Autore: antonio bruno Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] Che fare adesso?
At 23.13 27/04/03 +0200, statodiallucinazione@??? wrote: >Riflessione a caldo: sulle modalit=E0 di campagna elettorale per il referendum regionale dobbiamo fare autocritica, critica o tutto e due? >Possibile che anche a Genova, zona tradizionalmente rossa, il quorum sia stato inferiore al 35 %?! >Che fare?
e' necessario analizzare il voto con serenita' e realismo.
anche e soprattutto in vista del prossimo referendum sull'articolo 18 del
15 giugno.
il voto a pegli, ad esempio dimostra che rispetto ai voti precedenti della
sinsitra circa 8200 si sono persi circa 1000 voti.
Alcuni sono il voto cattolico, altri elettori di sinistra che sono andati
in vacanza o che si sono distratti.
Percentuale voti validi poco piu' del 30 per cento.
Ragioniamo sul prossimo referendum di giugno.
E' sui temi del lavoro, forse un mondo piu' mobilitabile (in astratto) di
quello della scuola.
Ma quanti sono in genere gli elettori in Italia?
Supponiamo il 70 per cento (largheggiamo).
Quanti sono di sinistra?
Supponiamo la meta' (largheggiamo).
Se tutti andassero a votare sarebbe il 35 per cento dei votanti !!!
In piu' (in meno) rispetto al referendum ligure oltre alla Margherita
schierata sull'astensione ci sara' parte consistente dei DS.
Lo stesso anche per quanto riguarda la CISL e la UIL.
Certo, sara' il 15 giugno e non il 27 aprile dentro un ponte, pero' le
scuole snono finite etc. etc.
Insomma io non mi farei molte illusioni (con pericolosi contraccolpi
psicologici).
Il problema e' che il referndum, piaccia o non piaccia, puo' essere oggi
uno strumento di piccoli gruppi per affermare un ruolo di contrattazione o
di identita' ma non piu' uno strumento per cambiare.
Certo, incitare all'astensione fa parte di una strategia che minimizzi il
ruolo della gente e massimizzi quello dei centri fdi potere (partiti e
consorterie), ma non dimentico che anche io, insieme ad altri ho fatto
propaganda astensionistica contro il referendum che estendeva il
maggioritario (e per una manciata di voti siamo riusciti a farlo fallire).
Certo, sarebbe auspicabile togliere il quorum dalle consultazioni
referendarie e inserirlo in quelle elettive (se un sindaco o un
parlamentare nel maggioritario non prende almeno il 30 - 40 per cento di
voti non viene eletto) ma purtroppo non e' questa la realta', adesso....
E pero' ci troviamo il referendum del 15 giugno e dobbiamo fare di tutto
per vincerlo (o perderlo almeno con il 30 per cento dei voti).
Ma non possiamo limitarci ai dibattiti tra noi che siamo gia' convinti, ne'
alle tonnellate di volantini messe nelle cassette e date sui lungomare.
Non bastano.
Dovremmo cercare di inventare qualcosa di incisivo a livello mediatico (ma
comprensibile anche alle persone normali) e di incotrare - parlare con la
maggioranza silenziosa che vive accanto a noi e che noi (io per primo) non
riusciamo a coinvolgere neanche in una discussione.
chissa'.
antonio bruno