Autore: norma Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] un'ora in silenzio per la pace
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per la globalizzazione dei diritti
Nell'Iraq "pacificato" e "democratizzato" si continua a morire, ma la
ricostruzione garantirà certamente buoni affari. E l'esercito italiano,
anche grazie alla benevola astensione dell'ulivo, preparerà la strada agli
italiani più intraprendenti.
La legge 185, recentemente modificata in senso più liberale, permetterà
presto anche all'Italia di partecipare al rinnovamento dell'armamento
iracheno (una demcrazia così fresca avrrà certamente bisogno di mezzi di
difesa convenzionale; per l'armamento chimico, e per le cosiddette armi di
distruzione di massa meglio aspettare un altro po', tanto i protettori
statunitensi ne hanno da buttare).
Nel resto del mondo, intanto, continuano tranquillamente i trentadue
conflitti attualmente in corso: ottimi anche questi per garantire buoni
affari all'imprenditoria armiera italiana.
I pacifisti non sono riusciti a fermare la guerra, ma hanno messo in atto
una serie di iniziative che hanno denunciato il pesantissimo coinvolgimento
italiano, allargato l'area del dissenso e coinvolto persone che non
partecipano di solito ad iniziative di piazza: pensiamo ad esempio al blocco
nonviolento dei treni che trasportavano armi, alla capillare esposizione di
bandiere arcobaleno, alle mille manifestazioni in ogni città.
Tra queste si colloca l'ora in silenzio per la pace, giunta ornai alla
settantaquattresima settimana, Anche per mercoledì 30 aprile l'appuntamento
è dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova