[Forumlucca] I: John Pilger: "Iraq, un'aggressione ingiusta…

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Szerző: Roberto Guidi
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Tárgy: [Forumlucca] I: John Pilger: "Iraq, un'aggressione ingiusta costata migliaia di morti"
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      John Pilger: "Iraq, un'aggressione ingiusta costata migliaia di morti"
      Loredana Galassini intervista per Nuovi Mondi Media il grande reporter
australiano


      "Le persone, è evidente, sono contente di essersi sbarazzate del
dittatore che c'è stato fino adesso, ma quale gioia vera ci può essere se
qualche migliaio di iracheni è morta in questi giorni sotto i bombardamenti,
se poi noi, non loro, facciamo finta di dimenticare quel milione circa di
morti che è il risultato di dodici anni di embargo. E la metà di questi
morti, effetto collaterale della morsa economica, sono stati bambini"?"


Il fatto che la coalizione Usa, Gran Bretagna e Australia, ha vinto la
guerra, la fa diventare anche più giusta?
Le scene terribili e pietose degli ospedali di Bagdad non hanno alcuna
ironia e nessuna vittoria. Quello contro l’Iraq è stato un atto di
aggressione assolutamente non necessario, ma questo popolo ha una storia
incredibile e straordinaria e sono sempre riusciti a sbarazzarsi da soli dei
dittatori. Hanno cacciato gli inglesi negli anni ’30, gli ascemiti negli
anni ’50 e quando oggi vengono mostrate le immagini festanti e gioiose degli
iracheni intorno ai carri armati, sarebbe opportuno andare a riprendere i
giornali del ’58 che mostrano milioni di iracheni lo stesso festanti e non
le poche migliaia di persone, sempre le stesse, che ci mostrano oggi le
telecamere. Le persone, è evidente, sono contente di essersi sbarazzate del
dittatore che c’è stato fino adesso, ma quale gioia vera ci può essere se
qualche migliaio di iracheni è morta in questi giorni sotto i bombardamenti,
se poi noi, non loro, facciamo finta di dimenticare quel milione circa di
morti che è il risultato di dodici anni di embargo. E la metà di questi
morti, effetto collaterale della morsa economica, sono stati bambini.

Qual è il prossimo nemico? Forse l’Europa, dato che l’Iraq aveva deciso di
convertire in euro il prezzo del petrolio?
Per capire il discorso dell’imperialismo e per arrivare al discorso dell’
euro e dell’Europa, c’è da tenere conto di questa sorta di fortezza che è
stata, appunto, l’Europa, e di come si è contrapposta agli Stati Uniti.
Forse questa amministrazione Bush non si interessa dell’Europa. I motivi per
cui ha deciso di attaccare l’Iraq sono stati vari e uno di questi è stato
proprio la dimostrazione del potere americano. Una delle preoccupazioni
principali, per poter controllare certi luoghi del pianeta, sono il Medio
Oriente e la parte centrale dell’Asia. Per esempio, l’Afghanistan stesso,
che è una derivazione dello sbriciolamento dell’ex Unione Sovietica, è ricco
di petrolio. Adesso che quell’area è sotto controllo, gli Usa sono
preoccupati di quello che potrebbe succedere in Arabia Saudita e sanno anche
che, se in questo momento ci fossero delle improbabili elezioni in questo
paese, a vincere sarebbe Al Quaeda. Il fatto, però, che prima abbia detto
che l’Europa non è uno degli obiettivi prossimi degli Stati Uniti, non
significa che la voce europea, come di altri paesi del mondo, non desti l’
attenzione dell’amministrazione americana. L’amministrazione Bush sa,
comunque, che non può farcela da sola e che deve rappresentare un’economia
in ripresa, ed ecco perché è così importante la partecipazione inglese.

I mass media sono riusciti a manipolare l’opinione pubblica?
Nonostante ci sia stato il tentativo di far seguire certi standard e di
manipolare le informazioni giornalistiche, in Inghilterra, per esempio, si è
visto che l’opinione pubblica non ha risposto con fiducia a questo tipo d’
informazione. Le manifestazioni che ci sono state lo hanno dimostrato. L’
opinione pubblica non si è fatta pilotare perché è più avanti ed è sempre
stata più avanti dei mass media. Oggi, uno dei padroni del mondo è proprio
chi detiene i media, anche se in questo momento non hanno ancora la forza di
influenzare completamente le persone e, ripeto, questo lo abbiamo visto in
Italia, in Inghilterra e in tutto il resto del mondo, con le grandi
manifestazioni che si opponevano a questa guerra che non rispecchiava i
sentimenti della gente. Ma è vero che se i giornali si fossero comportati in
maniera diversa, se avessero sfidato Bush, se, invece di accettare la
propaganda nazionalista, si fossero pronunciati in maniera diversa da come
hanno fatto, probabilmente o non ci sarebbe stata la guerra o sarebbero
andate diversamente molte cose.

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