[NuovoLaboratorio] Guerra agli Internazionali in Palestina

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著者: Elisabetta Filippi
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題目: [NuovoLaboratorio] Guerra agli Internazionali in Palestina
il governo israeliano ha dichiarato anche formalmente, dopo i due recenti
assassini e ferimenti di internazionali, guerra agli internazionali o come
vengono definiti "attivisti filopalestinesi.
 
la "road map" deve essere percorsa senza la presenza di testimoni. la pax di
sharon dopo la pace di bush in afghanistan e iraq.
 
segue in italiano e in inglese un articolo apparso su haaretz di oggi 2
maggio 2003.
traduzione di alfredo tradardi.
Elisabetta
 
h a a r e t z d a i l y . c o m  09:36 02/05/2003
Israele impedirà l’ingresso nel paese agli attivisti filopalestinesi
di Amos Harel and Aluf Benn
 
Israele impedirà da ora in poi l’ingresso nel paese degli attivisti
filopalestinesi  e tenterà di espellere alcuni delle dozzine di attivisti
che sono già qui, secondo un nuovo piano messo a punto dall’esercito e dai
ministeri della difesa e degli esteri.  
La maggior parte degli attivisti, provenienti dall’Europa, dal Canada e
dagli stati uniti, fanno parte dell’International Solidarity Movement (ISM).
Il loro obiettivo è di operare come  "human shields" (scudi umani) per i
palestinesi e per le case durante le incursioni dell’IDF (esercito
israeliano) nelle città palestinesi, e sono stati spesso coinvolti in
scontri con i soldati dell’IDF. Hanno anche tentato di aiutare i 
palestinesi a passare i posti di blocco dell’IDF.
Circa due mesi fa, una  attivista americana dell’ISM, Rachel Corrie, fu
travolta e uccisa da un   bulldozer dell’IDF a Gaza. I suoi colleghi hanno
accusato  il conducente del bulldozer  di averla travolta deliberatamente.
L’IDF respinge l’accusa e ha deciso di non incriminare il conducente. In
altri due casi recenti, attivisti internazionali sono stati seriamente
feriti dal fuoco dell’IDF  durante scontri nei territori.
La radio israeliana venerdì ha riportato che agenzie di stampa britanniche
hanno sostenuto che i due uomini coinvolti  nell’attacco suicida al Mike's
Place di Tel Aviv, martedì scorso erano entrati in  Israele in un auto
passata attraverso la frontiera di  Erez . I due avevano preso parte ad
azioni portate avanti da pacifisti nella striscia di Gaza.
L’IDF sostiene che molti dei cosidetti pacifisti sono dei  "provocatori" e
"incitatori alla rivolta " che deliberatamente interferiscono con il lavoro
dell’IDF, con l’obiettivo di infangare l’immagine di  Israele. Fonti
dell’esercito sostengono che in un caso, hanno scoperto che a Jenin gli
attivisti dell’ISM nascondevano un terrorista ricercato. Le fonti dell’IDF
sostengono che gli attivisti ricevono all’estero un training sui modi in cui
ingannare i servizi di controllo  all’aereoporto internazionale  Ben-Gurion
 per poter entrare nel paese.
Inoltre, sia l’esercito che il ministero degli esteri, temono che altri
cittadini stranieri potrebbero essere uccisi o feriti dall’IDF se sarà
permessa la continuazione delle attività dell’ISM.
L’attacco suicida di mercoledì a Tel Aviv, che è stato commesso da due
persone entrate in Israele con passaporti britannici, ha aggiunto una nuova
ragione al desiderio delle autorità di dare un giro di vite contro gli
attivisti stranieri  – il timore che altri terroristi dall’estero possano
entrare nel paese fingendosi pacifisti.
Ufficiali dell’IDF e del ministero degli esteri hanno tenuto un altro
incontro questa settimana e hanno deciso di dare istruzioni ai servizi di
sicurezza dell’aereoporto  Ben-Gurion e dei posti di frontiera con l’Egitto
e la Giordania per impedire l’ingresso di attivisti stranieri nel paese. In
aggiunta, gli ufficiali dell’IDF  che incontrassero questi attivisti in un
area militare chiusa riceveranno l’ordine di arrestarli, dopo di che saranno
espulsi da Israele.
Giovedì, l’IDF ha arrestato una attivista straniera durante la ricerca di
armi che arrivano a  Rafah nella striscia di Gaza attraverso tunnel. Fonti
dell’esercito hanno ditto che la donna era all’interno di una casa che era
da demolire. La donna è stata più tardi rilasciata e le è stato permesso di
rimanere nel paese, ma non di ritornare a Gaza.
 






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