----- Original Message -----
From: "clochard" <spartacok@???>
To: <movimento@???>; <cerchio@???>;
<libertari@???>
Sent: Wednesday, April 23, 2003 1:19 PM
Subject: [movimento] Ridateci la nostra democrazia
> Nonostante l'annacquamento riformista, mi sebra ke leggerlo valga la pena
>
>
>
> La nostra democrazia
>
> EDWARD SAID dal quotidiano anticomunista Il Manifesto
^^^^Non è che cerchi pelo dell'anticomunismo nell'uovo?:-)))))
tuula
che ama la Rossanda anche quando non la condivide..;)
c'aggia fa..!
p.s e poi l'articolo è utile.., grazie caro Enrico 'anticomunista' ..;)) >
> In un discorso al Senato il 19 marzo, primo giorno della guerra contro
> l'Iraq, il senatore democratico del West Viriginia Robert Byrd ha chiesto:
> «Che cosa sta accadendo a questo paese? Quand'è che siamo diventati una
> nazione che ignora e rimprovera i nostri amici? Quando abbiamo deciso di
> rischiare di minare l'ordine internazionale adottando un approccio radicale > e dottrinale per usare la nostra incredibile potenza militare? Come possiamo > abbandonare la diplomazia quando il mondo in tumulto la implora?» Nessuno si > è preoccupato di rispondere, ma mentre la macchina militare americana
> attualmente in Iraq si muove impaziente verso altre direzioni, queste
> domande conferiscono urgenza alla questione del fallimento, se non della
> corruzione, della democrazia.
>
> Analizziamo che cosa ha provocato la politica americana in Medioriente da
> quando George W. Bush è al potere. Anche prima delle atrocità dell'11
> settembre, Bush e il suo team avevano dato al governo di Ariel Sharon
> libertà di colonizzare West Bank e Gaza, di uccidere e arrestare la gente a > suo piacimento, di demolire case, espropriare terre e imprigionare la gente > con coprifuoco e blocchi militari. Dopo l'11 settembre, Sharon ha
> semplicemente accodato il suo carro alla carovana della «guerra al
> terrorismo» e ha intensificato le sue scorrerie unilaterali contro una
> popolazione civile indifesa e sotto occupazione, a dispetto delle
> risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiedono a Israele di
> ritirarsi e desistere dai suoi crimini di guerra e dalle sue violazioni dei > diritti umani.
>
> Nell'ottobre del 2001 Bush ha promosso l'invasione dell'Afghanistan, che si > è aperta con un bombardamento intensivo e dal cielo (una tattica militare
> «antiterroristica» che somiglia al terrorismo ordinario nei suoi effetti e
> nella sua struttura) e a dicembre aveva già insediato un regime assistito,
> senza poteri effettivi oltre Kabul. Non ci sono stati sforzi significativi
> da parte degli Stati uniti per la ricostruzione e sembra che il paese sia
> ritornato alla sua vecchia e abietta situazione.
> Dall'estate del 2002, l'amministrazione Bush ha condotto una campagna di
> propaganda contro il dispotico governo dell'Iraq, e con il Regno unito - non > essendo riuscito a spingere il consiglio di sicurezza ad assecondarla - è
> sceso in guerra.
> Dallo scorso novembre il dissenso è scomparso dai media principali,
> inghiottito da una sovrabbondanza di ex generali e da una spruzzatina di
> esperti del terrorismo recente usciti dai think tank della destra di
> Washington. Chi osava criticare è stato etichettato come anti-americano da
> accademici mancati, elencato nei siti web come un accademico «nemico», non
> allineato. Le poche figure pubbliche che criticavano hanno avuto le loro
> email intasate, la loro vita minacciata, le loro idee liquidate da
> commentatori mediatici eletti a sentinelle della guerra americana. Si è
> pubblicato un fiume di materiale che equiparava la tirannia di Saddam
> Hussein non solo al male, ma ad ogni crimine conosciuto. Alcune di queste
> accuse erano effettivamente corrette, ma ignoravano il ruolo giocato dagli
> Stati uniti e dall'Europa nell'aiutare la crescita di Saddam e mantenerne il > potere. L'egregio Donald Rumsfeld ha fatto visita a Saddam agli inizi degli > anni `80, garantendo l'appoggio Usa alla sua catastrofica guerra contro
> l'Iran. Le corporation americane hanno fornito materiali nucleari, chimici e > biologici utilizzati nelle presunte armi di distruzione di massa, poi
> opportunamente cancellati dai registri pubblici.
>
> Tutto ciò è stato deliberatamente oscurato dal governo e dai media,
> impegnati a costruire il caso per distruggere l'Iraq. Saddam è stato
> accusato, senza prove o con informazioni fraudolente, di nascondere armi di > distruzione di massa considerate una minaccia diretta agli Stati uniti. Le
> terribili conseguenze dell'intervento anglo-americano in Iraq stanno
> cominciando ad emergere, con la calcolata distruzione delle moderne
> infrastrutture del paese, il saccheggio di una delle civiltà più ricche del > mondo, il tenativo di rimettere in gioco «esuli» buffoni abbinati alle
> corporation, nella ricostruzione del paese, e con l'appropriazione del suo
> petrolio e del suo destino. E' stato ipotizzato che Ahmad Chalabi, per
> esempio, potrebbe firmare un trattato di pace con Israele: difficilmente è
> un'idea irachena. E la società Betchel si è già assicurata un contratto
> enorme.
>
> Siamo di fronte al quasi totale fallimento della democrazia: la nostra, non > quella irachena. Si dice che il 70% degli americani sostiene tutto questo,
> ma non c'è nulla di più manipolato di sondaggi che chiedono a 465 americani > «se sostengono il nostro presidente e le truppe in tempo di guerra». Come ha > detto il senatore Byrd, «c'è un senso diffuso di fretta e di rischio, e
> troppe domande senza risposta. Un manto è sceso sopra il Senato. Stiamo
> evitando il nostro dovere solenne di dibattere l'argomento principe nelle
> menti di tutti gli americani, anche quando decine di nostri figli e figlie
> stanno facendo il loro dovere in Iraq».
>
> Sono convinto che questa sia stata una guerra truccata, inutile e
> impopolare. Le istituzioni reazionarie di Washington che hanno generato
> Wolfowitz, Perle, Abrams e Feith rappresentano un'atmosfera morale e
> intellettuale insalubre. Documenti politici girano senza una reale
> revisione, fatti propri da un governo che richiede giustificazioni alle sue > politiche illecite. La dottrina della prevenzione militare non è mai stata
> approvata dagli americani o dai loro rappresentanti. Come possono i
> cittadini ribellarsi alle lusinghe offerte al governo da compagnie come
> Halliburton e Boeing? L'individuazione di una via strategica per
> l'establishment militare più molle della storia è lasciata in mano a gruppi > di pressione ideologici (cioè a leader fondamentalisti cristiani), a ricche > fondazioni e lobby private come Aipac, l'American-Israel Public Affairs
> Committee. Sembra così enormemente criminale che parole importanti come
> democrazia e libertà vengano espropriate, usate per mascherare devastazioni, > occupazioni di territori e mire egemoniche. Il programma statunitense per il > mondo arabo è diventato lo stesso programma di Israele. Assieme alla Siria, > l'Iraq rappresentava una volta l'unica seria minaccia militare per Israele e > per questo doveva essere eliminata.
>
> Inoltre, che cosa significa liberare e democratizzare un paese quando
> nessuno ti ha chiesto di farlo e quando, in questo processo, lo occupi
> militarmente senza essere in grado di preservare la legge e l'ordine? Quale > inganno della pianificazione strategica è quello per cui si dà per scontato > che i «nativi» saluteranno con gioia la tua presenza dopo che li hai
> bombardati e tenuti in quarantena per tredici anni.Una ridicola idea sulla
> beneficenza americana si è impadronita di ogni singolo livello dei media.
> Scrivendo di una vedova settantenne di Baghdad che gestiva un centro
> culturale nella sua casa distrutta dai raid americani e che adesso è
> furibonda, il giornalista del New York Times Dexter Filkins implicitamente
> la castiga per la sua «vita confortevole sotto Saddam Hussein», e piamente
> disapprova la sua tirata contro gli americani, «e da una laureata alla
> London University».
>
> Aggiungendo alla frode delle armi di distruzione di massa non trovate le
> Stalingrado che non ci sono state, non sarei sorpreso se Saddam fosse
> scomparso repentinamente grazie ad un accordo fatto a Mosca per lasciare che > lui, la sua famiglia e i suoi soldi se ne andassero in cambio del paese. La > guerra era andata male per gli Usa al sud, e Bush non poteva rischiare lo
> stesso a Baghdad. Il 6 aprile, un convoglio russo che si apprestava a
> lasciare l'Iraq è stato bombardato. Condi Rice è apparsa in Russia il 7
> aprile. Baghdad è caduta il 9 aprile.
>
> Ciononostante gli americani sono stati ingannati, gli iracheni hanno
> sofferto incredibilmente e Bush assomiglia ad un cowboy. Su questioni di
> enorme importanza sono stati violati principi costituzionali e si è mentito > all'elettorato. E' a noi che devono restituire la democrazia.
>
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>
> copyright Edward Saidpubblicato su The Observer
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