Finalmente ne cominciamo a discutere, almeno elettronicamente. La situazione
è per altro estremamente complessa e non si tratta solamente di dighe e di
acqua. Ma partiamo dalle dighe. La vendita ad AMGA è legata a una complessa
operazione di bilancio ideata dai geniacci nostrani delle dismissioni, al
fine di recuperare liquidità per coprire situazioni di sbilancio
particolarmente gravose per l'Ente locale (in questo caso AMT). D'altro
canto operazioni di questo tipo, con sempre l'AMGA come soggetto pagatore,
sono già state fatte in passato. Sempre per trovare liquidità nel passato
ciclo amministrativo si è attribuita a una SpA la vendita di buona parte del
patrimonio immobiliare. Tale SpA ha contratto debiti garantendoli con una
fetta del capitale azionario AMGA (che ne fa parte). Se il patrimonio
immobiliare non sarà venduto, i creditori potranno prendere allegramente il
controllo di AMGA entro i prossimi tre anni. Siccome non mi risulta che le
vendite vadano bene (ma al riguardo le mie informazioni sono un po' datate),
la privatizzazione di AMGA incombe in maniera estremamente pericolosa. Cosa
facciamo? Senza dubbio mi sembra opportuno smetterla di giocare col
patrimonio strategicamente essenziale per i bisogni fondamentali della città
e le dighe lo sono. Ma non solo le dighe, lo è AMGA in sé -e l'illustrazione
della cosa fatta da Carlotta mi pare essenziale-. Su questo come forum
dobbiamo discutere al nostro interno e promuovere dibattito e iniziativa
pubblica, mobilitazione. Il livello istituzionale viene dopo. Mi spiego il
dibattito non può venir fatto all'interno della gabbia istituzionale, senza
mobilitazione siamo perdenti. Partiamo, quindi, dai lavoratori e dagli
utenti, discutiamo a questo livello, lanciamo una campagna per l'acqua (e il
gas) ai genovesi. Poi semmai discutiamo con lor signori dismissori. Certo se
avessimo lanciato prima il discorso sul bilancio partecipativo oggi saremmo
un passo in avanti. Ma per tardi che sia, si può cominciare dalle dighe e
dall'AMGA, il resto verrà poi.
Dicevo prima che non si tratta solo di AMGA e dighe: infatti il processo con
cui ci scontriamo parte da lontano, dall'applicazione coerente a livello
cittadino definito dalla legge Bassanini. Che altro non è che i GATS nella
sua versione ultraliberista del centrosinistra italiano. Non a caso in sede
di commissione europea e di WTO è l'Italia del centrosinistra prima e della
destra poi a sostenere le posizioni più oltranziste.
In questo quadro occorre affrontare altre tre questioni: quella dell'AMT ,
quella dell'AMIU e quella dei servizi sociali. Tutte situazioni estremamente
delicate. Anche AMT e AMIU sono delle SpA e saranno soggette a gare
pubbliche per gli appalti dei servizi. Leggo sui giornali dei progettati
spezzatini di AMT, sulla via di una privatizzazione dell'azienda e della
destrutturazione del trasporto pubblico, e per fortuna della forte
opposizione dei lavoratori agli scellerati progetti dei nostri dismissori.
Per AMIU, forse, c'è un po' più di tempo, ma anche qui si arriverà presto a
nuovi progetti di privatizzazione.
Per altro, per quanto riguarda, le aziende industriali aleggiano
nell'Amministrazione cittadina fantasiosi progetti di creazione di una
megaazienda (incentrata su AMGA) per la gestione di tutti i servizi: una
sorta di holding che avrebbe in gestione in pratica tutto, ovviamente
dovrebbe essere controllata dal Comune, ma poi si sa come vanno queste cose.
Per quanto riguarda i servizi sociali ci troviamo di fronte a una
privatizzazione già attuata, almeno per quanto riguarda quelli territoriali.
E questa è avvenuta con la compiacenza della Lega delle Cooperative. Per
quanto riguarda le IPAB, la partita è ancora in parte, da giocare. Ma mi
sembra che partiamo in salita, nonostante la buona volontà e i parziali
successi di Rifondazione in Provincia.
E' possibile fare qualcosa? Non lo so. Ma senza dubbio è necessario.
Partendo dalla discussione: con i lavoratori e con i cittadini.
Giancarlo Giovine
"It is not because things are difficult that we do not dare,
it is because we do not dare that things are difficult."
Lucius Annaeus Seneca (5 BC - 65AD) Roman philosopher, statesman.