataio, che alla guida del Defender passò due volte sul corpo del povero Carlo, non avrebbe alcuna responsabilità nella morte di quest’ultimo.
Fin dal luglio 2001, non abbiamo mai nutrito illusioni su un epilogo diverso, non solo perché non potevamo nutrire alcuna fiducia nella giustizia di uno Stato che, dopo aver predisposto la trappola di Genova, aveva armato e ordinato di sparare su chi si sarebbe opposto alla politica e all’economia incarnata dal G-8; era infatti nostra convinzione che i due carabinieri di leva avevano assolto solo alla funzione di pedine in un gioco torbido ben più grande di loro.
Adesso viene messa una pietra sulla verità ufficiale e forse in molti tireranno un sospiro di sollievo.

Altri hanno chiesto verità e giustizia ai tribunali, noi sappiamo che la verità su quel 20 luglio è stata scritta sui muri delle strade delle nostre città, è stata gridata ad ogni manifestazione, ad ogni corteo, in ogni assemblea. La scritta “Assassini”, sin dal 21 luglio è apparsa nei pressi di mille caserme, prefetture, municipi e dice una verità che non ha bisogno di alcun tribunale di quello stesso stato che ha condannato a morte Carlo Giuliani.

Lo Stato non processa sé stesso: lo sapevamo.
Vogliamo ripetere ora quanto scrivemmo nel luglio 2001 “Chi parla di democrazia ‘tradita’ non vede che le tante carte dei diritti non sono che belle parole da sbandierare durante le cerimonie ufficiali ma diventano carta straccia quando le piazze e le strade si riempiono di gente convinta che la libertà non sia solo un’espressione rituale, ma principio di un’organizzazione sociale più giusta per tutti e per ciascuno, humus fecondo un cui attecchiscono le radici di un mondo nuovo. Il mondo che vogliamo e per il quale scendiamo in piazza non trae la propria legittimità dai codici e dai trattati ma si radica nella capacità di autogestione ed autogoverno. Senza barriere, senza frontiere, senza stati. Un mondo da abitare solidalmente, non un territorio da controllare, depredare, asservire agli interessi di pochi. Un’utopia ben più concreta di quella che pretende di coniugare libertà e democrazia.”

Anche oggi vogliamo ribadire una banale verità: Carlo Giuliani è stato ucciso dagli 8 criminali che ogni giorno affamano, opprimono, sfruttano la stragrande maggioranza degli abitanti di questo pianeta. Contro di loro la nostra opposizione è stata e sarà intransigente, affiancando le lotte degli oppressi e degli sfruttati che pensano che un altro mondo non solo è possibile ma necessario.

Per questo dal 1 al 3 giugno saremo in Francia per contestare ancora una volta il G8,
per dire no ai tiranni che governano la terra, perché nel mondo che vogliamo non ci sono
governi, polizie, carceri, oppressione, diseguaglianza, stati, frontiere, carabinieri... G8!

Federazione Anarchica Torinese - FAI www.federazioneanarchica.org
Corso Palermo 46 e-mail fat@??? telefono 011 857850 oppure 338 6594361
La sede è aperta ogni giovedì dopo le 21,30

Incontri nella sede della Federazione Anarchica
in corso Palermo 46 con inizio alle ore 21,15
Venerdì 9 maggio: Un nuovo secolo americano? Cow boys planetari, vassalli, mercanti e petrolieri dal Kosovo all’Iraq
Interverrà Stefano Capello, autore de “Oltre il giardino. Guerra infinita ed egemonia americana sull’economia mondo capitalista”

Venerdì 16 maggio:
Guerra interna e guerra esterna: strategie di dominazione per il XXI secolo
Interverrà Massimo Varengo del segretariato
dell’IFA - Internazionale di Federazioni Anarchiche

Venerdì 6 giugno:
Giochi di ruolo: la destra tra i coltelli degli squadristi e il revisionismo del governo.
Interverrà un compagno dell’archivio antifascista