[RSF] Fw: [comitatoquindicifebbraio] Quel che resta di Sarno

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Autor: Agnese Ginocchio
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Assunto: [RSF] Fw: [comitatoquindicifebbraio] Quel che resta di Sarno
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Quello che segue =E8 un articolo apparso sul manifesto di ieri domenica =
4 maggio sulla situazione della ricostruzione a Sarno a cinque anni =
dalla frana che ci ha colpiti.
Il contributo =E8 stato realizzato da Massimo Serafini ed Elio Barba con =
l'aiuto di due compagni di ATTAC Sarno, Gino Colombo e Claudio Pagano.

Un abbraccio
________________
Antonio Robustelli
ATTAC Sarno

Quel che resta di Sarno
Cinque anni dopo, la frana scivola sul cemento
MASSIMO SERAFINI
ELIO BARBA
Domani saranno trascorsi cinque anni dalla tragedia che colp=EC il =
territorio sarnese: da Pizzo d'Alvano, la montagna, ai cui piedi si sono =
disordinatamente sviluppati i paesi colpiti, si staccarono e velocemente =
discesero a valle trecentomila metri cubi di melma e fango, che uccisero =
160 persone e sbriciolarono oltre 400 abitazioni, fra cui l'ospedale. La =
frana, nella sua apocalittica corsa, non risparmi=F2 neppure il =
cimitero. Furono ore di incubo e disperazione. Cinque anni dopo, non =
possiamo limitarci a ricordare, ma intendiamo aprire una discussione e =
una verifica, in primo luogo con i cittadini, su quanto =E8 stato fatto, =
sulla qualit=E0 ed efficacia degli interventi realizzati e sul molto che =
ancora resta da fare. Mai come a Sarno =E8 risultata evidente =
l'irresponsabile gestione del territorio e quanto questa avesse =
contribuito a innescare quelle frane. Bastava un rapido sguardo a =
Episcopio per vedere il malgoverno: case e strade costruite =
dissennatamente attorno agli sbocchi degli alvei pedemontani, una =
stradina poderale che taglia Pizzo D'Alvano orrizzontalmente, sembra =
quasi una grondaia, segni ovunque di incendi. E pi=F9 osservavi lo =
scempio e pi=F9 cresceva l'indignazione e con essa la convinzione che =
dentro quel fango, oltre ai morti innocenti, c'era finita anche la =
residua credibilit=E0 di questo paese e delle sue classi dirigenti che, =
dopo anni di ricorrenti e sempre pi=F9 tragiche catastrofi potevano =
opporvi solo inadempienze (da nove anni era inapplicata e boicottata la =
legge di difesa del suolo) e la tollerante subalternit=E0 a usi della =
terra e delle acque sempre pi=F9 speculativi se non illegali ed abusivi. =
Cinque anni fa l'indignazione diffusa produsse molte promesse e impegni =
solenni. Ai funerali delle vittime, le pi=F9 alte cariche dello stato e =
della regione Campania pronunciarono la frase di sempre: =ABmai =
pi=F9=BB. Per un breve periodo sembr=F2 che quell'invocazione =
corrispondesse ad un impegno reale, quando fu emanato il decreto 180, =
che imponeva alle Regioni di individuare e delimitare entro un anno =
tutte le aree a rischio del loro territorio. Non furono risparmiate =
risorse, che alla fine ammonteranno a oltre mille miliardi, da spendere =
- purtroppo - al di fuori della contabilit=E0 ordinaria. I risultati di =
tutto ci=F2 sono stati assai modesti: conosciamo meglio quali sono i =
territori che rischiano frane ed inondazioni (quasi tutto il paese) e =
ci=F2 consente di predisporre piani pi=F9 efficaci di all'erta rapido. =
Ma, sul terreno della prevenzione e dei piani di bacino, non ci sono =
passi avanti.

Per dare un giudizio su quanto =E8 stato fatto a Sarno la domanda =
cruciale =E8: se si ripetesse lo stesso evento , le conseguenze sugli =
abitanti sarebbero le medesime di allora o gli interventi fatti =
garantirebbero effetti meno devastanti? Il presidente Bassolino e il suo =
commissario al dissesto idrogeologico Versace pensano che il rischio sia =
diminuito e di conseguenza di avere agito bene e con efficienza. Il =
presidente dell'associazione dei parenti delle vittime - nel contributo =
che pubblichiamo in questa pagina - ci presenta un conto angosciato di =
vita scaduta, di bisogni collettivi mancati, di avvilenti peripezie =
burocratiche, di scarse informazioni ed infine una domanda ansiosa di =
diritti lesi, a cominciare da quello della sicurezza. Mentre il =
subcommissario Versace (nell'intervista che qui pubblichiamo), pur =
comprendendo il disagio dei cittadini, finisce per contrapporre gli =
appalti ai bisogni, elencando la lista delle opere fatte e quanto sono =
costate: dai canali di deflusso delle acque, ai vasconi che dovranno =
riceverle, alla viabilit=E0 ripristinata, alle vie di fuga predisposte =
in caso di emergenza (tutto brutto da vedere, ammette, per=F2 efficace =
per garantire sicurezza).

A noi pare che, drammaticamente, oggi si rischi pi=F9 che allora. Le =
opere realizzate sono ben visibili dall'autostrada Caserta-Salerno: =
lunghi canaloni di cemento armato percorrono la verde fascia =
pedemontana, la montagna appare come incatenata. Il prezzo pagato in =
termini di paesaggio =E8 incalcolabile. Forse varrebbe la pena pagarlo =
solo se quegli interventi hanno veramente a ridotto il rischio. Ma =
cos=EC non =E8. I costi sono enormemente superiori ai benefici perch=E9 =
quei canali non hanno alcuna utilit=E0 e non difendono dalle colate =
rapide, cio=E8 dal pericolo principale. Garantiscono solo il deflusso =
delle piogge che =E8 un problema meno importante. E' l'idea stessa che =
sta alla base di queste opere che va combattuta e cio=E8 la convinzione =
di poter domare la montagna, ingabbiandola e mettendole una camicia di =
forza di cemento armato. Senza una costante e costosa manutenzione (per =
ora quei canali pi=F9 che acqua raccolgono rifiuti) tutte le opere che =
forzano la morfologia naturale, con argini e con muri di calcestruzzo, =
collocati su forti pendenze collinari, corrono seri rischi di franare. =
Se poi le opere fatte alla prova dei fatti si sono rilevate inefficaci =
anche rispetto alla loro capacit=E0 di garantire il deflusso delle =
piogge, allora il costo (gran parte dei 1092 miliardi stanziati) =E8 =
veramente inaccettabile. Ed infatti i sostenitori di questi progetti =
dovrebbero spiegarci come mai solo un anno fa, dopo mezz'ora di pioggia =
abbondante, l'intera frazione di Episcopio, via Sarno, Palma e Foce =E8 =
finita sott'acqua e il sindaco ha chiesto lo stato di calamit=E0 =
naturale.

E' possibile percorrere un'altra strada per garantire un'accettabile =
convivenza con il rischio alle popolazioni? S=EC. Meno opere ed appalti =
e pi=F9 decisioni politiche ed amministrative capaci di cambiare =
radicalmente gli usi e la gestione della terra e delle acque fin qui =
fatte. I comportamenti della montagna riflettono sempre l'assetto del =
territorio che la circonda. E' sorprendente ad esempio che la misura di =
prevenzione pi=F9 efficace e meno costosa che si poteva prendere, quella =
di eliminare quella stradina poderale che quel 5 maggio fece da gronda =
non sia stata presa. Cos=EC come =E8 altrettanto incredibile che sia =
stata abbandonata l'idea di insediare a Sarno un presidio permanente =
della protezione civile, con i suoi geologi, ingegneri, vigili del =
fuoco, forestali, croce rossa, che avrebbe garantito una lotta contro =
gli incendi, un'efficace organizzazione dell'allerta rapido, un =
controllo continuo della montagna. Insomma, la sicurezza di quei posti, =
cos=EC come del resto del paese, non verr=E0 mai dal cemento, dalle =
briglie che imprigionano la montagna o un fiume, ma da buoni piani =
regolatori, da una lotta senza quartiere all'abusivismo, da usi agricoli =
compatibili, da un monitoraggio permanente che consenta di individuare =
le cause e le origini che hanno portato a quella rottura brusca =
dell'equilibrio in cui stava il Pizzo d'Alvano, per poi favorire con un =
sapiente dosaggio di vincoli, di interventi diffusi di restauro ed un =
numero limitatissimo di opere, un nuovo equilibrio compatibile con i =
bisogni di lavoro e sviluppo delle popolazioni.

Forse per un'amministrazione pubblica =E8 pi=F9 facile gestire una =
grande opera realizzata da una ditta di costruzioni che non gestire un =
quotidiano servizio, anche se d=E0 risultati migliori. La costruzione di =
un canalone muove clientele e rendite infinite e soprattutto allarga tra =
gli elettori l'illusione che quel cemento li protegga, l'altra quella =
del buon governo della terra e dell'acqua richiede dedizione, capacit=E0 =
e volont=E0 di servizio quasi ovunque impensabili. Ma se vorremo che =
quel =ABmai pi=F9 un'altra Sarno=BB diventi una realt=E0 =E8 necessario =
incamminarsi per il sentiero stretto, a volte impopolare del buon =
governo della terra e delle acque.

(Hanno collaborato al lavoro qui riassunto: Gino Colombo, Claudio =
Pagano, Giancarlo Postiglione, Franco Ortolani, Beppe Gavioli e Bruono =
Miccio).


      Yahoo! Gruppi - Sponsor=20
    =20




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