[Cerchio] L'impensabile diventa normale

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Szerző: clochard
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Nuovi Mondi Media


      L'impensabile diventa normale
      di John Pilger


      "Una mafia rampante governa oggi gli Stati Uniti e il Primo Ministro
ne è lo schiavo. Insieme svuotano del loro vero significato nobili parole:
liberazione, libertà e democrazia. La verità non detta è che dietro la
sanguinosa conquista dell'Iraq c'è la conquista di tutti noi: delle nostre
menti, della nostra umanità e del minimo rispetto che dobbiamo a noi stessi.
Se non diciamo e non facciamo nulla, la vittoria su di noi è assicurata."



La scorsa domenica, mentre assistevo fra il pubblico alla cerimonia di
assegnazione dei premi per la televisione della "British Association of Film
and Television Arts", sono rimasto colpito dal silenzio. C'erano molti fra
gli esponenti più influenti dell'élite liberal, gli scrittori, i produttori,
i drammaturghi, i giornalisti e i manager della nostra principale fonte di
informazione, la televisione; e nessuno ha rotto il

silenzio. Era come se fossimo stati disconnessi dal mondo esterno: il mondo
del potere rapace e selvaggio e dei grandi crimini commessi dal nostro
governo e dei suoi padroni stranieri. L'Iraq è il "precedente", dice il
regime di Bush, che ogni giorno sempre più si avvicina alla definizione del
fascismo di Mussolini: la fusione di uno stato militarista e del potere
capitalistico. L'Iraq è un precedente anche per i liberal occidentali.
Mentre in questo paese provato la sofferenza cresce, sulla BBC si discute
sulla scelta della prossima conquista, Siria o Iran, come se si trattasse
della Coppa del Mondo.
L'impensabile viene normalizzato. Il saggista americano Edward Hermann ha
scritto: "Di solito fra il fare e il razionalizzare l'impensabile c'è una
divisione del lavoro, con il brutalizzare e l'uccidere compiuto da un gruppo
di individui?mentre altri lavorano a migliorarne la tecnologia (un miglior
gas per bruciare, un napalm che aderisce meglio ed è in grado di bruciare
più a lungo, frammenti di bombe a grappolo di tipologie difficili da
individuare). La funzione degli esperti e dei media dominanti è normalizzare
l'impensabile per tutta la gente".

Herman ha scritto queste cose dopo la Guerra del Golfo del 1991, le cui
immagini notturne dei bulldozer americani che seppellivano migliaia di
coscritti irakeni adolescenti -molti dei quali vivi cercavano di arrendersi-
non sono mai state mostrate. Così la carneficina venne normalizzata. Uno
studio del Medical Educational Trust, pubblicato prima del Natale del 1991,
rivelò che più di 200.000 Irakeni fra uomini, donne e bambini furono uccisi
o morirono come risultato diretto dell'attacco americano. Questo fu appena
riportato e la natura omicida della "guerra" non è mai entrato nella
coscienza pubblica di questo paese, per non parlare di quella dell'America.

La deliberata distruzione dell'infrastruttura civile irakena, come le fonti
energetiche, l'acqua e le piante selvatiche, insieme con l'imposizione di un
embargo barbaro come un assedio medioevale, ha prodotto un livello di
sofferenza che in Occidente non è mai stato pienamente capito. Era possibile
averne la prova documentata, interi libri; dalla fine degli anni '90
morivano ogni mese più di 6.000 bambini e i due dirigenti responsabili delle
Nazioni Unite per gli aiuti umanitari all'Iraq, Denis Halliday e Hans von
Sponek, si dimisero, protestando contro l'agenda segreta dell'embargo.
Halliday lo chiamò "genocidio".

Solo lo scorso luglio gli Stati Uniti, sostenuti dal governo Blair, hanno
deliberatamente bloccato aiuti umanitari per 5,4 miliardi di dollari,
consistenti in vaccini, plasma e antidolorifici, che l'Iraq aveva pagato e
il Consigli di Sicurezza dell'ONU aveva approvato.

L'attacco dello scorso mese condotto dalle due più grandi potenze militari
contro una popolazione demoralizzata, debole e assolutamente indifesa è la
logica prosecuzione di questa barbarie. Ora questo viene chiamato "vittoria"
e vengono fuori le bandiere. La scorsa settimana il sottomarino HMS
Turbolent è ritornato a Plymouth, sventolando la Jolly Roger, il simbolo dei
pirati. Nulla di più appropriato. Questa macchina dotata di armamento
nucleare ha sparato sull'Iraq 30 missili da crociera americani Tomahawk.
Ogni missile costa 700.000 sterline: un totale di 21 milioni di sterline.
Solo questo sarebbe bastato per rifornire la disperata Bassora di cibo,
acqua e medicine.

Immaginate un po': cosa hanno colpito i 30 missili del comandante Andrei
McKendrick? Quanta gente (fra cui quasi il 50% è di bambini) hanno colpito o
mutilato? Forse, Comandante, lei ha colpito un palazzo con tappeti dorati
nelle stanze da bagno o una "struttura di comando e di controllo" come agli
Americani e a Geoffry Hoon piace mentire. O forse ogni suo missile aveva un
congegno sensibile che poteva distinguere i "malvagi" di George Bush dai
bambini che imparano a camminare. Certo è che i suoi bersagli non
comprendevano il ministero del petrolio.

Quando è iniziata l'invasione, il pubblico inglese è stato chiamato a
"sostenere" i soldati mandati illegalmente e in maniera non democratica ad
uccidere della gente con cui non avevamo nulla per cui litigare. "la prova
definitiva della nostra professionalità", così il comandante McKendrick
descrive un attacco non provocato contro una nazione senza sottomarini,
senza marina e senza aviazione, ed ora senza acqua potabile, senza
elettricità e, in molti ospedali, senza anestetici per amputare piccoli arti
dilaniati dai proiettili shrapnel. Io ho visto da un'altra parte come si fa:
con un bavaglio sulla bocca del paziente.

Un bambino, Ali Ismaeel Abbas, il ragazzo che ha perso genitori e braccia in
un attacco missilistico, è stato trasportato in aereo in un moderno ospedale
del Kwait. La pubblicità l'ha salvato. Tony Blair dice che "farà tutto il
possibile per salvarlo". Questo deve essere l'ultimo insulto alla memoria di
tutti i bambini dell'Iraq, che sono morti di morte violenta nel corso della
guerra di Blair, e come risultato dell'embargo che Blair ha sostenuto in
maniera entusiastica. Il salvataggio di Ali sostituisce il nostro diritto di
conoscere la grandezza del crimine commesso in nostro nome contro la
gioventù con uno spettacolo mediatico di carità. Ora fateci vedere le
immagini della "camionata di dozzine di donne e bambini fatti a pezzi" che
hanno visto i medici della Croce Rossa.

Mentre Ali veniva trasportato in aereo in Kwait, gli Americani impedivano a
"Save The Children"

(Salvate i bambini, ong umanitaria[nota del traduttore]) di mandare un aereo
con aiuti sanitari nel Nord dell'Iraq, dove ci sono 40.000 disperati.
Secondo l'ONU metà della popolazione dell'Iraq ha cibo sufficiente per
resistere poche settimane. Il responsabile del World Food Program dice che
40 milioni di persone nel mondo sono ora seriamente a rischio per lo
scompiglio portato dal disastro umanitario in Iraq.

E questa è la "liberazione"? No, è una conquista sanguinosa, testimoniata
dalla rapina di massa operata dagli Americani sulle risorse e sulla
ricchezza naturale dell'Iraq. Chiedete alle folle nelle strade, per le quali
la paura e l'odio che provavano per Saddam Hussein è stato trasferito,
praticamente nel giro di una notte, su Bush e Blair, e forse su di "noi".

La grandezza della follia e del crimine di Blair è tale che la ricerca di
sue giustificazioni è pressante. Parlando in sua difesa, Andrew Marr,
editorialista politico della BBC, ha sostenuto: "(Blair) ha detto che
avrebbero preso Baghdad senza un bagno di sangue e che alla fine gli Irakeni
le avrebbero acclamati. E su entrambi questi punti alla fine ha provato di
aver ragione".

In che cosa consiste un bagno di sangue secondo l'uomo della BBC a Downing
Street? Il termine definisce bene l'uccisione di 3.000 persone nelle Twin
Towers di New York? Se la risposta è sì, allora le migliaia di persone
uccise in Iraq nell'ultimo mese è un bagno di sangue. Un resoconto dice che
più di 3.000 Irakeni sono stati uccisi in 24 ore o meno. O i difensori (di
Blair) sostengono che le vite di un certo tipo di esseri umani ha meno
valore di quelli che noi riconosciamo come tali? La svalutazione della vita
umana è sempre stato essenziale per perseguire la logica di potenza
imperiale, dal Congo al Vietnam, dalla Cecenia all'Iraq.

Se, come ha scritto Milan Kundera, "la lotta del popolo contro il potere è
la lotta della memoria contro l'oblio", allora non dobbiamo dimenticare. Non
dobbiamo dimenticare le bugie di Blair sulle armi di distruzione di massa
che, come dice ora Blix, si fondavano su una "prova costruita ad arte". Non
dobbiamo dimenticare i suoi insensibili tentativi di negare che un missile
americano aveva ucciso 62 Irakeni nel mercato di Baghdad. E non dobbiamo
dimenticare il motivo del bagno di sangue. Lo scorso settembre, nel
presentare la sua strategia per la sicurezza nazionale, Bush rese noto che
l'America intendeva dominare il mondo. L'Iraq era in realtà il "precedente".
Il resto era solo finzione.

Non dobbiamo dimenticare che per la prima volta un ministro inglese alla
difesa ha annunciato che il suo governo era pronto a lanciare un attacco con
ordigni nucleari. Naturalmente faceva eco a Bush. Una mafia rampante governa
oggi gli Stati Uniti e il Primo Ministro ne è lo schiavo. Insieme svuotano
del loro vero significato nobili parole: liberazione, libertà e democrazia.
La verità non detta è che dietro la sanguinosa conquista dell'Iraq c'è la
conquista di tutti noi: delle nostre menti, della nostra umanità e del
minimo rispetto che dobbiamo a noi stessi. Se non diciamo e non facciamo
nulla, la vittoria su di noi è assicurata.

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