[Cerchio] guerriglia a buenos aires

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Autor: Emiliano Bussolo
Data:  
Assunto: [Cerchio] guerriglia a buenos aires
GUERRIGLIA PER LE STRADE DI BUENOS AIRES DOPO LA TENTATA RIOCCUPAZIONE
DELLA FABBRICA TESSILE "BRUKMAN" DA UN ANNO E MEZZO "BAJO CONTROL
OBRERO"



All'alba del 18 aprile 2003, autobús di linea hanno scaricato
centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa dinanzi alla fabbrica
tessile Brukman, occupata da un anno e mezzo dalle lavoratrici e giá
piú volte sgomberata e rioccupata; dopo aver violentemente liberato lo
stabile dalle 4 donne che si trovavano all'interno e sequestrato
macchinari, merci, computers, documenti e quant'altro fosse ritenuto di
"particolare interesse" da parte del super commissario Roncatti in
action, la polizia federale argentina ha preventivamente innalzato le,
ormai consuete grate di ferro, attorno a tutto l'isolato, nel tentativo
di contenere i probabilissimi sommovimenti che ne sarebbero conseguiti.

Nel giro di un'ora, da ambedue i lati delle ringhiere, si sono
concentrate centinaia di persone, fino ad arrivare, quando la zona era
purtroppo giá abbondantemente militarizzata, a circa 5000, di cui una
buona maggioranza con il chiaro propósito di rioccupare.

Come sempre accade, i raggiri di organizzazioni "popolari", partitini e
burocrati vari, a cui purtroppo le stesse lavoratrici, inizialmente
piú decise, hanno finito col dare spago,hanno spento la rabbia dei
presenti a suon di nuovi appuntamenti, attese per possibili accordi mai
avvenuti, dichiarazioni pubbliche in cui si annunciava la rioccupazione
per il lunedí successivo...nel frattempo, la polizia e la gendarmeria
hanno avuto il tempo di organizzarsi, chiudere tutte le vie fuga della
zona, armarsi di blindati, cani, idranti, gas scaduti... finché,
giunto il tanto annunciato giorno, in cui migliaia di persone si sono
radunate nei pressi con la chiara minaccia di avanzare ad ogni costo,
é bastato che quattro lavoratrici forzassero il "recinto", perché si
desse sfogo all' insaziabile voglia di repressione..tutta l'Avenida
Jujuy é stata letteralmente "imbiancata"dai densi gas lacrimogeni (di
chissá quale secolo) che, oltre ad ardere incredibilmente,
scomponevano malamente, esponendoti ancor piú alla pioggia di
pallottole di gomma e qualcuno (dato i 2 feriti per armi da fuoco e
diversi bossoli rinvenuti) anche di piombo. L'ordine é stato dato dai
giudici di Cassazione Bonorino Peró e Piombo, in carica sin
dall'ultima dittatura, che hanno testualmente dichiarato "La vita e
l'integritá física non hanno supremazia sopra gli interessi
economici ".

Poca resistenza, in un primo momento, malgrado gli annunci e l'effettiva
preparazione che quei pochi giorni avevano almeno garantito. Gli sbirri,
dopo la dura dispersione dei manifestanti e la detenzione dei primi 20,
hanno continuato ad avanzare, fuoriuscendo da ogni traversa, giungendo
con ogni tipo di mezzo, hanno chiuso a morsa diversi gruppi
inmediatamente arrestati, altri sono stati rincorsi o ricercati fin
dentro le case private dove alcuni si erano rifugiati, a volte,
purtroppo, grazie alla sporca collaborazione di qualche commerciante,
garagista...un vera e propria caccia all'uomo ha preso piede nel
quartiere Once, dove la gente, benché in un primo momento dispersasi,
si é poi ricompattata a gruppi, rivoltando e incendiando auto come
ostacolo per l'avanzata delle moto, dei furgoni e dei veicoli dai vetri
oscurati ( ben noti sin dalla dittatura per modello e pratiche)che si
moltiplicavano con il trascorrere del tempo. E' stato occupato un
autobús di linea poi incendiato e sabotato diverse banche lungo il
cammino.
La maggior parte della gente si é infine concentrata nella Facoltá
di Psicologia e nell'ospedale per bambini Garraham.
L'ospedale, a ben 25 isolati di distanza da Brukman, essendo stato il
punto di confluenza di molti piqueteros, é stato il primo ad essere
represso; alla richiesta degli sbirri che i manifestanti si
consegnassero pacíficamente, é stata data ovvia risposta negativa,
fattore che ha scatenato inmediatamente un pioggia di gas dentro
l'ospedale, dove erano presenti, naturalmente, i ricoverati. C'é
dovuto del tempo, peró, perché la polizia rinunciasse nell'intento e
lasciasse defluire liberamente le persone.
Similmente, nella facoltá di Psicologia, in cui era convogliata
moltissima gente, é stata bloccata la strada e infrentato i molti
poliziotti in tenuta antisommossa che come in una fiction aveano
iniziato a correre per le strade armati e in fila. Una pattuglia é
stata incendiata e un poliziotto, finito stranamente in mezzo alla
folla, linciato finché non ha, sempre misteriosamente, trovato una
porta aperta in una serranda abbassata, da cui é uscito solo con
l'ambulanza (anch'essa, naturalmente, dovutamente danneggiata)...
A breve, resa impotente dal veto di penetrare nell'Universitá, la
polizia Federale, ha pensato bene di lanciare gas lacrimogeni fin
dentro la facoltá, col chiaro intento di detenere chiunque uscisse,
oltre a tutti detenuti piú o meno casuali che avevano raccolto in
quelle ore nei dintorni della fabbrica e nei pressi della stazione dove
presumevano, evidentemente, che tutti i passanti "sospetti" fossero
piqueteros di ritorno nei "sobborghi".

Il resoconto finale é di 120 arresti ufficiali, 2 feriti d'arma da
fuoco, centinaia di feriti da pallottola di gomma, molti sul volto, e
contusioni varie.
20, peró, i poliziotti feriti.

Questo é solo l'inizio della nuova ondata di repressione argentina,
tra sgomberi di ogni sorta, minacce dirette e casi di desaparición,
aleggiano ricordi di un passato mai del tutto svanito, anzi forse un po'
"modernizzato"...qualcosa, peró, nell'aria sembra cambiato..a
vedere...