[Cerchio] nuova società per la realizzazione dei programmi d…

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Autor: clochard
Data:  
Assumpte: [Cerchio] nuova società per la realizzazione dei programmi di edilizia carceraria
Carceri, con una mano svendo con l'altra costruisco
      Al via una new company della Patrimonio spa
      R. I. Liberazione


      La notizia è di quelle "tecniche", che facilmente possono passare
inosservate: il consiglio di amministrazione della Patrimonio dello Stato
spa, approvando il piano Strategico per il 2003, ha autorizzato la
costituzione di una nuova società per la realizzazione dei programmi di
edilizia carceraria del ministero di Grazia e Giustizia. In realtà la
formula burocratica "impacchetta" un bel gioco delle tre carte.
      L'operazione è abbastanza semplice. Le carceri italiane, come è noto e
da tante parti denunciato, scoppiano: 53mila detenuti stivati in spazi che
potrebbero ospitarne al massimo 40mila. La soluzione scelta dal governo
Berlusconi e delineata già con la Finanziaria 2001, non è lo sfoltimento
della popolazione carceraria (tutti i provvedimenti di clemenza ipotizzati
nel frattempo sono stati clamorosamente insabbiati), ma al contrario, una
robusta iniezione di nuovo cemento e nuove sbarre: dal cappello
dell'esecutivo saltano fuori 22 istituti penitenziari da costruire. Per
sette (quelli da eedificare a Marsala, Nola, Cagliari, Sassari, Savona,
Rieti, Pordenone e Pinerolo) esistono gli stanziamenti, per gli altri (tra
cui le carceri che dovrebbero sorgere a Oristano, Camerino, Avezzano, Forlì,
Trento, Bolzano, Varese e Rovigo) no. Ma non c'è problema. Entra in campo la
Patrimonio spa, chiacchierata società creata dal Tesoro per "valorizzare il
patrimonio demaniale". Questa a sua volta decide di creare, appunto, una
"newco" ad hoc (alla quale dovrebbe partecipare lo stesso ministero di
Grazia e Giustizia) che prenderà in carico una ottantina di vecchie carceri,
le venderà e userà il ricavato per costruirne di nuove. Con la
partecipazione, ma guarda un po', di capitali privati. E via tutti felici
verso il modello statunitense, in cui come si sa quella dell'"ospitalità dei
detenuti" è una succulenta torta che si spartiscono floride imprese private
generosamente compensate dalle amministrazioni statali.


      Con qualche piccola "furbizia": la Patrimonio spa rende noto che le
prime (s) vendite riguarderanno istituti di pena di medie dimensioni in
città di provincia, senza toccare per ora luoghi simbolo come San Vittore,
Regina Coeli o Poggioreale, né case circondariali che abbiano un particolare
valore ambientale o artistico. Meglio non richiamare troppo l'attenzione,
insomma, evitare le possibili contestazioni di ambientalisti e amanti del
patrimonio storico-culturale. L'importante sarebbe riuscire a recuperare
rapidamente liquidità piazzando sull'avido mercato immobiliare delle nostre
città strutture spesso particolarmente appetibili perché ampie e collocate
nei centri storici.


      Un'operazione non difficile per la Patrimonio spa, impegnata in
contemporanea nella "cartolarizzazione" delle caserme e di 19 mila alloggi
appartenenti alla Difesa, ferocemente contestata dai militari e dal ministro
Martino.


      «Un'operazione che non risolverà nulla», commenta Graziella Mascia,
deputata di Rifondazione comunista. «Questo governo pratica politiche
proibizioniste e repressive, si muove nell'ottica della moltiplicazione dei
reati - basta pensare alle ultime uscite di Fini sul "fumo" - non affronta
nessun problema a monte, men che meno il disagio sociale, e poi punta sulla
costruzione di nuove carceri, salvo poi scoprire che i soldi non ci sono. Ed
ecco la vendita di "gioielli di famiglia", di pezzi del patrimonio pubblico,
per poi dare soldi ai privati che parteciperanno alla costruzione dei nuovi
istituti».


      Una politica «aberrante» secondo la deputata di Rifondazione, che
denuncia: «Girando per le carceri italiane come stiamo facendo, si tocca con
mano cosa significano i tagli, per esempio alle spese sanitarie: i direttori
non hanno soldi nemmeno per comprare i medicinali di prima necessità».