[Cerchio] tormentoni e spossatezza

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Author: clochard
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Subject: [Cerchio] tormentoni e spossatezza
Mi ero proposto di stuzzicare e non potevo dire molto io, x forza dovevo
andare alla brutto Dio!
Marx era figlio del suo tempo - così rispondo a Tuula - ma mi rifiuto di
considerare il suo lavoro una variante della dialettica dell'Illuminismo.
Non offriva domani radiosi ai sui contemporanei: li chiamava alla lotta, al
di fuori di ogni determinismo storico.
E' anke vero ke larghe e spesso violente furono le resistenze
all'introduzione del "nuovo" regime, ma altrettanto diffusa era la stankezza
e l'odio per le precedenti, soffocanti gerarkie.
Questa parte di Marx, Paolo, mi sembra datata solo nel senso di
"pacificamente archiviata". Poi, il suo "meglio" era strettamente connesso
alle nuove possibiltà di lotta ke si diskiudevano, alle nuove alternative di
organizzazione umana. Non un panegirico ma un grido di battaglia!
Analogamente, non penso ke si debba esser contro la globalizzazione delle
relazioni in se stessa - anzi ho sempre pensato ke i compagni intorno a me
la vedessero allo stesso modo - ma contro una specifica configurazione di
tali relazioni (i trattati capestro, gli impicci delle corporation ke
giustamente denuncia Vittoria, su tutto questo siamo d'accordo, ci
mankerebbe!!! Come anke sul fatto ke violenza e sfruttamento sono ancora +
aumentati).
Il fatto è ke da un lato tale evoluzione era nelle cose e, dall'altro, in un
certo senso e con tutte le deformazioni del caso, è stata la risposta
capitalistica alla crisi e al ciclo mondiale di lotte degli anni '60 e '70.
Inoltre, se oggi ci sono le guerre di Bush, non dovremmo avere nostalgia di
una belle époque del pre-global: massacri e atrocità senza tregua,
nazionalisno, colonialismo, imperialismo.
Dicevo ke Vandana Shiva pone male la questione. Concediamole ke è difficile
farlo bene nello spazio di un articolo, ma è un fatto ke pone l'accento su
alcuni fenomeni sganciandoli dal loro retroterra o almeno saltando molti
passaggi logici.
Il comun denominatore di certi discorsi, non solo suoi, sembra la rimozione
della SUSSUNZIONE REALE.
Da tale rimozione scaturisce l'assunto ke le differenze locali siano, come
dire, naturali, preesistenti alla storia e al capitale. A me sembra una
baggianata, francamente!
Si pretende ke ci sia ancora qualcosa di "vergine", di "protetto", di
ESTERNO ai processi del capitale stesso.
Ecco ke, da malposte, queste posizioni diventano dannose, perkè sollevano
polveroni, perké, magari con le migliori intenzioni, occultano la
possibilità ke tali localismi possano essere prodotti dal e funzionali al
capitale globale stesso, perké, in definitiva, ostacolano l'individuazione
del nemico.
Sono d'accordo con Paolo quando dice ke l'internazionalismo proletario, ke
ha pur funzionato fino a 30 anni fa, ha esaurito la sua spinta.
Il nuovo ambiente contiene grandissime potenzialità di lotta e di
liberazione umana, ma i meccanismi di circolazione e diffusione
dell'antagonismo funzionano in un modo ke ancora non abbiamo imparato a
padroneggiare.
Evidentemente ci aspetta molto lavoro non alla brutto Dio. Ma se non amiamo,
giustamente, le concezioni provvidenzialistike della storia, dobbiamo
puntare tutto sulla nostra volontà e sui nostri desideri, attenti ad
evidenziare tutte le smagliature del nemico e i momenti in cui lo sviluppo
storico può aprire possibilità alternative.
Rapidamente: nazionalismo e terzomondismo sono un pericolo xké fuorvianti,
non xké attuali. Stati-nazione (usa a parte) e i, II, III, IV mondo non
esistono +: è tutto un sistema con aree dominanti e aree subalterne, ma
dinamico e continuamente modulato, pezzi di III mondo nel cuore del I e
viceversa.
Il pericolo è nel camminare voltati indietro...
Dice ancora Paolo:
>Prima che arrivassero gli zapatisti con la cosa del
>mondo che contiene molti mondi, un approccio che fosse insieme
>antinazionalista e tuttavia fondato su una molteplicità CRESCENTE, non solo
>da rispettare ma da incentivare, era un punto di vista del tutto
>impercettibile fuori da un certo ambito anarchico


Omaggio agli zapatisti e agli anarchici, ma talune propaggini del '68 ci
erano arrivate. Penso alle femministe e all'opera principale di Deleuze e
Guattarì, ke guarda caso ha titolo Mille Piani. Ne traggo spunto per dire ke
la molteplicità può non necessariamente legarsi a un territorio.
con stima e affetto

enrico





----- Original Message -----
From: "Pkrainer" <pkrainer@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Friday, May 02, 2003 11:06 AM
Subject: Re: [Cerchio] tormentoni e spossatezza


>
> ----- Original Message -----
> From: "clochard" <spartacok@???>
>
> > Avevo spedito il discutibile testo di Vandana Shiva - la globalizzazione

e
> > il suo declino - proprio per sfruculiare i compagni, ma nessuno ha
> raccolto
> > la provocazione. Forse il tormentone su Cuba ha lasciato spossatezza...
> > Discutibile, perké sebbene contenga molte verità si attesta su una linea
> di
> > difesa di ciò ke è locale, di resistenza all'accelerazione dei flussi

del
> > capitale. "Questa" globalizzazione porta tragedie, d'accordo, ma, come
> > sosteneva Marx, il capitalismo era sempre meglio delle forme di società

e
> > dei modi di produzione ke aveva soppiantato.
>
> non era meglio, al massimo portava con sè delle conseguenze positive; ma,

da
> una parte, credo che questo sia cessato da un pezzo; dall'altra credo che
> Marx avesse sottovalutato quanto di difesa del precedente legame sociale

ci
> fosse nel movimento operaio del suo tempo: insomma é uan delle parti più
> datate di Marx, andrei davvero cauto a riproporla così senza cautela
>
> E qui, invece, si cerca,
> > analogamente a quanto fa gran parte della sinistra e dello stesso
> movimento
> > no-global, di reintrodurre localismi - se non nazionalismi -, identità
> > superate, barriere.
>
>
> infatti credo, proprio a partire dalla propsota zapatista (sempre
> sottovalutata a quanto vedo anche da persone acute e attente: capisco che

i
> Disobbedeinti sono i peggiori amabasciatori e i più abusivi possibili...),
> che si tratta di spezzare il elgame mortale fra barriere e specificità.
> Perché il mondo che contiene molti mondi, >é un mondo in cui si abbattono

e
> non si elvano barriere. Da questo punto di vista c'é da registrare una
> cospicua involuzione
>
> > A mio avviso si tratta di posizioni reattive e, nonostante l'ammirazione

x
> > la combattività di alcuni suoi sostenitori, mal poste e dannose.
> > Ciao
> >
> > enrico
>
> un po' alla brutto Dio, no? non ti pare che la cosa sia un pochino meno
> semplice?
>
>
>


>