Autor: clochard Data: Assunto: [Cerchio] Le guerre di George W. Bush, un caso di Edipo riuscito
Le guerre di George W. Bush, un caso di Edipo riuscito
11 SETTEMBRE -IRAQ I segreti inconfessabili: controinchiesta in un libro
«Fandango» di Eric Laurent, inviato di
«Le Figaro»
TOMMASO DI FRANCESCO il Manifesto
In questi giorni è uscito un libro prezioso, «La Guerra dei Bush, i segreti
inconfessabili di un conflitto» (Fandango Libri, euro 16,50), di Eric
Laurent, esperto di politica internazionale e famoso inviato di Le Figaro.
Un libro che propone di «passare dall'altra parte dello specchio per
scoprire che i Bush non solo hanno cenato con il diavolo, ma sono stati suoi
ospiti» Abbiamo incontrato a Roma l'autore
Quali sono i segreti inconfessabili della guerra d'aggressione all'Iraq a
cui stiamo assistendo, ora che la guerra è nella sua fase di conquista e
occupazione militare?
I segreti inconfessabili di questa guerra, vista alla luce del proclamato
legame tra Saddam Hussein e bin Laden, sono almeno due. Il primo è un
mistero assolutamente sconcertante, ed è quello che lega la famiglia Bush
alla famiglia bin Laden, un legame che dura da almeno 25 anni. Si tratta di
relazioni strettissime, fatte di alleanze e cooperazione finanziaria
fortissima, che hanno avuto origine quando il presidente George Bush padre
era impegnato nella sua attività di petroliere ed è stato salvato dal
fallimento grazie all'intervento di un banchiere saudita che si chiamava Bin
Mahfouz, il banchiere di bin Laden e della famiglia reale saudita e che per
salvarlo dal fallimento finanziario gli ha prestato 26 milioni di dollari
presso l'Unione delle banche svizzere e della Bcci, l'organismo bancario
finanziario considerato dalle stesse autorità giudiziarie statunitense come
il principale organismo finanziario internazionale coinvolto nel terrorismo
internazionale e nel riciclaggio del denaro della droga. Bene, la Bcci era
controllata per il 20% dal signor Bin Mafhouz: primo punto, George Bush è
stato sostenuto dal denaro del crimine organizzato; secondo punto, Bin
Mahfouz si è rivelato essere, grazie alle recenti inchieste, uno dei
principali sostenitori di al Qaeda. Inoltre il fratellastro di Osama, Salem
bin Laden che dirigeva il gruppo finanziario e imprenditoriale, aveva un
uomo di fiducia, Jim Bath, che gli curava gli affari in Texas. Morì Salem
bin Laden in uno strano incidente aereo. Jim Bath, stretto amico di George
Bush, aveva rilevato gli aerei della Cia e investito - con un probabile
prestito di Salem bin Laden - nella società Arbusto di Bush. Tra le
operazioni finanziarie di Salem bin Laden, c'era il riacquisto
dell'aeroporto di Houston, e dopo la sua morte la sua quota venne rilevata
da Khalid Bin Mahfouz, proprietario fra l'altro della più importante banca
saudita. Avevano anche lo stesso avvocato per i loro interessi, James Baker,
a suo tempo segretario di stato di Bush padre. Ora il legame di interessi e
affari è continuato anche durante questa guerra, dato che c'è un fondo
d'investimenti privato americano, il primo fondo privato del paese, il fondo
Carlyle, che possiede un attivo di 16 miliardi di dollari, è tra i
principali produttori di armi, il fondo Carlyle è diretto dagli anziani
della Cia e del Pentagono e ha tra i suoi attuali dirigenti George Bush
padre e George Bush padre amministra contratti in questo momento con il
Pentagono (vale a dire con l'Amministrazione Usa diretta da suo figlio) e in
questi giorni i carri armati Bradley sono fabbricati da un'impresa
controllata dalla Carlyle, i missili bombardati sulle città irachene sono
fabbricati da un'azienda controllata dalla Carlyle, e la Carlyle è stata per
lungo tempo l'impero di George Bush che ha stato il direttore di un'altra
azienda che si chiamava Caterer tra le principali fornitrici americani di
pezzi di ricambio per le compagnie d'aviazione (militari e civili). Bush era
legato al gruppo Carlyle nel momento in cui questo aveva relazioni molto
strette con la famiglia bin Laden che partecipa alla gestione de fondo
d'investimenti, guadagnando attivamente dai risultati della guerra attuale.
Dunque il mondo e gli Usa non sapranno mai nulla sulle responsabilità vere
dell'11 settembre 2001, visto che saltano a ripetizione i presidenti delle
commissioni indipendenti d'inchiesta nominate da Bush controvoglia, prima
con la nomina del poco «indipendente» Kissinger e poi con quella di Thomas
Kean, ex governatore del New Jersey, legato al gigante petrolifero Amerada
Hess e alla joint venture di questo con la Delta Oil di Khalid bin Mahfouz?
Sì, non sapremo mai più nulla. La crisi che gli Usa e il mondo stanno
attraversando ricorda da questo punto di vista il periodo delle trame oscure
relative all'assassinio del presidente John Kennedy. La presidenza degli
Stati uniti in più si circonda di una leadership oscurantista ben
rappresentata da Richard Perle. Parafrasando quello che Hollywood diceva del
regista Eric Von Stroheim, «ecco un uomo che vorrei odiare». Questo staff
presidenziale «ama odiare» il consenso bipartisan su cui si fonda la
democrazia americana, così come detesta lo stretto - storico, finora -
confronto avuto dagli Stati uniti con la democrazia europea.
Da dove nasce l'accanimento di Bush figlio contro l'Iraq, mentre Bush padre,
negli anni `80, ha contribuito a finanziare e armare Saddam Hussein, nella
guerra all'Iran, nella guerra interna ai kurdi e poi provocando l'invasione
del Kuwait?
I motivi strutturali li ho spiegati. L'accanimento invece deriva
probabilmente da una vicenda edipica. Citano i commentatori americani che il
chiacchierato Bush jr. durante la prima campagna elettorale del padre se ne
uscì pubblicamente in una intervista tv a dire che avrebbe preferito, per
farla finita con la sua sudditanza, che il padre perdesse le elezioni. Ecco
che la guerra autorizza l'interpreatzione di un Edipo riuscito, cioè
completamente emancipato.
Questa guerra aiuta a «sciogliere» i misteri e i segreti della famiglia
Bush?
No. La guerra, a partire dalla decisione di attacco del 20 marzo, fa
aumentare a dismisura una fitta coltre di nebbia. Nessuno però deve
dimenticare il confine interiore rappresentato ormai per la coscienza e
l'esperienza americana dalla vicenda Carlyle.